AS Roma

Addio al "Ragno Nero", tra i successi a Milano e il cuore lasciato a Roma

È famoso per essere stato il portiere dei rossoneri degli Anni 60, ma non ha mai nascosto di aver sempre mantenuto un legame fortissimo con i colori giallorossi

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Vittorio Cupi
09 Gennaio 2025 - 14:17

È famoso per essere stato il portiere dei successi del Milan di fine Anni 60, ma la squadra in cui ha giocato più di ogni altra è stata la Roma. E Fabio Cudicini ogni volta che è stato chiamato a parlarne, non ha mai nascosto di aver sempre mantenuto un legame fortissimo con i colori giallorossi. Arrivato nel 1958, dopo poco tempo tolse il posto di titolare a Luciano Tessari, che qualche anno dopo sarebbe stato il suo allenatore proprio al Milan. "Era molto fragile fisicamente e dovevi centellinare il suo lavoro - ha raccontato Tessari - Rocco mi diceva: “oh, se me lo rompi ti ’masso”, e noi siamo riusciti a farlo stare bene, portandolo alla conquista, con la maglia del Milan, di scudetto, Coppa dei Campioni e intercontinentale, insieme ad altri cinque “scarti” della roma».

La salute fisica non era scontata per un ragazzo alto 1 metro e 91 centimetri - normale per i portieri di oggi, molto meno per quelli di ieri, anzi, dell'altro ieri - che pesava poco più di 80 chili. Lui ha sempre lavorato molto sul fisico e per migliorare il difetto che proprio il fisico gli dava, cioè la reattività sui palloni bassi. "Paravo con i piedi, ma ero troppo alto per tuffarmi", raccontò. Semplice. Taciturno, e quindi a suo agio in un ruolo solitario come il portiere (che ispirò una poesia a un suo concittadino illustre, il triestino Umberto Saba). Una volta, mentre era infortunato, prima di una partita di coppa con l'Hertha Berlino, fece arrivare un telegramma in albergo per i compagni. "Forza Roma", c'era scritto. Nella finale di andata di Coppa delle Fiere, Birmingham-Roma 2-2, regalò probabilmente una delle più grandi prestazioni di un portiere in maglia giallorossa. L'allenatore del Birmingham, Geo Merrick, ex portiere, gli strinse la mano e disse: "Non ho mai visto un portiere così". La Gazzetta dello Sport scrisse che "Cudicini ha evitato un passivo di 8 gol alla Roma". Al ritorno la Roma vinse 2-0 e buona parte della coppa è merito suo. Era già il "ragno nero", per via della calzamaglia che spesso portava sotto i calzoncini, anche se il soprannome arrivò quando stava al Milan.

Con la Roma ha vinto anche una Coppa Italia, ha parato due rigori al derby, ne ha anche segnato uno in Coppa Italia contro la Fiorentina. E' stato anche capitano, il 27 marzo 1966 proprio contro il Bologna, cioè il prossimo avversario della Roma. Oronzo Pugliese credeva fosse finito, a 30 anni, e lo lasciò andar via. Lui lo seppe durante la tournée in Australia nel 1966, pianse, andò al Brescia e pensò di smettere. Il Milan credette in lui e divenne protagonista di un'epopea di successi incredibile.
E' stato romanista fino all'ultimo. "Prendete Zoff", disse a qualche dirigente, che non lo ascoltò. E' rimasto romanista anche dopo, è tornato all'Olimpico per la cerimonia della Hall of Fame nel 2012 e per rivedere i compagni con cui aveva vinto la Coppa Italia del 1964, nel 2014. Molti conoscono la carriere del figlio Carlo, famoso soprattutto per i suoi anni al Chelsea. Pochi ricordano che Carlo esordì proprio in una sfida tra Roma e Milan di Coppa Italia, vinta dalla Roma 2-0 e subendo un pallonetto da Caniggia che ancora oggi viene ricordato come un momento epico nella storia romanista. Forse è stata l'unica volta in cui, dal 1958 fino a due giorni fa, non è stato contento per un gol segnato dalla Roma. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIATI