«Finché vedrai»: una marea giallorossa e il bene necessario

«Finché vedrai, sventolar questa bandiera...». Nell’epoca in cui l’intelligenza artificiale produce immagini sempre più iper-realistiche, i video e le foto dell’Olimpico nel pre-partita e il primo quarto d’ora della gara contro l’Athletic Club potrebbero confondere anche l’occhio più attento. Invece non era IA, era “solo” l’amore della Curva Sud e di tutti i romanisti, quello che vince sempre anche per il solo fatto di esistere, che vuol dire appartenenza e passione di una città intera. Ha funzionato l’appello della Curva a portare tante, tantissime bandiere, un’iniziativa che ha scaldato un pomeriggio e una serata già attesissima e ha aiutato i giallorossi soprattutto in un primo tempo di livello ma sfortunato.

La Curva e i Distinti Sud, come da splendida prassi, non hanno mai smesso di cantare, ma col passare dei minuti il “calore” si è fatto sentire un po’ meno del solito, tornando ai livelli di inizio gara proprio nel momento del massimo bisogno, quando gli spagnoli sono  passati in vantaggio dopo pochi minuti nella ripresa e i loro tifosi hanno ricordato di essere presenti nell’oceano giallorosso per qualche secondo. Lo stadio ha accompagnato la squadra nella risalita, in quel forcing di rabbia e qualità. E al pareggio strameritato di Angeliño c’è stato il primo ruggito di gioia e più passava il tempo e più cresceva la consapevolezza che la squadra non meritasse altro che un successo. Poi i cambi, il rosso a Yeray e alla fine, ma davvero alla fine, la duplice esultanza per il gol di Shomurodov, prima e dopo il controllo del Var.

La Roma e i romanisti si sono presi una vittoria che era un bene necessario, perché non poteva finire diversamente, per tutto l’amore, la bellezza e la poesia di un popolo riunito sotto due colori cuciti e poi ostentati con orgoglio. «Finché vedrai, sventolar questa bandiera...».