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Roma-Genoa, senza sosta la marcia all’Olimpico

Sblocca Dovbyk (11’ sigillo), pareggia Masini, poi entra e risolve El Shaarawy prima dell’autogol di Leali

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
18 Gennaio 2025 - 06:00

La Roma inaugura con una secca e convincente vittoria la giornata numero 21 del campionato di serie A e supera momentaneamente al nono posto l’Udinese, che domenica 26 affronterà a domicilio sperando di interrompere il tabù delle mancate vittorie fuori casa. Funziona a perfezione invece la Roma casalinga nella gestione Ranieri: quella di ieri sera, nel frigo dell’Olimpico davanti a 62217 persone (con tanta gente entrata in ritardo per via di un disservizio nella tecnologia che consente di passare i tornelli), è stata infatti la sesta vittoria consecutiva tra campionato (quattro) e coppe (una per tipo), ed è anche la prima sconfitta fuori da Genova della squadra di Vieira che si è confermato squadra ostica e tatticamente accorta, stavolta con una sorta di 442 congegnato su due linee strette e ravvicinate di uomini (in difesa De Winter, Bani, Vasquez e Martin, a metà campo Zanoli, Frendrup, Masini e Miretti) con Thorsby ad accompagnare le incursioni offensive dell’unica vera punta, Pinamonti, ma anche pronto a ripiegare con la sua infaticabile corsa a complicare la prima impostazione romanista.

Ranieri aveva confermato invece (e tre) la squadra del derby, quella con tutta la qualità possibile dai difensori (Mancini, Hummels e Ndicka, implacabili nelle chiusure, puliti nell’impostazione) agli esterni (Saelemaekers ed Angeliño, reattivi e propositivi), passando per i mediani Paredes e Koné, per i trequartisti Dybala e Pellegrini fino al riferimento più offensivo Dovbyk. Dallo scacchiere tattico è uscita una partita equilibrata, con la Roma spostata in avanti nel baricentro e proiettata naturalmente nelle sue pressioni alte come quasi ai tempi infausti di Juric ma senza gli squilibri nelle ripartenze avversarie. Anzi, la Roma ha costruito bene senza subire per gran parte del tempo: già al 2’ con Angeliño ben servito da Pellegrini a cercare dall’altra parte Saelemaekers, per la conclusione in diagonale fuori misura, e poi al 4’ con un’altra conclusione del belga stavolta alta, e infine al 9’ con una conclusione guadagnata da Dybala e calciata dallo stesso argentino a stamparsi sulla traversa assai vicino all’incrocio dei pali.

Voleva festeggiare così la sua centesima in giallorosso (di cui le ultime otto consecutive da titolare), non c’è riuscito: ma dopo un primo tempo insolitamente impreciso, nel secondo è stato incontenibile Al 16’ si è affacciato in avanti il Genoa, con una bella uscita dal basso fino all’ingresso in area a destra di Zanoli, bravo a servire Miretti che ha tirato però piano, facilitando il controllo agevole di Svilar. Al 25’ il gol che sembrava poter mettere subito  in discesa la serata, nato da un’apertura di Dybala sulla destra per Mancini, nella ormai consueta posizione di terzino destro, con suggerimento in verticale per Saelemaekers che da destra ha spedito in area il consueto cross forte a tagliare l’area e a scendere sul secondo palo dove Pellegrini è arrivato per deviare in porta senza troppa forza, per la respinta disperata di Leali e il tap-in vincente di Dovbyk, all’undicesimo sigillo di stagione, e siamo solo a metà cammino.

Qui la Roma ha forse commesso l’errore di considerare compiuto il compito più difficile, quello si sbloccare la partita chiusa, e si è accontentata di gestire in maniera un po’ accademica la partita senza insistere troppo sul ritmo più elevato e il Genoa ha ripreso fiato. Significativo un episodio al 29’, con Bani fuori causa per un fastidio muscolare e quindi fuori dalla fase difensiva della sua squadra, e la Roma pigra nella verticalizzazione proprio nella parte di campo svuotata, con Pellegrini a servire Dybala senza la giusta convinzione. E subito dopo l’ingresso di Sabelli per Bani infortunato, è arrivata la punizione, su calcio d’angolo, con la colpevole distrazione di Pellegrini, in marcatura su Masini, ingannato dall’idea che qualcuno davanti a lui potesse toccare quel pallone di testa, e invece la sfera è scesa alle spalle del mucchio e Masini (all’esordio dal primo minuto) è intervenuto prima di lui, calciando al volo e dritto in porta, sorprendendo Svilar e andando a festeggiare correndo e urlando fino all’abbraccio di ringraziamento a Vieira. L’unico dato rilevante, fino alla fine del primo tempo, è arrivato da un infortunio subito da Pellegrini al 39’, con Sabelli che gli è sostanzialmente caduto sul ginocchio: assai dolorante, il capitano è rimasto in campo nei restanti otto minuti, ma dall’intervallo è riemerso El Shaarawy, smanioso di far bene alla trecentesima partita con la maglia della Roma. Ci riuscirà.

Curiosamente, i due gol della ripresa sono arrivati entrambi dopo due azioni nelle quali la Roma aveva protestato per possibili scorrettezze punibili con il rigore e su cui invece l’arbitro Zufferli aveva soprasseduto. Nel primo caso, al 14’, un evidente fallo di mano a braccia larghe di Sabelli aveva indotto mezza squadra a protestare, ma l’azione è proseguita per un paio di minuti fino a quando Angeliño ha ricevuto una palla invitante da El Shaarawy e ha sgasato sulla fascia, ha servito Dybala che ha controllato il pallone prima di scaricarlo per l’accorrente El Shaarawy che senza pensarci ha calciato di piatto forte sul secondo palo, cogliendo proprio l’angolino sgombro. Vieira è corso ai ripari subito dopo, inserendo i 2006 Ekhator e Venturino per Thorsby e Zanoli, passando dunque ad un reale 442. Ma la Roma stavolta non ha commesso l’errore di abbassare i ritmi, trascinata da un Dybala spaziale e da un El Shaarawy implacabile.

Proprio il Faraone, al 27’, è entrato in area ed è stato steso con un contrasto ginocchio contro ginocchio, ma l’arbitro nella sorpresa generale ha fatto proseguire. E ancora una volta, la Roma ha continuato a spingere soprattutto sulla fascia sinistra, bucando un minuto dopo ancora il dispositivo difensivo con una verticale stavolta di Koné, sull’assist al centro per Dovbyk è intervenuto Sabelli, poi la palla è rimpallata sul tallone di Leali e infine, nel tentativo di anticipare Dybala, lo stesso Leali l’ha deviata da terra col piede facendola finire nel sacco, senza che Paulo riuscisse a toccarla. In un modo o nell’altro, in ogni caso, è stato così sancito il 3-1 che poi si è trascinato fino al 90’. Ranieri ha dato fiato a Saelemaekers, Hummels, Dybala e Dovbyk mettendosi col 433 con gli inserimenti di Celik, Pisilli, Soulé e Shomurodov, Vieira ha cambiato Miretti con Kasa e sono arrivate altre occasioni: un destro di Pinamonti in diagonale fuori misura, un destro moscio di Pisilli mirabilmente servito da El Shaarawy e un delizioso sinistro alto di Soulé dopo aver saltato due avversari su calcio d’angolo: ma sto ragazzo non è proprio fortunato, per il momento.

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