AS Roma

Quel raggio di Soulé che vale 3 punti

Una pennellata dell’argentino spiana la strada alla 3ª vittoria consecutiva fuori casa

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
17 Febbraio 2025 - 06:00

Si potrebbe eccepire sul risultato della partita, visto che l’1-0 finale si è concretizzato già al 33’ del primo tempo, a conclusione di un evento di gioco che ha portato l’arbitro Chiffi ad allontanare dal campo il giovanissimo Leoni per fallo ad interrompere una chiara occasione da gol, trasformata per l’appunto da Soulé in rete con una punizione dal limite all’incrocio di maradoniana memoria. E a quel punto, con la Roma in vantaggio sul campo della terzultima in classifica di un uomo e di un gol si poteva presumere che il risultato alla fine della partita sarebbe stato più rotondo. Ma conta la sostanza più della forma e dunque Ranieri si accontenta e gode, festeggia la terza vittoria consecutiva in trasferta, a rendere ormai uno sbiadito ricordo il tabù delle mancate vittorie fuori casa, butta un’occhiata furtiva alla classifica che adesso è meno orribile di un paio di mesi fa e si bea anche del fatto che anche la Roma delle alternative è una squadra affidabile. Ieri a Parma ha cambiato cinque uomini rispetto alla formazione iniziale di Oporto, e nella ripresa ha dato fondo ad altri cambi, spostando pedine e trovando soluzioni tattiche giocando sul velluto di un risultato acquisito presto e di fatto mai in discussione. Continua dunque la risalita della Roma, fuori dalla Coppa Italia, è vero, ma salda ancora in Europa League (tra quattro giorni il ritorno con il Porto dopo il confortante pareggio del do Dragao), e in forte ripresa in campionato con il calendario che prevede adesso due impegni consecutivi all’Olimpico contro il Monza e il Como. Spazio ce n’è, insomma, e la Roma spinge per prendersene altro.

Il match-winner della sfida del Tardini, alla presenza di 3500 romanisti che prima della sfida hanno voluto far sentire in qualche modo il loro appoggio per le battaglie societarie («Come chiediamo di onorare la maglia ai giocatori pretendiamo rispetto dall’Uefa. As Roma bene primario e superiore» lo striscione esposto nel settore ospiti) e durante non hanno mancato di accompagnare ogni azione con il loro dilagante entusiasmo, è stato dunque Mati Soulé, uno dei cinque cambi di Ranieri rispetto alla squadra antiPorto: con lui davanti Shomurodov, e poi Gourna-Douath sulla trequarti (con il compito di schermare le giocate del temutissimo Bernabé), Salah-Eddine in fascia al posto di Angeliño e Paredes al centro del gioco, con al suo fianco Koné. A destra Saelemaekers, dietro gli stessi tre difensori di giovedì (Celik, Mancini e Ndicka, con Hummels ancora in panchina, ma giocherà giovedì hanno anticipato sia Ranieri sia Ghisolfi nel prepartita), in porta Svilar. 433 invece per Pecchia, con Delprato, Vogliacco, Leoni e Valeri davanti a Suzuki, Keità e Sohm al fianco di Bernabé a metà campo. Man e Cancellieri esterni d’attacco con Bonny centravanti. Roma padrona sin dall’inizio, per possesso palla e iniziative, anche se lo squillo più insidioso del primo quarto d’ora è stato suonato proprio dal Parma, grazie ad una bella percussione a sinistra di Cancellieri, con palla poi spostata in avanti a vantaggio di Bonny che ha concluso di prima anticipando Ndicka e sfiorando il palo a Svilar battuto. Poco prima aveva avuto Shomurodov un invitante spazio da occupare, ma aveva un po’ cincischiato fino a farsi rimpallare il tiro da Vogliacco. Al 18’ Soulé è entrato in area ed è sembrato subire uno sgambetto da Leoni, ma il replay svelerà l’innocenza dell’intervento del giovane difensore di Pecchia e lo stesso attaccante argentino non ha chiesto l’intervento dell’arbitro. Cosa che invece avverrà pochi minuti più tardi, quando una splendida giocata di Shomurodov in verticale ha liberato proprio Soulé in direzione della porta, così Leoni stavolta è dovuto intervenire in maniera irregolare per fermare l’avversario: in un primo momento Chiffi ha assegnato un rigore alla Roma ammonendo il difensore, poi il Var ha derubricato il fallo (punizione dal limite) appesantendo però la sanzione, rosso e non giallo, come da regolamento.

