Quant'è dura rialzarsi: Roma ko in 11 delle 16 gare in cui ha subìto gol per prima
I giallorossi continuano a evidenziare difficoltà nel reagire allo svantaggio: solo due vittorie in rimonta e tre pareggi dopo aver incassato lo 0-1

Dovbyk ed El Shaarawy sotto al settore ospiti di San Siro ieri sera (GETTY IMAGES)
Se è vero, come recita un celebre proverbio, che «quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare», la Roma di oggi sembra essere l’eccezione che conferma la regola. Forse perché - come testimoniano le undici sconfitte nelle trentatré gare fin qui disputate (il 33%) - questa squadra dura non lo è, o perlomeno non lo è sempre. Perché a volte ha saputo prendere il toro per le corna, indirizzando la partita nel migliore dei modi (derby, Parma, Braga, Eintracht), ma in tante altre circostanze si è lasciata abbattere dalla prima difficoltà. Non è questo il caso di San Siro, dove tutto sommato i giallorossi hanno giocato (e creato occasioni) dopo il primo gol di Abraham, ma senza riuscire a pungere.
Non può essere un caso che i giallorossi, con tre allenatori diversi a guidarli, abbiano sempre avuto difficoltà a rimontare quando hanno subito il primo gol: su sedici circostanze in cui ci siamo ritrovati sullo 0-1, undici volte abbiamo perso; in tre occasioni siamo riusciti a pareggiare (contro Tottenham, Milan in campionato e Napoli domenica scorsa), e soltanto due volte abbiamo ribaltato la gara, ottenendo una vittoria. Il ko di San Siro è soltanto l’ultimo esempio di una lunga serie, cominciata già alla seconda di campionato contro l’Empoli, il 25 agosto scorso, quando in panchina sedeva ancora Daniele De Rossi. In quell’occasione, come accaduto anche altre volte, non solo non siamo riusciti a pareggiare, ma anzi abbiamo incassato pure il raddoppio nel giro di 20’: dopo il gol di Gyasi al 45’, arrivava quello di Colombo su rigore al 61’. S’è fatto ancora peggio a Firenze, quando tra il 9’ e il 41’ ne abbiamo presi tre: in panchina sedeva Juric, col quale non siamo riusciti a rimontare neppure contro Elfsborg, Inter, Verona e Bologna; anche con il croato, il primo gol incassato è stato una sentenza, o quasi. L’unica partita ribaltata da situazione di svantaggio con lui è stata quella all’Olimpico contro il Venezia (nostro prossimo avversario), il 29 settembre scorso, quando Cristante e Pisilli ci hanno regalato il 2-1, rispondendo alla rete di Pohjanpalo al 44’,
Con Ranieri al posto di Juric le cose sono evidentemente migliorate, ma le ricadute sono state - e continuano a essere - frequenti, purtroppo. Ripreso due volte il Tottenham nel 2-2 di Europa League, i giallorossi non hanno saputo rispondere al Napoli (0-1), né all’Atalanta (0-2, con due reti nell’arco degli ultimi 20’). A Como era certo difficile reagire alla doccia fredda al 93’ (con raddoppio poi al 97’), così come rispondere allo 0-1 all’80’ contro l’AZ Alkmaar. Le cose sono andate un pochino meglio contro il Milan (il 29 dicembre scorso in campionato) e con il Napoli domenica scorsa. A Udine i giallorossi sono riusciti di nuovo a ribaltare le sorti dell’incontro, a distanza di quattro mesi dall’unica altra volta: chiuso il primo tempo sotto di un gol, nella ripresa i rigori di Pellegrini e Dovbyk ci hanno permesso di portare a casa i 3 punti.
A proposito di punti: in tutto sono 9 quelli ottenuti dopo essere andati sotto per primi, sui 48 disponibili. Certo non si pretendeva di raccoglierne 40, ma almeno qualcuno in più rispetto a questo misero bottino. Se si vuole davvero risalire in campionato e andare il più avanti possibile in Europa, e non soltanto a parole, occorre migliorare anche in questo: rialzarsi dopo un colpo subito e non rimanere al tappeto.
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