"È un club con una tifoseria fervente e c'è pressione grande mediatica. I tifosi hanno fame di titoli poiché non vincono da molti anni. La gente pensa che la Roma debba essere sempre campione, anche se ha vinto solo tre Scudetti nella sua storia. Al momento è un po' irrealistico... Tutti si aspettano il massimo dalla squadra, ma credo che in questo momento il massimo sia portare la squadra in Champions League. Ci sono radio, televisioni e media che parlano di Roma 24 ore su 24 e questo mette sotto pressione il processo decisionale del club. Spesso nei top club in Italia non c'è la pazienza necessaria per aspettare un determinato tipo di lavoro. Noi abbiamo avuto un po' di tempo, ma la nostra rosa non era forte come altre. All'epoca il club stava per essere venduto, quindi non potevamo fare molti investimenti. C'è stato un cambio di presidente, la società è stata trasformata e anche il ds è andato via a metà stagione. Non c'era la possibilità di costruire una squadra così forte e, nonostante questo, stavamo lottando per il quarto posto. Non è stato facile mantenere la squadra al livello degli altri club.
Il nostro stile di gioco ha affascinato la gente, tanto che Paulo Fonseca è andato poi al Milan. Il motto della Roma è vincere sempre, quindi ha scelto di cambiare allenatore e prendere José Mourinho, il cui curriculum parla da solo. Quello che è certo è che con Mourinho sono sorti gli stessi problemi avuti dalla maggior parte degli allenatori. La dimensione del club agli occhi di molti è quella di lottare per obiettivi importanti, ma la squadra non è a quel livello e la gente non capisce. L'allenatore migliora le cose ma non fa miracoli. Le aspettative troppo alte portano all'esonero degli allenatori, all'addio dei direttori sportivi e a volte anche dei presidenti. Nel calcio in generale c'è una pressione mediatica eccessiva legata ai risultati. Quando si cambia l'allenatore ci deve essere il tempo per trasferire le idee e la metodologia di allenamento. Con più tempo a disposizione, i risultati si vedono. Basta guardare l'Atalanta, il cui allenatore è lì da otto o nove anni e ha fatto un lavoro eccezionale perché non pensano ancora di poter competere con i più grandi club italiani. È una questione di aspettative. Nel calcio, con la passione che c'è, nessuno si rende conto che ci vuole tempo. La pressione di dover vincere a tutti i costi fa sì che a volte non si vinca nulla per anni".