Vai a capire per chi subisce il provvedimento se è un vantaggio o uno svantaggio restare in dieci risparmiandosi il rigore, a mettere tutti d’accordo ha pensato Soulé, spedendo quel pallone giusto all’incrocio dei pali con un tocco vellutato ad accarezzare il pallone. Bellissimo, davvero. Curioso il giallo affibbiato subito dopo all’argentino: l’assistente Rossi deve aver equivocato la natura della sua esultanza (con le dita in basso a formare una M e un bacio schioccato in direzione telecamera) e valutandola come polemica con il pubblico di casa ha indotto l’arbitro ad ammonirlo. Intanto Pecchia è corso ai ripari, rinforzando la linea difensiva con Balogh al posto di Man (amareggiato e polemico al momento dell’uscita dal campo) e sistemando la squadra con il 432. La Roma ha provato subito a capitalizzare il vantaggio numerico, ma non ha trovato la porta né con una testata di Shomurodov, né con un destro di Paredes.

Tre cambi ad inizio ripresa hanno svelato le intenzioni dei due allenatori: da una parte Pecchia che inserendo Almqvist per Keita ha ridisegnato la squadra secondo il 441, con l’idea di difendersi compatta e ripartire però provando soprattutto a sfruttare gli esterni veloci (ambizione in realtà piuttosto frustrata dall’andamento della ripresa), dall’altra Ranieri che ha tolto Koné per scelta tattica (dentro Pellegrini, con Gourna-Douath più basso) e Mancini per evitare rischi per giovedì (aveva preso una botta, dentro Nelsson). Soulé è stato poi spostato sulla fascia mentre Saelemaekers è andato a fare il trequartista al fianco di Pellegrini: «Con due uomini di quella qualità - dirà il tecnico a fine partita - ho pensato di creare un po’ di problemi al Parma sulla trequarti». Con Celik spesso più alto a destra, la squadra ha anche assunto la forma del 4231, ma Pellegrini è rimasto sempre centrale, come Saele, e dunque non ci si è mai scostati troppo dal 3421. In un modo o nell’altro, l’occasione per il raddoppio la Roma l’ha creata praticamente subito. Non erano passati neanche sette minuti quando una percussione insistita in area ha portato Soulé a rubare un pallone a Vogliacco e a presentarsi davanti a Suzuki, pronto il tiro in diagonale, splendida la risposta del portiere giapponese, con la palla che è finita su piedi di Salah-Eddine, per quello che pareva il più facile dei tap-in, a patto però di chiudere il tiro con forza o magari con una traiettoria magari dal basso verso l’alto: l’olandese di origini marocchine, invece, ha calciato rasoterra e neanche troppo forte, così Suzuki ha allungato una manona d’istinto ed è riuscito a tenere una porzione del pallone sulla riga. Impassibile Chiffi ad attendere l’input dell’orologio che segnala la rete con la goal line technology: resterà muto. La partita anche nel secondo tempo l’ha fatta la Roma, con i ritmi bassi a volte imposti da Paredes (rimproverato anche da Ranieri per i troppi tocchi in conduzione), con l’idea che anche solo palleggiando con qualità si sarebbe aperto il varco per il raddoppio che avrebbe chiuso in anticipo la partita.

Il possesso palla alla fine sarà del 72%, i tiri totali 16 (contro 5), ma quelli nello specchio solo 4 (a 1). Un paio di volte, anzi tre, il Parma si è affacciato pericolosamente: all’11’ ci ha provato Sohm, con un tiro svirgolato fuori,  al 17’ Cancellieri, con un tiro alto, al 34’ ancora con Sohm, ancora fuori. Ma sono stati episodi di un tempo decisamente controllato dalla Roma. Al 12’ ci ha provato Pellegrini, con un bel sinistro angolato, deviato in corner da Suzuki, al 24’ Soulé, fuori, al 26’ Baldanzi (entrato al 20’ al posto di Saelemaekers) si è infilato in area dribblando ed è finito a terra, senza colpe evidenti dei difensori del Parma. Al 33’ Angeliño ha timbrato il cartellino delle presenze sostituendo Salah-Eddine, ed ha subito crossato perfettamente in area, ma la deviazione di testa di Shomurodov è finita fuori. Al 35’ è entrato anche Pisilli per far rifiatare Gourna-Douath e proprio lui ha sprecato, con un tiro deviato, una ripartenza in superiorità numerica, un po’ come Angeliño al 47’, ultimi fuochi di una partita portata a casa ad allungare la serie di partite consecutive senza sconfitte, nove. Non male.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIATI