AS Roma

El Shaarawy e i suoi fratelli: ora è tempo di essere protagonisti

Stephan è l'esempio per tutti quei calciatori che finora sono stati utilizzati meno da Ranieri: da Soulé a Hermoso, il calendario fitto ora offre loro una chance

Stephan El Shaarawy e Tommaso Baldanzi

Stephan El Shaarawy e Tommaso Baldanzi (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
19 Gennaio 2025 - 16:11

Ranieri lo ha detto a chiare lettere: ora che si comincia a giocare con regolarità ogni tre giorni, serve l’aiuto di tutta la rosa. Anche di quelli che finora hanno giocato meno. Se, infatti, da quando ha rilevato Juric il tecnico testaccino si è affidato per lo più a un undici fisso, gli impegni in Europa League e Coppa Italia che vanno a inserirsi tra quelli di campionato impongono il caro vecchio turnover. Sia chiaro: niente stravolgimenti clamorosi nella formazione titolare, bensì delle rotazioni ragionate che possano permettere ad alcuni elementi di tirare il fiato di tanto in tanto, di modo che possano rendere al meglio quando vanno in campo e soprattutto evitino infortuni.

In tal senso, il tecnico testaccino può contare su alcune garanzie. La prima si chiama Stephan El Shaarawy, decisivo contro il Genoa: mandato in campo nella ripresa, il Faraone ha cambiato le sorti dell’incontro, firmando peraltro il gol del 2-1. Ormai da anni l’ex milanista ha assunto il ruolo di “dodicesimo”, una sorta di co-titolare in grado di rendersi utile quando è stato chiamato in causa. Al punto tale che ora, con un Pellegrini non brillante, si candida per una maglia da titolare come partner di Dybala alle spalle di Dovbyk. Sulla falsariga di Elsha anche Niccolò Pisilli, jolly del centrocampo che Ranieri sta utilizzando sia come mezzala sia come trequartista. Anche il ventenne romano, pur non essendo un titolare inamovibile, ha saputo dare le risposte che il tecnico si aspettava, e data la sua duttilità può rappresentare un’alternativa sia a Koné, sia a Pellegrini/Dybala. Discorso simile per quanto riguarda Tommaso Baldanzi: dopo i primi sei mesi di ambientamento, ora l’ex Empoli appare leggermente più spigliato, e viene costantemente mandato in campo a gara in corso. Ranieri apprezza l’atteggiamento con il quale il toscano entra in gara, con la voglia di incidere, foss’anche solo con una rincorsa sul portatore di palla avversario.

Da chi Ranieri si aspetta risposte importanti è Matias Soulé: coccolato nella conferenza stampa pre-Genoa («Credo molto in lui: è il futuro della Roma»), l’argentino ha dovuto fare i conti con le aspettative date dal costo del suo cartellino e con un inizio in giallorosso a dir poco turbolento, con tre allenatori nel giro di tre mesi. L’impegno e l’abnegazione da parte sua non mancano, ma ora ci si attendono anche giocate di qualità e - possibilmente - gol. Anche perché il ragazzo deve dimostrare di poter essere davvero l’alternativa a Dybala. Finora Ranieri lo ha schierato titolare soltanto contro il Braga, concedendogli qualche spezzone qua e là, ma ha promesso che a breve arriverà anche il suo momento.

Capitolo difesa: con il terzetto Mancini-Hummels-Ndicka inamovibile, è sparito dai radar Hermoso, che ha dovuto fare i conti anche con un infortunio. In attesa che il mercato porti un altro centrale, lo spagnolo è chiamato a dimostrare di non essere quello visto nei primi mesi. Sulla fascia destra Celik e Abdulhamid avranno ora la concorrenza di Rensch, fermo restando che il titolarissimo da quella parte è Saelemaekers. A sinistra resta ai margini Dahl: da quella parte le uniche vere alternative ad Angeliño sono state El Shaarawy o lo stesso Saelemaekers. Chissà che, anche qui, il mercato non possa offrire qualche soluzione.

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