Lo striscione e i perbenisti
Nessuno può mettere le mani sulla curva, in un senso e nell’altro. E lo raccontiamo da vent’anni

Mi preme, come direttore del Romanista e di Radio Romanista ma anche come semplice membro di una redazione molto attenta a tutto ciò che gravita intorno alla Roma, chiarire una questione che da ieri sera è piuttosto dibattuta: lo striscione mostrato in Curva Sud dal gruppo Roma con una frase presa da una canzone chiamata “Er cammerata”. Ai moralisti dell'ultima ora di una parte e dell'altra - di chi, cioè, da una parte vorrebbe che noi prendessimo a prescindere una durissima posizione contro chi ha esposto quello striscione, dall'altra quelli che si indignano se anche solo uno ne specifica l'inopportunità - vogliamo ricordare che, se Radio Romanista è nata da poco, Il Romanista invece ha una storia di più di vent'anni e che periodicamente queste faccende si affacciano sull'uscio della nostra casa. E non ci siamo mai tirati indietro dal prendere posizione su nessun tema, di sicuro restando sempre molto distanti dai perbenisti ipocriti che bacchettano dall'alto di una superiorità morale o sociale sempre autoproclamate. Da sempre il nostro punto di vista sulle questioni di curva è chiaro: le dinamiche per poterle giudicare bisogna conoscerle a fondo ed essendo quella una realtà molto varia ed in continuo divenire (il primo errore che normalmente si commette è quello di considerare una parte per il tutto, anche ieri) è assai complicato formarsi un giudizio adeguato.
Ma sia chiaro: se qualcuno lavorando al Romanista volesse usare il giornale (o la radio) come cassa di risonanza per le sue idee politiche estremiste, difficilmente proseguirebbe la sua esperienza presso un luogo di lavoro che ha due soli di colori di riferimento, il rosso accanto al giallo. Per essere ancora più espliciti: il fascismo, in quanto tale, rappresenta un'idea di negazione della libertà che aborro (aborriamo) senza alcuna incertezza. E ancora, provo commiserazione per chiunque volesse fare della curva sud un terreno per la sua propaganda politica e se questo era l'intento di chi ha esposto quello striscione se lo poteva serenamente risparmiare. Personalmente, peraltro, non ne sono così sicuro. E infine, potremmo citare diversi casi in cui altri striscioni sono stati elogiati senza conoscerne la radice politica e in cui altri cori di cui si ignora la provenienza vengono cantati a squarciagola, senza alcuna remora. Quella curva resta un presidio di romanismo e libertà che ne ha fatto un modello culturale e sociale unico al mondo. Nessun pensiero ristretto potrà cambiarne il corso. Neanche quello di chi si indigna a gettone.
© RIPRODUZIONE RISERVATA