Ora la Roma ha voglia di ritornare grande
C’è l’esame Porto, chi vince passa agli ottavi. La squadra di Anselmi non è nella sua migliore versione, i bookmakers vedono i giallorossi leggermente favoriti
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(GETTY IMAGES)
Non sembri un’ossessione (per quanto dovrebbe esserlo nei confronti dei Friedkin e per tutti quelli che hanno partecipato all’orrendo misfatto dell’esonero all’alba di un progetto, purtroppo, mai nato), ma se un romanista pensa a una sfida con il Porto e chiude gli occhi rivede Daniele De Rossi animarsi contro quelle maglie bianco-blu: fu lui a suonare la carica ai preliminari di Champions nella stagione 2016-17, guidando la squadra all’andata in un pareggio che poteva essere una vittoria senza la maldestra espulsione di Vermaelen, e poi finendo vittima della sua stessa irruenza nella gara di ritorno (espulso per un fallo di gioco dopo 40 minuti, con la squadra alla ricerca del pareggio, ricerca poi frustrata addirittura da una seconda espulsione, di Emerson Palmieri).
E fu ancora Daniele tra i protagonisti del doppio confronto del 2019, quello che costò la panchina a Di Francesco, l’ennesimo misfatto arbitrale perpetrato alla Roma in Europa - l’arbitro era il turco Cakir - a strozzare un’impresa che pareva impensabile, eppure proprio al do Dragao stava prendendo forma. Quel giorno si fermò il ciclo della Roma di Di Francesco, e in qualche modo la parabola calcistica di De Rossi, splendido, indomabile capitano che cinque anni dopo venne richiamato a restituire grandezza alla Roma stavolta in panchina, prima dell’indicibile dietro-front.
Questa è un’altra Roma anche se in qualche modo aveva provato a costruirla lui, ma di quel progetto non c’è più niente se non, in qualche modo, il romanismo a far da filo conduttore, da De Rossi a Ranieri. Sir Claudio ha preso in mano una squadra morta ed è riuscito a rianimarla, ma adesso arrivano ulteriori più precisi esami. Il primo stasera (calcio di inizio ore 21 ora italiana, le 20 in Portogallo, telecronaca esclusiva su Sky, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista) davanti all’appassionato pubblico del do Dragao, migliorato in bellezza dai 1000 tifosi della Roma che stanno arrivando ad Oporto per stare come sempre vicino all’amata. Non è il Porto migliore degli ultimi anni, tutt’altro: chiusa la parentesi gloriosa di Conceicao, il presidente Villas-Boas (ricordate? prima che un tumore ne fiaccasse gli ardori era considerato un allenatore con l’allure propria dei predestinati) aveva provato a clonarne le fortune ingaggiando il vice, ma l’esperimento è andato male e ora dal cilindro ha tirato fuori un altro coniglio a sorpresa, il messicano Anselmi, che ha appena cominciato a lavorare ed è visto dal pubblico ancora con un po’ di scetticismo. Per il Porto è un periodo interlocutorio, che qui significa comunque arrivare terzi, mai ottavi, così solitamente sono le coppe internazionali a determinarne il reale valore. Ecco perché l’aspettativa al do Dragao stasera è così alta per tutte e due le squadre, ecco perché il banco di prova per la Roma è decisamente interessante, ecco perché da questo confronto una squadra vedrà rilanciate le proprie ambizioni e l’altra si ritroverà a rimuginare sugli errori commessi. I bookmakers concedono un leggero vantaggio ai padroni di casa per la sfida di stasera e alla Roma per il passaggio del turno. Difficile capire che gara questa sera verrà fuori tra la prudente visione di Ranieri e la consapevolezza dei locali che non sono abituati a tornare a casa dal proprio stadio vedendo festeggiare gli avversari. Quest’anno è successo una sola volta, contro i greci dell’Olympiacos, ma quando la qualificazione a questo play-off non era in discussione. Stasera vale di più, in ogni senso.
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