AS Roma

Roma-Napoli, un Angel ci indica la strada

Ranieri stupisce con la formazione inedita. Spinazzola firma il vantaggio, lo spagnolo pareggia al 92’

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
03 Febbraio 2025 - 06:00

Un Angelo ci indica la strada all’ultimo secondo, anzi, un Angeliño, e non proprio all’ultimo, tanto che se Fabbri avesse lasciato giocare ancora per qualche istante (dei cinque minuti di recupero, per almeno due il gioco è stato fermo) la sensazione era che l’inerzia fosse ormai tutta a favore della Roma e magari sarebbe arrivato il miracolo completo. Invece tra Roma e Napoli è finita 1-1, la corsa delle due squadre  conosce un minimo rallentamento, le serie positive segnano il passo: erano sette le vittorie consecutive del Napoli in campionato esattamente come erano sette le vittorie consecutive in casa della Roma nelle varie competizioni. Il risultato è giusto perché se il Napoli è sembrato più squadra e nel primo tempo aveva meritato il vantaggio (lancio di Juan Jesus, rifinitura di Spinazzola, che beffa...), nella ripresa ha decisamente abbassato il baricentro e progressivamente lasciato il campo alla Roma, mentre Ranieri si giocava le carte migliori, quelle che aveva tenuto nascoste pensando al prossimo impegno di Coppa Italia, mercoledì in casa del Milan che ieri ha fermato l’Inter nel derby.

Il tecnico aveva provato a giocare uno scherzetto tattico al suo amico Conte, schierando una formazione con un sistema a dire il vero non inedito perché proprio al suo esordio sulla panchina giallorossa e proprio col Napoli aveva scelto questo 433 piuttosto prudente, una sorta di 451 con sei cambi rispetto a giovedì, con i due inediti esterni alti sulla linea dei centrocampisti (Soulé a destra ed El Shaarawy a sinistra, a coprire i fianchi del terzetto di centrocampo con Cristante in regia, fischiato ad ogni retropassaggio, Koné e Pisilli mezze ali) e una linea di 4 difensori con Rensch, Mancini, Ndicka ed Angeliño. Baricentro basso, come testimoniava il compito difensivo di Shomurodov mandato a sporcare la prima impostazione di Lobotka, con campo lasciato dunque libero ai due centrali di Conte. Dall’altra parte lo schieramento a “specchio” del Napoli, con tante conoscenze tattiche in più però, e quindi valido solo sulla carta perché di fatto era molto più offensivo, visto che Di Lorenzo e Spinazzola sono terzini solo nominali che spesso fanno le ali e altre volte i centrocampisti d’assalto (così è nato il gol del vantaggio), perché Juan Jesus e Rrahmani difendono ma accompagnano l’azione senza alcun imbarazzo (facilitati dalla libertà concessa loro da Ranieri), perché le ali (Politano e Neres) fanno le ali e premono alti, perché Lukaku è un riferimento costante offensivo e non ha compiti difensivi sui centrocampisti avversari (come Shomurodov, appunto) e perché Anguissa e McTominay, le mezze ali di Conte, sono due giganti costantemente accesi, e attaccano la linea difensiva senza soluzione di continuità, e quando devono difendere non guardano troppo per il sottile. Con queste premesse è inevitabile che sia stato il Napoli a fare la partita e la Roma a guardare, anche se non sono arrivate occasioni in serie: anzi, alla fine del primo tempo il dato degli xg era appena di 0,22 per squadra. In particolare è stata la Roma a rendersi insidiosa inizialmente sfruttando qualche spazio concesso dagli avversari protesi nella metà campo opposta.

