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«La Roma una famiglia senza classi sociali»: De Rossi presenta il nuovo libro di Cagnucci

La bandiera giallorossa alla presentazione in Campidoglio de "Il Grande Romanzo della Roma", ultima fatica del nostro Direttore Editoriale: "Tonino se lo merita"

PUBBLICATO DA Pietro Laporta
01 Marzo 2025 - 07:00

«C’è chi la tifa per tutta la vita, chi le dedica la propria carriera, e chi scrive per lei un libro come questo». C’è stato tutto questo, degli infiniti modi di tifare la Roma elencati da Daniele De Rossi, ieri, nella presentazione tenuta al Campidoglio de «Il Grande Romanzo della Roma», di Tonino Cagnucci. Ospite d’onore, la bandiera giallorossa, a 16 anni (guarda un po’ che numero casuale) dalla presentazione de «Il mare di Roma», precedente lavoro di Cagnucci dedicato proprio all’ex centrocampista. «Questa volta l’ho tenuto sulle spine, anche se in realtà avevo deciso da subito che sarei venuto. Tonino se lo merita, perché è una brava persona e un bravo scrittore. Ma soprattutto un grandissimo Romanista».

Protagonista, insieme ai presenti (tra i tanti Massimiliano Magni, Sandro Bonvissuto, Luca Pelosi; e ancora Federico Rocca e Luca Valdiserri) di un viaggio nella storia e nel significato più profondo della Roma, De Rossi dà il suo: «Per ognuno di noi la Roma è parte costante della nostra vita. Rappresenta un momento in cui non ci sono più classi sociali e siamo tutti uguali, nella stessa famiglia». Si era sentito così, nel derby del 26 gennaio 2020, vissuto sugli spalti grazie ad un travestimento: «Era un po’ che volevo vedere il derby allo stadio. Un’idea partorita da Valerio Mastandrea, io mi sono imbacuccato e ho sofferto il caldo più atroce della mia vita. Ricordo che dentro lo stadio un ragazzino mi scoprì subito, ma gli chiesi di coprirmi e mi aiutò. Uno di quei momenti in cui siamo tutti uguali». 

Un sentimento indescrivibile secondo Daniele: «Rischierei di cadere nel banale»; un amore che però, è giusto tramandare di generazioni in generazioni: «Nei mesi da allenatore della Roma ho visto mio figlio, più americano che romano, appassionarsi  a questa squadra. Sul web ci sono video miei o di Totti, ma c’è una Roma prima di noi, anche più importante, che bisogna tramandare alle future generazioni, ben vengano perciò libri come questo».

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