AS Roma

Ghisolfi: "Ora c'è Ranieri, non voglio parlare del prossimo allenatore". Poi su Paredes e Frattesi...

"I Friedkin amano la Roma e il progetto stadio ne è l’esempio più lampante", ha affermato il direttore sportivo giallorosso

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
09 Febbraio 2025 - 08:22

Florent Ghisolfi ha parlato in un'intervista esclusiva al Corriere della Sera. A poche ore dal fischio d'inizio tra Venezia e Roma, ecco un estratto di alcune dichiarazioni del direttore sportivo giallorosso: 

Florent Ghisolfi, da otto mesi ds della Roma, è vero quello che ha detto Claudio Ranieri e che ha terrorizzato i tifosi, cioè che il mercato della Roma è stato bloccato dal Fair play finanziario e che lo sarà anche per le prossime due sessioni?

«Ranieri ha voluto essere trasparente perché i tifosi meritano sincerità. La società ha firmato un settlement agreement con la Uefa nel 2022, a fronte di un deficit importante. Dura per quattro stagioni e questa è la terza, quella più restrittiva. Abbiamo lavorato sul monte ingaggi, facendolo calare di oltre il 20%, anche se alcuni stipendi nella rosa sono aumentati come prevedevano i contratti. Dobbiamo usare la logica per mantenere fede a un programma ambizioso che prevede il centenario del 2027 e il nuovo stadio».

Perché illudere i tifosi coi nomi di Lucca e Frattesi e poi presentarsi con Nelsson?

«Lucca non è mai stato un’ipotesi. Cercavamo un vice-Dovbyk e non un titolare. Su Frattesi abbiamo lavorato: con lui, con il procuratore e con l’Inter. Ci siamo andati vicino, tra 4 mesi vedremo se il suo arrivo è realizzabile. Il suo o quello di un centrocampista con le sue qualità».

Bisogna liberare spazio salariale. A giugno ci dobbiamo aspettare partenze «pesanti», tipo Pellegrini, Cristante, forse Dybala?

«L’obiettivo è trovare certezze sostenibili da aggiungere a quelle che abbiamo già: Koné, Dybala, Mancini, Ndicka, Svilar, Paredes che è importante in campo e nello spogliatoio. Con lui stiamo lavorando al rinnovo per un altro anno».

I Friedkin sono proprietari da agosto 2020. Come si fa a chiedere ancora ai tifosi di credere in un progetto?

«Noi non chiediamo tempo, perché nel calcio il tempo non esiste. La Roma deve portare gioia e orgoglio ai tifosi. E di gioie in questa stagione — penso al derby — ne abbiamo date poche. Chi dirige questo club dà tutto. Il che non significa che non commettono errori. Ranieri darebbe un braccio per arrivare agli obiettivi che la Roma deve avere. Non parlo di transizione: vogliamo vincere oggi e nello stesso tempo lavorare per il futuro. I Friedkin amano la Roma e il progetto stadio ne è l’esempio più lampante».

Mourinho, De Rossi, Juric, Ranieri sono molto diversi tra loro. Per il futuro c’è un nome coerente?

«Non vogliamo una squadra soltanto giovane ma un mix che preveda anche esperienza. Cerchiamo soprattutto una cosa: voglia di allenare la Roma, considerarla una prima scelta. Alcuni allenatori sono liberi, altri sotto contratto, alcuni più o meno interessati a venire qui. Per rispetto di Ranieri non mi piace parlare di allenatore futuro. Lui ci ha fatto uscire dalla tempesta. Dopo il Milan gli ho detto che non poteva risolvere tutti i problemi in due mesi e che deve girare a testa alta».

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