Lacrime e preghiere
L’epica rimonta sul Barcellona nel 2018 e, dieci anni prima, la vittoria contro il Real Madrid. Il successo più recente con la Real Sociedad

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Di nuovo l’Athletic, come cinque mesi e mezzo fa, all’inizio di questa avventura. Sembra passato un secolo, da allora: di certo ne è passata tanta, di acqua sotto ai ponti. E viene da dire “per fortuna”, visto chi ci allenava allora e chi ci allena oggi. Eppure, quell’1-1 (beffardo, perché meritavamo la vittoria) del 26 settembre scorso è il precedente più recente con una squadra spagnola. Basca, per l’esattezza. Così come è basca anche l’ultima squadra della Liga che abbiamo battuto in Europa: la Real Sociedad, sconfitta 2-0 il 9 marzo 2023. Anche in quel caso era l’andata degli ottavi di finale di Europa League, proprio come stasera, e la speranza è che il copione possa essere lo stesso di due anni fa, con la Roma qualificata al turno successivo. Di quell’undici titolare sono rimasti soltanto in cinque: Mancini, El Shaarawy, Cristante, Pellegrini e Dybala.
Le sfide casalinghe contro le squadre spagnole evocano ricordi ed emozioni contrastanti. Dici Spagna e non puoi non pensare a Roma-Barcellona (non ce ne vogliano i catalani, ma giocano pur sempre in Spagna...), la notte del sogno diventato realtà, quel 10 aprile 2018 che è una data ormai tatuata a fuoco nei nostri cuori romanisti. La rimonta firmata da Dzeko, De Rossi e Manolas, ma soprattutto da una Curva Sud e da un Olimpico letteralmente da brividi. Il ko per 4-1 (immeritato) all’andata, la settimana d’attesa, la febbre che saliva di ora in ora: tutto ha contribuito a quell’esplosione, quella arrivata all’inzuccata di Manolas sotto la Sud e soprattutto al triplice fischio dell’arbitro. Roma bella c’apparve. Così come era stato sedici anni prima, il 26 febbraio 2002: un altro 3-0 ai blaugrana, stavolta nella seconda fase a gironi della Champions League; un Totti stellare ispirava il tris firmato da Emerson, Montella e Tommasi. Con lo Scudetto sul petto, primi in campionato e primi nel girone europeo, quella sera guardavamo tutti dall’alto, circondati da un «manto di stelle».
Era di febbraio anche nel 2008, quando battemmo 2-1 il Real Madrid di Casillas, Cannavaro, Robben e Raul nell’andata degli ottavi di Champions. In quel caso la Roma di Spalletti vinse in rimonta, senza lasciarsi abbattere dallo svantaggio dopo appena 8’; Mancini e Pizarro gli eroi di quella serata, che avrebbe avuto la sua degna prosecuzione al Santiago Bernabeu due settimane dopo, con un altro 2-1 che sanciva la nostra presenza (per il secondo anno di fila) tra le migliori otto squadre d’Europa. Ma le Merengues ci ricordano anche una data drammatica, quell’11 settembre 2001 in cui il nostro debutto nella moderna Champions League - col tricolore sulla maglia - fu spazzato via dalle notizie provenienti da oltreoceano: un silenzio surreale aleggiava sull’Olimpico, come pesantissime nuvole di angoscia e dolore. Le radioline, quel giorno, non servivano per conoscere i risultati dagli altri campi, bensì per avere terrificanti aggiornamenti sulle vittime a New York.
Il Real, tra le squadre spagnole, è quella che ci ha fatto visita più volte nelle competizioni europee: sei, con una sola vittoria giallorossa e cinque affermazioni dei Blancos. Contro il Valencia una vittoria ininfluente per 1-0 nel ritorno delle semifinali di Coppa delle Fiere 1962-63: il sogno di bissare il trionfo di due anni prima si infranse sul ko per 3-0 rimediato all’andata in trasferta; a poco servì la rete di Angelillo nella sfida del 18 maggio 1963. Ventisette anni dopo la Roma si è presa una rivincita nei sedicesimi di Coppa UEFA 1990-91: nella cavalcata verso la finale, gli uomini di Ottavio Bianchi batterono 2-1 gli spagnoli all’Olimpico con gol di Giannini e Voeller. E se nella fase a gironi della Champions 2002-03 il Valencia si impose 1-0 a casa nostra, il 5 dicembre 2006 un gol di Panucci bastò a darci i tre punti e la qualificazione agli ottavi della massima competizione continentale per club.
Con l’Atletico Madrid bilancio di una sconfitta e un pareggio qui a Roma, mentre col Villarreal sono arrivati una vittoria e un ko (entrambi però ininfluenti, in virtù dei risultati maturati all’andata, nel 2003-04 e nel 2016-17). Ci sono anche due precedenti vittoriosi contro il Real Saragozza, che però nel 1986-87 ci eliminò ai rigori al ritorno in terra spagnola (coppa delle Coppe). Il Betis è l’unica squadra oltre al Bayer Leverkusen capace di espugnare lo Stadio Olimpico (1-2 nella fase a gironi dell’Europa League 2022-23); l’altra squadra di Siviglia, da queste parti, non c’è mai venuta, ma è riuscita comunque a farci soffrire (con un aiuto non indifferente). Ora riecco l’Athletic, affrontato a inizio stagione: batterlo rappresenterebbe il modo più efficace per lasciarsi alle spalle i fantasmi di quei mesi e voltare simbolicamente pagina.
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