Se Sir Claudio diventa Ranierinho
La Roma furiosa con l’arbitro Stieler. I Friedkin col tecnico: scriveranno una lettera all’UEFA
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(GETTY IMAGES)
La Roma si stringe attorno a Claudio Ranieri. Nel day after di Porto ancora risuonano le parole del tecnico giallorosso contro l’arbitraggio del tedesco Tobias Stieler nel playoff di andata di Europa League. Parole forti e decisi, per quanto esposte con la solita eleganza e senza mai perdere lucidità e staffe. Claudio Ranieri, professione allenatore ma già dirigente, segno zodiacale bilancia, una botta di qua e una di là, un sorriso per tutti e una stretta di mano solo per chi la merita. Perché occhio a far arrabbiare una bilancia. Ha impedito ai suoi giocatori di salutare Stieler a fine gara, avevamo sentito bene e letto correttamente il labiale: «Non lo salutate! Andate via!». Poi la dose in tv, guardando dritto la telecamera e rivolgendosi direttamente all’«integerrimo» designatore Roberto Rosetti. «Ma cosa vuole dimostrare mandando un arbitro del genere?», si è chiesto Ranieri. Che forse non favorisce le italiane (colpita e affondata due giorni prima anche l’Atalanta)? «Ma così è troppo», intende forse che danneggiarle sia eccessivo? Chissà se è quello il sotteso.
Ma sta davvero diventando Mourinho? L’abbiamo pensato in molti, guardando lo sfogo di Ranieri in tv e in conferenza stampa. E più di José (sarà lui l’amico che ha ricordato a Ranieri che l’UEFA mandò Taylor in finale nel 2023?), poi, Claudio è pure dirigente in pectore della squadra della Capitale. Ha menato, come si dice a Roma, talmente forte che qualcuno teme per una possibile squalifica. Bisognerà vedere il referto di Stieler e come la prenderà l’UEFA (che si è appena sorbita la predica anche di un altro allenatore italiano, mister Europa League in bacheca Gasperini).
L’arbitro non ha inciso sul risultato a Oporto, eppure ha inciso. Ranieri non doveva “distogliere” attenzioni da una prestazione maiuscola della squadra, tutt’altro. Si è proprio imbestialito, finanche lui. Lui e la panchina, che aveva percepito fin dal primo tempo un atteggiamento di muro, per non dire ostilità, del direttore di gara e dei suoi collaboratori. Ranieri ha raccontato che prima del gol del pari dei padroni di casa ha chiesto il cambio ed è stato ignorato. L’espulsione del team manager Ricchio è avvenuta, racconta chi era in campo, per l’espressione: «Unbelievable!», incredibile, riferita agli 8 cartellini. Nessun insulto, dunque. Incredibile (come le ammonizioni di Koné e Saelemaekers, per citarne solo due).
I passi formali
I Friedkin stanno col tecnico. Lo dimostra il fatto che nei prossimi giorni partirà una lettera formale all’UEFA. Primo: c’è da scongiurare rappresaglie dal giudice sportivo; secondo: c’è da prevenire problemi arbitrali per il ritorno di una gara che vale anche diversi soldi; terzo: cosa potrebbe accadere, se la Roma andasse avanti, in eventuale derby cittadino agli ottavi o in una partita al caldo San Mames contro la squadra della città che ospiterà la finale della competizione? Quarto: difendere e rappresentare (di più e di fronte a episodi simili) i tifosi è diventata un’esigenza e non più solo una sensibilità per i proprietari. La linea contro certe ingiustizie ora sembra tracciata, come già accaduto recentemente in Italia, anche in Europa. Insomma, il garage della Budapest Arena dove sono ancora rinchiusi moltissimi romanisti quanto meno sembra un po’ più lontano.
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