AS Roma

Roma-Athletic, ci pensa Shomurodov all’ultimo respiro

Inaki Williams nella ripresa porta sopra i baschi. Pareggia subito Angeliño, Eldor al 93’ fa esplodere l’Olimpico

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
07 Marzo 2025 - 06:00

L’hanno vinto la Curva Sud, Ranieri e la tempra di una squadra che non s’arrende mai questo primo atto di una sfida che manderà ai quarti di Europa League solo una tra Roma e Athletic Club, due squadre dal valore piuttosto simile che ieri in un Olimpico dipinto letteralmente di giallo e di rosso si sono sfidate a viso non troppo aperto. Il primo tempo è andato dunque alla Roma grazie a un gol all’ultimo secondo (nel vero senso della parola: il pallone ha varcato la linea al minuto 47’59”) di Shomurodov, dopo che al 5’ della ripresa Inaki Williams aveva illuso i baschi e sei minuti dopo il solito Angeliño aveva rimesso la partita in parità. Si deciderà dunque tutto a San Mamés tra una settimana, dove conterà sicuramente anche il fattore ambientale, anche se difficilmente in qualche altra parte del mondo che non sia questa si potrà rivedere un’atmosfera suggestiva come quella dell’Olimpico di ieri sera, avvolto da 100.000 bandiere che non hanno mai smesso di sventolare.


Ranieri aveva scelto di giocarsela con un atteggiamento inizialmente conservativo, per non disperdere le possibilità di qualificazione già nella gara d’andata, e dunque ha lasciato in panchina Pellegrini, Koné e Saelemaekers per attendere i baschi con un 352 con compiti ben delineati in fase di prima contrapposizione uomo contro uomo. E dunque sull’impostazione bassa (rara) dell’Athletic ha mandato Dybala e Dovbyk sulle orme dei due centrali Alvarez e Vivian (ko al 21’, in occasione della prima clamorosa chance sprecata dalla Roma, sostituito dal Paredes spagnolo, il nostro era squalificato), ha alzato i quinti Rensch e Angeliño sui terzini (a sinistra Berchiche, a destra De Marcos), ha destinato Pisilli su de Galarreta e Baldanzi su Jauregizar (proprio com’era accaduto nella gara di settembre quando in panchina c’era Juric, e Ranieri ha confessato di essersi lasciato ispirare dalla visione della gara), abbassando Cristante su Unai Gomez, e tenendo i tre difensori ormai titolari Celik, Mancini e Ndicka sulle tre punte basche, a sinistra Nico Williams, in mezzo Sannadi, a destra Inaki Williams. Logico che però sul palleggio poi consolidato degli avversari, la Roma andava ad abbassare il baricentro e dunque spesso Rensch e Angeliño andavano a rinforzare il lavoro dei difensori sugli esterni (i temutissimi fratelli Williams), con una linea a 5 che non lasciava spazi in ampiezza e neanche in mezzo, per il contributo esemplare dei tre centrocampisti. Così in fase di non possesso il piano di Ranieri è perfettamente riuscito, basti pensare che le uniche occasioni degli spagnoli nel primo tempo sono arrivate su calcio d’angolo (Alvarez a svettare su Cristante e a deviare largo in diagonale) e poi sull’unica combinazione offensiva riuscita, all’ultimo minuto del primo tempo, al 47’ , quando i due fratelli Williams si sono trovati dalla stessa parte, sulla destra, e nel duetto Inaki è andato al cross per Sannadi che ha deviato in diagonale dalla parte opposta spaventando Svilar.

Clamorose invece le occasioni costruite dalla Roma, con lanci lunghi a sorprendere la linea difensiva spagnola. Al 21’ una palla sciabolata da Pisilli di spallettiana memoria è andata a rimbalzare alle spalle di Dovbyk e Vivian, ma sullo scatto l’ucraino ha bruciato lo spagnolo e quando sembrava in grado di colpire col sinistro è rientrato sul destro - facendo infortunare l’avversario - ma poi sul più bello ha perso aderenza sul terreno ed è scivolato senza riuscire a tirare, praticamente a botta sicura; al 41’, invece, un lancio di Cristante su Baldanzi è stato controllato dal toscano spalle alla porta e sullo scarico ha trovato Dybala che di prima intenzione e col suo piede migliore ha mandato la palla ad incocciare sulla parte bassa della traversa, con l’argentino che sembrava già lanciato per i festeggiamenti sotto la curva. In una partita con uno stallo tanto evidente, il Bilbao non ha lesinato legnate ed ha finito il tempo con tre gialli a gravare sulle loro spalle (Alvarez, Jauregizar e Sannadi) mentre una quarta sanzione è stata risparmiata ad Unai Simon che ha steso da dietro Baldanzi nel finire del tempo.

