Tra la via Emilia e il West: c'è il Parma tra due Porto
Ranieri non vuole fermarsi, ma tiene un occhio all’Europa League. Nel 2007 fu chiamato per salvare una squadra che pareva condannata e ci riuscì con Pepito Rossi

(GETTY IMAGES)
Sfatato il tabù trasferta, non tanto in virtù delle due vittorie contro Udinese e Venezia quanto per la confortante partita di Oporto, la Roma si accosta alla sfida di Parma con quell’autoconsapevolezza che è sempre una buona compagna di viaggio in simili circostanze. Si spostano ancora i tifosi, si rimette in viaggio la squadra, si completa il ciclo di quattro trasferte consecutive con la certezza di aver rimesso a posto un po’ di cose e di aver perso per strada la Coppa Italia e chissà che magari non ci sarà da riapprezzarne l’effetto, se si dovesse andare ancora più avanti in Europa e ci fosse la necessità ad un certo punto di tirare il fiato. Non è questo il momento. Ora si va in apnea, Parma dopo Oporto, tra la via Emilia e il West, e prima del ritorno con i portoghesi. Si gioca al Tardini (calcio d’inizio ore 18, l’ultima volta a quest’ora il 12 gennaio sempre in Emilia, contro il Bologna, telecronaca a scelta su Dazn e su Sky, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista), neanche due mesi dopo la gara d’andata, finita con una sinfonia giallorossa, 5-0 ed emiliani annichiliti. Fu la prima del ciclo di partite di Serie A senza sconfitte, ciclo ancora aperto: otto gare, cinque vittorie e tre pareggi.
Al Tardini sono quasi quindici anni che non finisce in parità e negli ultimi quattro confronti c’è stata una curiosa alternanza di 2-0 e 0-2: due vittorie del Parma alle ultime due esibizioni in Serie A, due vittorie per la Roma in Coppa Italia e, in campionato, nel 2018. Per stasera i bookmakers assegnano un bel vantaggio nel pronostico alla Roma: la vittoria dei giallorossi viene pagata mediamente 2,10 volte la posta, la sconfitta e il pareggio invece intorno a 3,50 la quota scommessa. Ranieri non si fida e cercherà di mettere in campo una Roma in grado di dargli certe garanzie. In fondo la notizia più bella arrivata dal Portogallo non riguarda il pareggio con la conseguente prospettiva di qualificazione, ma proprio la tenuta della squadra nonostante abbia affrontato il secondo tempo senza alcuni degli elementi chiave della rosa, tipo Hummels e Paredes (poi mandato in campo nel finale), Saelemaekers, Koné e Dybala, infortunato e fuori dai convocati di oggi.
Il tecnico di Testaccio da queste parti ha lasciato un buon ricordo. Nel 2007 fu chiamato al capezzale di una squadra che pareva condannata alla retrocessione e sfruttando soprattutto la vena di Pepito Rossi fece il miracolo di portarli al 12° posto e di salvarli persino agevolmente, guadagnandosi la chiamata l’anno successivo alla Juventus. Qualcosa, nel rapporto con i tifosi del Parma, si è incrinato in occasione dello scontro per la semifinale dei playoff del 2023, per via di qualche polemica arbitrale. Dura fu la divergenza di vedute con l’allora (e attuale) ds dei parmensi Mauro Pederzoli, che si era detto «arrabbiato e amareggiato». E poi: «Crediamo che a questi livelli le gare dovrebbero essere dirette con più attenzione dagli arbitri». Ranieri rispose senza mezzi termini: «Al direttore sportivo del Parma voglio solo dire che avrebbe fatto meglio a stare zitto. Se fosse stato sportivo davvero non avrebbe commentato in questo modo. Dovrebbe imparare a stare al mondo». Chissà se alla fine ha imparato.
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