La rivoluzione bianca
Nessuno stravolgimento della rosa, come annunciato dopo la sconfitta di Como. Cinque cessioni e cinque acquisti. Nelsson si presenta: «Qui c’è l’obbligo di vincere»

(GETTY IMAGES)
Da sempre, quel che nasce da una rivoluzione, viene contraddistinto su una bandiera dal colore rosso, per lo spargimento di sangue necessario al fine ultimo. Ci sono state però, nel corso dei secoli, anche rivoluzioni “bianche”, senza vittime o carnefici. Ecco, quella andata in atto a Trigoria nella sessione invernale di mercato, potrebbe far parte di questa seconda categoria. Sempre che di “rivoluzione” si voglia parlare: ambizione fatta trapelare dai Friedkin dopo la sconfitta a Como, di metà dicembre. Lì per lì, sembrava che nessuno dentro lo spogliatoio potesse ritenere il suo posto sicuro, ma la realtà, stavolta, non ha superato la fantasia. Ghisolfi ha chiuso il mercato con 10 operazioni all’attivo: 5 cessioni e altrettanti acquisti.
Quattro quinti di chi ha salutato, in realtà, erano frutti dell’ultima sessione, quella estiva, dove gli investimenti da circa 120 milioni di euro avevano lasciato sperare a ben altre ambizioni in campionato. Senza ritornare su errori e colpe, fa effetto pensare che già così tanti giocatori abbiano lasciato il Bernardini, come comete poco brillanti. I nomi sono quelli di Le Fée, Ryan, Hermoso e Dahl, a cui si è aggiunto Zalewski. Tutte cessioni in prestito, fatta eccezione per il portiere australiano, che ha permesso alla società di fare una mini-plusvalenza, visto il suo ingaggio in estate a parametro zero e il compenso da circa €750.000 riconosciuto dal Lens per il suo cartellino. Per il resto, la Roma ha ricavato circa altri 2 milioni, per prestiti che potrebbero fruttarne potenzialmente altri 39.5 in estate (per i riscatti di Le Fée, obbligo condizionato, Zalewski e Dahl, a cui andrebbe aggiunto anche il 20% sulla futura rivendita).
Passando a chi è arrivato, la Roma ha sostituito Ryan con Gollini, nel ruolo di vice-Svilar (versato 1 milione nelle casse dell’Atalanta), comprando a titolo definitivo anche due giovani esterni dal calcio olandese, come Rensch (6 milioni all’Ajax) e Salah-Eddine (8 milioni al Twente). A questi soldi, va aggiunto il milione speso per i prestiti di Nelsson e Gourna-Douath, per un totale di 16 milioni investiti. Insomma, sebbene dei paletti per il Fair Play Finanziario ci siano, come spiegato ieri da Ranieri, Ghisolfi è riuscito ad investire ancora, considerando anche l’impegno da 18 milioni preso col Salisburgo in vista di giugno da per il riscatto, obbligatorio al verificarsi di determinate condizioni, di Gourna-Douath.
Tutte operazioni interessanti, ma di contorno, senza stravolgimenti nella rosa o titolari acquistati. In attesa che il campo dia le sue risposte, Ranieri in queste ore sta provando già a farsi un’idea dei volti nuovi. Sir Claudio, già domani sera, dovrà decidere chi di loro escludere dalla lista Uefa per la fase a eliminazione diretta dell’Europa League. Da quella presentata a settembre sono usciti in quattro (Dahl non era stato inserito), ma se ne possono aggiungere soltanto tre, da regolamento. Quindi in due resteranno fuori. Sicuramente non Gollini, visto che la Uefa richiede due portieri nella Lista A (il giovane Marin è in Lista B).
Chi ha grosse chance di essere incluso è Nelsson, vista l’uscita di Hermoso. Il centrale danese ieri si è presentato, con la prima intervista ai microfoni del club. «Per me è un’emozione essere qui. Non vedo l’ora di iniziare e sono contento di ritrovare Angeliño (suo ex compagno al Galatasaray, ndr)». E ancora: «In un club come la Roma, l’obiettivo è solo di vincere il più possibile e competere per i trofei a fine stagione. Per la mia carriera è un grande passo in avanti, un’opportunità da sfruttare. Ho voglia di fare bene e di crescere». Benvenuto Victor.
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