In principio fu a Monza
In Brianza l’episodio di Baldanzi con Juric in panchina, poi Verona. Dimenticato Mou, già De Rossi era in credito. Poi il cambio di rotta del club in Italia e... in Europa
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(GETTY IMAGES)
La Roma e gli arbitri, un rapporto difficile, a prescindere da Mourinho. E affrontare il Monza richiama parecchio il tema. Già con De Rossi in avvio di stagione c’è più di una polemica per i torti subiti in Roma-Empoli 1-2 e in Genoa-Roma 1-1 che costò la panchina a DDR. Poi l’avvento di Juric, con un vestito nuovo nella Capitale. Da incendiario in provincia indossa la tuta da pompiere, ma fino a un certo punto. Sbotta anche lui per il disastro arbitrale di Monza, dove viene tutto sommato frenato il buon trend iniziale. Pestone e calcio di Kyriakopoulos a Baldanzi. Nulla per La Penna in campo e Aureliano al Var. L’Aia porta il caso in tv e fa ascoltare gli audio – e fin lì nessuna presa di posizione ufficiale, ma restate sintonizzati -, mentre a fine gara il ds Ghisolfi sbotta nelle interviste. Viene tracciata in Brianza la sottile linea rossa della protesta.
La chiave di volta, però, nel cambio di rotta della policy della società sul tema è la partita di Verona, dopo le irregolarità sul gol del secondo vantaggio dei gialloblù di Magnani e la ditta Marcenaro (in campo), Pairetto e Maresca (ai monitor). Resta impunita la gomitata del veronese a Ndicka. L’Aia, in polemica anche con Dazn, decide di non diffondere gli audio. Tranquilli, non sono passati in cavalleria per tutti.
Una settimana via anche Juric e la Roma richiama Ranieri. Un mese esatto dopo i fatti di Verona, i Friedkin decidono per bocca di Florent Ghisolfi di cambiare strategia sugli arbitraggi. Il ds parla al Corriere dello Sport di un dossier di sette episodi arbitrali, con Var silente davanti a fatti oggettivi, che hanno condizionato la stagione della Roma. Il dirigente francese nomina anche Budapest. Fuori tempo massimo. Ranieri, però, dopo pochi giorni in conferenza stampa stempera sui direttori di gara.
Ci vuole il nuovo anno per far soffiare un vento diverso da tutti i punti di vista. Al derby viene designata la coppia Guida (arbitro)-Mazzoleni (var): due habitué dei derby romani che però preoccupano la Roma. Due giorni prima del match si fa male il “titolare” e tocca a Pairetto (inizialmente quarto uomo). La Roma vince il derby, sfata il tabù Mazzoleni (con lui ai monitor non aveva mai vinto con la Lazio) e Pairetto tiene in pugno la stacittadina senza sbagliare un colpo. Rocchi lo esalta durante l’Open Var che tira un primo bilancio della stagione: solo allora il designatore chiarisce tutto sui pestoni e di fatto – senza dirlo, ma con una “sbracciata” di approvazione - ammette che su Baldanzi a Monza era rigore.
A Bologna va così e così: l’arbitro Abisso e il Var non vedono il tocco di Miranda su Saelemaekers in area di rigore sullo 0-0. Giusti i rigori concessi per due falli di mano “moderni” ma da penalty. Male invece in Roma-Genoa Zufferli in campo e Di Bello al Var: nella ripresa negano due rigori ai giallorossi che però si fanno giustizia da soli dopo un minuto: mani di Sabelli e fallo su El Shaarawy prima dei due gol da tre punti. Esce indenne da Udine Sozza di Milano: sul gol dell’Udinese 4 minuti di check (per un guasto), ma alla fine è regolare. Giusti i due rigori per la Roma procurati da Pellegrini e El Shaarawy e il fuorigioco di Dovbyk sul gol nel primo tempo. Non benissimo, invece, Fabbri in Roma-Napoli: stando ai “pestoncini” di Rocchi (e alla logica del gioco) non c’è il rigore chiesto dagli azzurri per intervento di Pisilli su Politano. Poi Lukaku viene graziato per un’entrata di quelle che con la Roma gli costavano il rosso su Paredes. Sorte diversa invece per Pisilli e Koné (ammonizione da squalifica).
A Venezia arriva la prima sufficienza di Zufferli con la Roma. Giuste le interpretazioni in area di rigore: netto il rigore su Angeliño, corretta la valutazione di arbitro e Var sul tocco di mano di Mancini. Qualcosa da rivedere solo nella gestione dei cartellini. Poi tocca a Chiffi a Parma: direzione di gara serena, macchiata dall’errore per il rigore prima concesso e poi revocato (perché fuori area) alla Roma e dall’incredibile giallo a Soulé (determinato però dal guardalinee Rossi) per un’esultanza innocua a favore di telecamera. Per il gol-non gol di Salah-Eddine, invece, non suona l’orologio e la palla non è entrata.
Insomma, le relazioni con i fischietti sono migliorate leggermente. Paradossalmente nel momento in cui la Roma ha alzato i toni, invece, anche in Europa dopo l’andata dei playoff col Porto e la direzione di Stieler con il conseguente rimprovero di uno che di arbitri non parla mai come Ranieri.
Col Monza domani toccherà a Maresca, reduce da uno stop di sei mesi per il caso delle accuse subite in Kuwait per aver minacciato un giocatore, e al Var ci sarà Mazzoleni, che all’Olimpico è di casa. Occhi puntati anche su di loro, con la speranza che si possa parlare ancora solo di calcio.
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