Ad inizio ripresa forse il piano di Ranieri prevedeva, in caso di persistente parità, di alzare un po’ i giri del motore con l’inserimento di qualche giocatore più offensivo, ma non c’è stato neanche il tempo di fare qualche valutazione dopo il ritorno in campo che l’Athletic si è ritrovato in vantaggio, ancora su azione di calcio d’angolo: sul calcio tagliato di Gomez stavolta è stato Paredes a svettare su Celik, raccogliendo un pallone su cui Angeliño non è arrivato, sulla torre Ndicka si è fatto sorprendere e Inaki Williams è sfilato alle sue spalle, mettendo in porta di testa senza ulteriori ostacoli. Un colpo durissimo per le ambizioni della Roma, nella serata in cui dalla Turchia era arrivata notizia della clamorosa sconfitta interna del Fenerbahce di Mourinho contro i Rangers Glasgow (1-3), e da questa sfida arriverà l’avversaria ai quarti della vincente tra Roma e Bilbao. Ma questa squadra non sembra aver ancora intenzione di smobilitare e in tre minuti ha costruito altrettante occasioni per pareggiare, finché non c’è riuscita. Al 7’ Dybala ha vinto un contrasto in area su suggerimento di Dovbyk e si presentato al cospetto di Agirrezabala, ma invece di calciare ha preferito allargare il pallone verso Baldanzi che arrivava dall’altra parte praticamente da solo, per eccesso di confidenza Tommasino a sua volta non ha battuto subito, ma ha preferito aggiustarsi ulteriormente il pallone e poi ha calciato forte dal basso verso l’alto senza calibrare il tiro con la giusta misura, così l’eccesso di forza ha determinato la traiettoria a scavalcare la traversa, tra i sacramenti dell’intero stadio.

Al 10’ ancora Dovbyk ha tenuto un bel pallone in area e l’ha poi scaricato per Pisilli che si è coordinato perfettamente e ha battuto forte di collo, ma la palla ancora una volta è sfilata alta. All’11’ il gol del pareggio è nato da una palla recuperata sulla trequarti da Rensch e poi affidata a Dybala che ha dato fiducia a Celik in sovrapposizione sulla destra: bravo il turco a sgasare sull’avversario e a crossare basso un po’ all’indietro dove Angeliño è arrivato all’impatto col destro, battezzando stavolta l’angoliño opposto a quello solitamente scelto: 1-1 e palla al centro, in tutti i sensi.

Così per Ranieri è arrivato il momento dei cambi per provare a vincere: El Shaarawy ha preso il posto dello scioccato Baldanzi (chissà quante volte ripenserà a quell’errore a porta spalancata) e Saelemaekers di Rensch, per un passaggio anche plastico ormai al 4231, segnale che si poteva andare ad osare. Valverde ha risposto con Guruzeta al posto di Sannadi (un altro attaccante bullizzato da Mancini, da aggiungere alla lista delle vittime europee) e Prados al posto di Jauregizar, uno degli ammoniti. Al 22’ Inaki ha trovato di testa in area Gomez che è saltato più alto di Celik e ha spedito fuori. Così Ranieri si è giocato altre due carte, Shomurodov e Soulé per Dovbyk e Dybala, evidentemente stanco. L’azione offensiva della Roma si è fatta all’improvviso vacua come certe iniziative insistite di Soulé, Valverde ha rinforzato gli argini mettendo Vesga e Berenguer al posto di Unai Gomez e Nico Williams, alla fine ben contenuto. E dopo un errore di Pisilli Ranieri ha giocato il jolly Koné. Al 37’ l’ultima palla pericolosa giocata dal Bilbao è sfilata via alta sul destro sballato da Berenguer, poi al 40’ c’è stata la svolta della gara: su un rilancio lungo verso Shomurodov, Eldor è stato bravo a mettersi davanti ad Alvarez e a usare il suo corpo per girarsi prima dalla parte giusta, facendosi cinturare dall’avversario. Inevitabile il giallo e il consequenziale rosso. La Roma ha preso coraggio e Saelemaekers ha sfiorato il vantaggio, con un sinistro radente contenuto a fatica da Agirrezabala.

Poi, quando tutto sembrava ormai perduto, il guizzo finale confezionato dai nuovi entrati: Soulé e Saelemaekers sono stati protagonisti di un triangolo piuttosto largo, finché Alexis non ha servito in area in verticale Shomurodov che non ha fatto scorrere il pallone per calciare di destro, ma l’ha fermato per provarci di sinistro e la carezza con cui l’ha mandato all’angolino ha mandato in estasi i 62540 tifosi dell’Olimpico, a rendere ancora più straordinaria una serata che anche solo cromaticamente non si potrà mai dimenticare.

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