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Fair Play Finanziario, Ghisolfi e il curioso "dietrofront" sul settlement agreement

Dal Corriere dello Sport al Corriere della Sera, in appena 70 giorni la diversa interpretazione del ds giallorosso sui vincoli sul mercato della Roma

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Andrea Di Carlo
10 Febbraio 2025 - 09:41

La premessa è quasi d'obbligo: nessuno conosce meglio i conti della Roma di chi vive e lavora nella Roma tutti i giorni, soprattutto di chi occupa le posizioni più alte, dal punto di vista gerarchico, nei quadri dirigenziali. E, di conseguenza, nessuno ha reale possibilità di smentire cifre o calcoli fatti nelle segrete stanze di Trigoria in sede di mercato.

Possiamo però comprendere il senso di smarrimento che hanno provato alcuni/molti tifosi della Roma (non esiste mai il "tutti" quando si parla di un sentimento così forte e diffuso come quello che lega la Roma alla sua gente) davanti alle scelte del mercato di gennaio e alle "spiegazioni" fornite dal direttore sportivo giallorosso, Florent Ghisolfi, in un'intervista al Corriere della Sera.

"La società ha firmato un settlement agreement con la Uefa nel 2022, a fronte di un deficit importante. Dura per quattro stagioni e questa è la terza, quella più restrittiva. Abbiamo lavorato sul monte ingaggi, facendolo calare di oltre il 20%, anche se alcuni stipendi nella rosa sono aumentati come prevedevano i contratti. Dobbiamo usare la logica per mantenere fede a un programma ambizioso che prevede il centenario del 2027 e il nuovo stadio". 

Siamo assolutamente consapevoli dell’obiettivo finale che la Roma vuole perseguire a fine 2026 nel rispetto del settlement agreement (deficit non superiore ai 60 milioni di euro) e anche dei nuovi vincoli del FFP, entrati in vigore nel 2025 (non si potrà spendere più del 70% dei propri ricavi e far registrare un miglioramento del 10% del patrimonio netto, se negativo)

Per questo tali dichiarazioni, se decontestualizzate, appaiono assolutamente fedeli e aderenti al momento economico-finanziario che la Roma sta vivendo. Ma che vanno però, in netta contrapposizione, con quanto affermato dallo stesso direttore sportivo giallorosso il 1 dicembre 2024, ovvero 70 giorni fa, in un'altra intervista, in quel caso al Corriere dello Sport

"L’intenzione è quella di migliorare la squadra già a gennaio, i vincoli del settlement agreement non sono più così penalizzanti. Credo che già in estate si fosse capito". In estate, in effetti, la Roma ha speso e molto, proprio perché la presa dell'UEFA sui conti della Roma sembrava essersi allentata. Invece di colpo è tornata più restrittiva che mai nel mese di gennaio. Un curioso dietrofront in appena 70 giorni.

Ma l'auspicio rimane sempre lo stesso: seguendo l'unica strada percorribile, quella indicata dall'accordo stipulato nell'agosto del 2022 con i vertici di Nyon, che si costruisca, sessione dopo sessione, una Roma sempre più competitiva. Solo in quel modo i tifosi tornerebbero a sentirsi meno smarriti. 

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