Tutta la Roma che posso, in un libro e in un pomeriggio indimenticabili
In tanti a lezione di Romanismo da De Rossi e Cagnucci. E chi non c’era può comprare il volume
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(MANCINI)
In uno dei giorni più tristi della storia non solo sua ma di ogni romanista - perché poche ore prima Claudio Ranieri in conferenza stampa preComo aveva annunciato quello che era solo nell’aria, ma che non era ancora da nessuno stato ufficializzato, e cioè che non sarà Daniele De Rossi l’allenatore della Roma del prossimo anno - lo stesso Daniele De Rossi ha attraversato un pezzo di centro di Roma a piedi (che a pensarci è un po’ come camminare su se stesso) per raggiungere puntuale ma un po’ sudato («ho dovuto quasi correre, mi ero sopravvalutato») la sala del Carroccio del Campidoglio e presenziare con il suo debordante romanismo all’evento molto romanista della presentazione del libro più romanista che sia mai stato scritto, stampato e (molto) venduto: Il Grande Romanzo della Roma, di Tonino Cagnucci. Ieri con il nostro Pietro Laporta abbiamo raccontato l’evento, l’emozione (basti tornare a quando DDR ha raccontato che avrebbe voluto chiamare il figlio Agostino, pensate solo un po’ a quale cortocircuito sentimentale saremmo andati incontro se poi il pischello fosse diventato calciatore della Roma con quel nome e quel cognome) trasmessa da tutti gli ospiti (con Daniele e Tonino c’erano Sandro Bonvissuto, Luca Valdiserri, Paolo Castellani, Luca Pelosi oltre ai consiglieri comunali Rocca e Marinone che hanno meritoriamente organizzato l’evento) e quell’alone d’amore che ha ammantato tutti i presenti.
Qui vogliamo solo ricordarlo affinché almeno di questo evento, su un giornale che oggi stampiamo e distribuiamo gratuitamente allo stadio, resti una traccia fisica. Perché la Roma - per citare Daniele De Rossi - non è solo una squadra di calcio, ma una comunità di persone che azzera ogni differenza sociale in nome di un ideale. E Tonino Cagnucci la sa raccontare meglio di chiunque altro.
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