AS Roma

La rivincita di Celik

Sette anni dopo il salvataggio di Bruno Peres contro lo Shakhtar il gol di Celik al Porto è valso risultato importante. Lui ha dei limiti, ma è umile e “proletario”

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Mauro De Cesare
15 Febbraio 2025 - 07:30

È il 13 marzo del 2018. I giocatori della Roma sono nello spogliatoio e festeggiano il passaggio ai quarti di finale di Champions League. Di quella partita pareggiata contro lo Shakhtar, a pochi attimi dal fischio finale, ricordiamo, come fosse oggi, quel piedone di Bruno Peres, che si sostituisce ad Alisson e salva la Roma. Sette anni dopo, 13 febbraio 2025, un altro “proletario” del pallone potrebbe aver regalato tanto, tantissimo alla Roma: Zeki Celik, 28 anni tra due giorni, difensore titolare della nazionale turca, 92 presenze in giallorosso, quasi tutte chiuse e commentate con parole e giudizi perfino cattivi. Giovedì contro il Porto ha segnato il primo gol da romanista. Un gol che potrebbe essere decisivo per il cammino della squadra giallorossa in Europa League. Quel piedone sinistro di Bruno Peres, e neppure lui si è salvato da taglienti commenti nella sua avventura romana, spinse lontano i giallorossi. L’umile, silenzioso Celik, sempre disponibile alle chiamate, chissà che non abbia lasciato un segno. Importante.

Subito concentrato

E nelle interviste del dopopartita ha appena accennato alla sua felicità per il gol. Poi si è trasferito, parlando al microfono del telecronista, all’Olimpico. Dove ritroveremo i portoghesi per il prendere o lasciare, tra una settimana. Con la serietà e professionalità che non gli si può negare, con la ferma volontà di vincere. E se dovesse essere , come sempre, utile alla causa anche lui sarà pronto a rispondere: presente. Perché con troppa facilità tutti, nessuno escluso, si è accorto che Zeki è un giovane uomo umile e rispettoso. Sicuramente ne ascolta e ne legge tantissime sul suo conto. Non ha mai replicato, non ha mai alzato i toni, è sempre tornato negli spogliatoi, fatto la doccia e tornato a casa come uno dei tanti spettatori presenti allo stadio. Giovedì sera è stato tutto diverso. 
Microfoni, qualche taccuino di vecchia generazione e le luci della ribalta. E Zeki, ancora una volta, ha mostrato il suo volto sereno e felice. Sì, qualche volta felice si può dire. Ma è rimasto ancora umile pensando alla Roma, al modo di tornare ai vertici, alla stima che ha per Claudio Ranieri. Nonostante tutti lo considerino solo una ruota di scorta.

“Combattente”

Sicuramente non è un fuoriclasse, sicuramente non può essere un titolare o un giocatore cardine della Roma, ma davanti ai tanti mal di pancia di cui si lamentano le “star” del pallone, è bello anche raccontare di un proletario del mondo dorato, di un calcio che fa rimpiangere con nostalgia quello che è stato in passato. Lui invece è un “combattente”. Zeki Celik, l’augurio più grande è che, tra qualche anno, si possa parlare di te, così come oggi in tanti ricordano Bruno Peres per quel provvidenziale salvataggio in quella notte di Champions League. Una cosa certa, è che la tua avventura con la maglia giallorossa, la nostra, non finirà negli almanacchi dell’indifferenza. Ad majora Zeki. E con la Roma.

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