Imperatore Claudio, re dei derby
Lazio battuta 5 volte su 5 da tecnico della Roma. I meriti per la squadra ritrovata e la base per il nostro futuro
Quando è tornato, a fine novembre, eravamo tutti concentrati sul suo terzo mandato da allenatore della Roma, il Ranieri-ter, numeri irraggiungibili anche per un Presidente della Repubblica. Dopo aver battuto la Lazio per 2 a 0 l’altro ieri, per molti è diventato Claudio V, imperatore o Papa - che ha indirizzato subito al meglio l’anno del Giubileo - scegliete voi ma, di sicuro, Claudio Ranieri è il re dei derby. Cinque stracittadine vinte su cinque vissute sulla nostra panchina, nessuno mai nella storia come lui. Dopo i quattro consecutivi tra il 2009 e il 2011 - striscia che aprì alla manita poi chiusa con Montella allenatore - il punto esclamativo nella prima gara del 2025. Un percorso netto, in direzione ostinata e contraria rispetto alla cabala e ad un presunto equilibrio - in realtà falso storico - di una sfida che vale sempre tanto.
Sia chiaro, la stagione della Roma non è divenuta trionfale all’improvviso per un derby vinto, agevolmente e con la pratica chiusa dopo soli 18 minuti. Va constatato però, ormai inequivocabilmente, come la prima missione Ranieri l’abbia portata a termine. Il gruppo di giocatori sconnesso preso un mese e mezzo fa, sotto la sua guida esperta è diventato una squadra. Sono d’accordo. «Ora siamo squadra, ognuno sa ciò che deve fare - ha detto lo stesso Sir Claudio dopo Roma-Lazio 2-0. Dobbiamo continuare così. Il girone di andata non è stato bello e ora dobbiamo dimostrare che abbiamo passato la nottata. Ora dobbiamo far vedere un po’ di sole». Anche se tenta, a parole, di evitare le luci dei riflettori lasciandole alla squadra, se il buio tutt’attorno ha lasciato spazio ad un po’ di luce e a quest’alba romanista, i meriti sono soprattutto i suoi. Quelli di un uomo di calcio, che conosce bene l’ambiente romanista e scelto dai Friedkin proprio in virtù di queste sue due qualità. Preso per raddrizzare la barca - mentre altre navigano in mari agitati - fino al termine della stagione, indicando poi alla proprietà il tecnico del futuro e affiancandolo nei nuovi panni da dirigente.
Questa è ancora l’intenzione dentro Trigoria o ovunque nel mondo siano i Friedkin, soddisfatti ovviamente dei risultati recenti. L’idea, che circola sempre più insistente, di vedere Ranieri sulla panchina della Roma anche nella prossima stagione, non è sul tavolo delle discussioni ad oggi, ma nel calcio è impossibile escludere a priori uno scenario simile. La società e Sir Claudio in primis proveranno a portare nella Capitale un allenatore di alto livello, certo è che, qualora i prescelti dovessero declinare l’invito, la via d’uscita Ranieri sarebbe lì a portata di mano.
Tutti discorsi prematuri, comunque, perché ciò che più conta è la strettissima attualità. Il derby vinto e, anche, la prossima sfida, in programma domenica pomeriggio al Dall’Ara, contro il Bologna. Per cominciare a preparare la gara in Emilia, il tecnico ha dato appuntamento ai suoi calciatori domattina, a Trigoria, concedendo così due giorni di meritato riposo al gruppo. Nelle sue parole postpartita, però, Ranieri ci ha tenuto a sottolineare come non accetterà cali di tensione o prestazioni sotto il livello di quella messa in campo contro la Lazio. Nessun passo indietro, nessun Como-bis, insomma.
Quella in riva al lago, d’altronde, rimane l’unica macchia dell’ultimo periodo, con la Roma in grado di vincere cinque delle ultime sette gare disputate in tutte le competizioni. Successi arrivati tutti all’Olimpico, all’interno di mura tornate amiche sul serio e per tutti. Compreso Pellegrini, la mossa a sorpresa di Ranieri nel derby. Il giocatore che l’ha deciso, il capitano che s’è ripreso la sua gente - la Curva non l’aveva mai abbandonato. Un altro successo del tecnico. Chiamatelo Sir, imperatore, Papa: Oggi come ieri, Claudio Ranieri.
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