Sulle orme di Paulo
Come la Roma, anche Dybala nelle notti europee si esalta. Le magie contro il Porto dopo i gol a Salisburgo, Feyenoord, Brighton e Milan. È rimasto per curare la ferita di Budapest
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(GETTY IMAGES)
Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. A un primo sguardo disattento e superficiale, in realtà, in pochi farebbero rientrare Paulo Dybala in questa categoria. Con quel viso eternamente giovane, mai realmente intaccato dagli anni che passano, e l’eleganza propria di calciatori con un talento che somiglia più a un prezioso dono divino. Eppure, quel ragazzo nato a Laguna Larga, diventato uomo in fretta e lontano da casa, è un duro, uno di quelli che sanno quando devono fare la differenza. E Roma-Porto è soltanto l’ultima dimostrazione.
L’ennesima, da quando veste i colori più belli che esistono, soprattutto durante “certe notti”, quelle all’Olimpico, quelle di sogni, di coppe e di campioni, Paulo su tutti. Le due perle nel giro di quattro giri di lancette (la doppietta più ravvicinata della sua storia con la Roma) che giovedì sera hanno ribaltato le sorti del doppio confronto col Porto, spalancando le porte degli ottavi di finale di Europa League alla Roma e tenendo aperte quelle dei sogni alla sua gente, sono l’ennesima prova di incisività di Dybala. Prima di rispedire i dragoes sulle rive dell’Atlantico, nelle sue 108 partite in giallorosso la Joya aveva già indirizzato altri quattro dentro o fuori europei, contro (in ordine cronologico): Salisburgo, Feyenoord, Brighton e Milan. Sempre a casa nostra, dove ormai vige la legge dell’Olimpico e il «Non passa lo straniero» s’è fatto realtà: dal 2017 in poi, nessun altro club in Europa ha vinto tante gare casalinghe (34) come noi. Sempre nella coppa nostra, quella che ci vede in testa per numero di partite vinte (96, tra Coppa Uefa e Europa League), insieme all’Inter. Quella coppa sfiorata e scippata in una notte di fine maggio a Budapest, con il campione Dybala nudo di fronte alla sofferenza e il suo volto in lacrime.
Proprio quelle lacrime, genuine e spontanee, furono tra i motivi del gran rifiuto di quest’estate ai milioni arabi. Dybala sa che la sua storia con la Roma merita un finale diverso e vuole scriverlo di suo pugno, o col suo sinistro, che tanto tutto può.
Oltre alle prodezze contro il Porto, a sorprendere è anche la recente condizione atletica, che ha permesso a Paulo di essere sempre a disposizione di Ranieri. Sir Claudio l’ha detto più volte, se ce l’ha lo fa giocare, ma da adesso in poi il tecnico romano, che oltre a Dybala ha rimesso in piedi tutta la Roma, ha intenzione di gestirlo nel modo più scrupoloso possibile. I sogni di gloria dei tifosi li hanno percepiti anche dentro Trigoria, l’Europa League è l’ultimo mezzo per dare senso alla stagione e, magari, curare quella ferita di Budapest, piangere ancora, ma di gioia. O Joya.
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