Dalla Curva Sud la solita spinta, che non sembra lunedì
Con la squadra che vola i tifosi tirano fuori tutto il repertorio di cori e la portano al poker. 56.965 i presenti
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(GETTY IMAGES)
Non sembra lunedì. Perché a Roma è ormai una consuetudine, ma in realtà in qualsiasi altro posto non è così normale portare quasi 57.000 (56.965) tifosi all’Olimpico in un giorno settimanale, di quelli in cui si è tornati a lavorare e nella maggior parte dei casi ci si va anche la mattina dopo è tutt’altro che ovvio. È senza dubbio romanista, senza dubbio una cosa bella, e le cose belle non vanno mai date per scontate.
Non è l’ormai classico tutto esaurito ma ci si va vicini e poi in qualsiasi partita della stagione, che sia di cartello o no, di campionato o d’Europa League (e poco ci manca alle amichevoli) i giallorossi hanno dalla loro parte una garanzia incrollabile: la spinta della Curva Sud. Il loro sostegno non dipende mai dal risultato, ma è chiaro che quando la partita si mette in discesa sin dall’inizio l’entusiasmo è facilitato e la serata in quel settore prende un sapore ancora diverso, di festa e fierezza. Un continuo cantare il proprio amore per la Roma che intanto in campo domina la sfida. Col passare dei minuti parte una compilation di cori, vecchi, nuovi e canzoni popolari. «Se i tuoi colori sventolo, i brividi mi vengono. Non mi stanco mai di te, forza grande Roma alé»: è risuonato ininterrottamente per quasi dieci minuti a inizio ripresa e, sia chiaro, non è monotonia, ma il reiterare volontariamente un concetto forte e, magari, un piccolo pensiero al fatto che quello stesso coro ha accompagnato la campagna vincente in Conference League.
Una magia che trascina lo stadio intero, lo stesso che ha accolto con grandi applausi l’uscita di Baldanzi, diventati più forti al contestuale ingresso di Dybala, trasformati in standing ovation per Angeliño. Non è mancato nemmeno il coro per il tecnico Ranieri e il boato al triplice fischio e 4-0 finale. Tutto bello, romanista. Anche se era lunedì.
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