Come al 21’ quando, battendo un fallo laterale velocemente, Rensch ha mandato Soulé nella metà campo napoletana senza troppa opposizione e l’argentino quando ha spazio fa ciò che vuole: e infatti è rientrato agevolmente sul sinistro da destra, ma poi ha clamorosamente sbagliato la scelta, ignorando El Shaarawy completamente libero dall’altra parte e calciando addosso a Rrahmani. E subito dopo con un’altra ripartenza veloce che ha portato Pisilli al tiro, deviato in corner senza che Fabbri se ne fosse accorto. E sul capovolgimento di fronte è stato il Napoli ad entrare in area pericolosamente, con Lukaku a scaricare su McTominay per un tiro agevolmente bloccato da Svilar. Al 25’ ci ha provato El Shaarawy con un destro oltre la traversa, al 28’ Shomu ha scaricato per Soulé che ha provato a calciare di esterno collo e invece l’ha presa di interno collo, così la palla è uscita di tanto. Però la partita continuava a farla il Napoli e all’improvviso Spinazzola, con un semplice contromovimento in inserimento interno su lancio di Juan Jesus, ha colto di sorpresa Mancini (dirà alla fine che la disabitudine alla difesa a quattro gli ha giocato un brutto scherzo), anche se il grosso dell’errore è stato di Svilar che uscendo incontro all’ex giallorosso gli ha di fatto indicato la strada, spalancandogli la porta al facile pallonetto. Al 31’ Shomurodov, preciso e applicato sia nelle sponde che nelle rincorse in avanti, ha fatto da torre per Pisilli che ha saltato Juan Jesus ma si è fatto poi fermare ancora da Spinazzola. Subito dopo una costruzione dal basso del Napoli ha mandato McTominay al cospetto di Svilar, dopo un gran movimento della catena laterale destra, con rifinitura di Politano imbeccato da Lukaku: bravissimo Koné a sbilanciare l’avversario con una spintarella dentro i limiti del regolamento. Nel finale di tempo l’occasione più ghiotta per il pareggio della Roma, prima con un cross di Angeliño deviato di testa di Ndicka e poi sul successivo tap-in dell’ivoriano con Shomu che ha mancato il colpo vincente a un centimetro dalla porta. Morale: il Napoli costruiva le sue fortune con maggior applicazione, la Roma si affidava più all’estro del momento e alle ripartenze negli spazi concessi.

Il primo pericolo della ripresa è stato portato da un’altra bella combinazione stretta dei giocatori del Napoli, con una verticale di Lobotka lasciata passare da Lukaku per Anguissa che ha girato verso McTominay, bravo a calciare di prima, un po’ meno con la mira (alto). Poi El Shaarawy ha sentito un dolore dopo uno scatto e Koné ha subito un duro colpo in un contrasto in cui ha rimediato l’ammonizione. Ranieri ha colto la palla al balzo per richiamare entrambi in panchina, per la sorpresa del francese che aveva fatto chiaramente intendere ai medici di non voler lasciare il campo. Dentro Paredes in regia (Cristante spostato a mezzala) e Saelemaekers da esterno d’attacco a sinistra. Al 16’ una buona costruzione dal basso romanista (a sinistra) ha trovato sfogo in uscita alta sul fronte destro, per poi tornare attraverso un possesso di tipo rugbistico dall’altra parte, per la rifinitura finale di Angeliño, respinta. Al 19’ Ranieri si è giocato l’all-in, richiamando Cristante per inserire Dovbyk: baricentro definitivamente alzato per un 424 con doppio centravanti e due ali di ruolo, Soulé a destra e Saelemaekers a sinistra.

I pericoli veri della Roma sono arrivati in ogni caso solo su punizione, entrambe sulla destra, entrambi calciate da Paredes: la prima, al 20’, ha dato l’illusione da gol (e invece la palla è finita sull’esterno della rete), la seconda, al 30’, è stata invece respinta dal palo. In mezzo ci sono state un po’ di discussioni tra ex amici, per via di un’entrataccia di Lukaku su Paredes (lacerato il calzettone, niente giallo per il disattento Fabbri), poi per una discussione tra Paredes e Spinazzola. In più Fabbri ha voluto punire un colpo di gomito di Saelemaekers fuori area col braccio comunque attaccatissimo al corpo e ha sanato un clamoroso salvataggio di Rensch su conclusione di Lukaku rendendo vana l’impresa con la segnalazione di un precedente fuorigioco. Al solito, Conte ha abbassato il suo baricentro togliendo Neres per inserire Mazzocchi, mentre Ranieri alzava ulteriormente il suo richiamando Rensch (per sostituirlo aveva pensato a Celik, ma poi gli ha preferito Baldanzi abbassando Saelemaekers come quarto di difesa), e mettendo Dybala al posto di Shomurodov. Conte non abbassava lo sguardo, e mandava in campo prima Simeone e poi Raspadori completando la sostituzione degli attaccanti. E così si arrivava al recupero, con i cinque minuti concessi da Fabbri per via delle numerose perdite di tempo dei napoletani.

Dopo un paio di giri Mancini è stato bravissimo a contenere una ripartenza temibile su Simeone e a far ripartire l’azione romanista con Svilar che andava a cercar gloria sulla fascia destra dove Soulé, a dispetto dei crampi che pochi minuti prima sembravano precludergli altre possibilità, andava a triangolare con Saelemaekers, sul cui delizioso cross verso il secondo palo, ha impattato incrociando con il suo sinistro collo proprio Angeliño, castigatore del Napoli come pochi giorni prima dell’Eintracht, per la rabbia di Conte e la gioia degli altri 60.000 romanisti presenti. E ora sotto con il Milan.

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