L'imperativo di Dovbyk: ripartire forte puntando Dzeko
L’ucraino in crescita, vuole il gol al primo derby come Edin
Una chiusura del 2024 in netta crescita e la speranza di iniziare il 2025 nel migliore dei modi possibili: con un gol nel derby. Sarà per la cifra spesa per prenderlo dal Girona, o anche per le aspettative date dal titolo di “Pichichi” nella scorsa Liga, ma dell’inizio di stagione di Artem Dovbyk si è parlato tantissimo, a volte anche troppo. Non è ben sorretto dai numeri, per esempio, il paragone con la prima annata di Edin Dzeko con la maglia giallorossa: il bosniaco come ben noto faticò molto, totalizzando 10 reti in tutte le competizioni in 39 presenze nella stagione che iniziò con Rudi Garcia in panchina e in cui subentrò Spalletti nel gennaio 2016. Artem per ora si attesta a quota 9 marcature tra Serie A, Europa League e Coppa Italia (Dzeko ci arrivò soltanto a marzo), in un’annata in cui si è già al terzo tecnico in panchina e, dopo tanta confusione e false partenze, sta trovando la sintonia con Ranieri e col gioco della squadra.
Non è un numero esaltante, certo, l’ucraino ha avuto delle mancanze importanti sotto porta ed è stato rallentato anche dai problemi al ginocchio, ma dopo un mese e mezzo di digiuno, il 18 dicembre contro la Samp si è sbloccato (segnando una doppietta e mancando almeno altre due occasioni limpide) per poi ripetersi in campionato. Con il tempo ha aumentato il suo rendimento e il suo coinvolgimento generale, tanto da fornire anche due assist, uno col Parma e l’altro, decisivo e bellissimo, col tacco per Dybala contro il Milan. «Un ragazzo molto sensibile - ha detto di lui in conferenza l’allenatore Ranieri - era abituato a giocare diversamente ma ora cominciamo a capirci. Non ha ancora segnato tanto ma le occasioni se le crea, con le reti arriverà la fiducia».
Quale modo migliore allora di implementare la consapevolezza che tornare a segnare alla prima volta in una gara così importante e, in tema di gol al debutto nel derby (come in tante altre cose), lo stesso Edin Dzeko può essere un modello da seguire: il bosniaco andò a segno in entrambi i derby del suo primo anno in giallorosso (vittorie per 2-0 e 4-1). Nell’era Friedkin è tra i centravanti quello che ha fatto meglio per rapidità, perché Abraham si è sbloccato con una doppietta alla seconda apparizione (vittoria per 3-0), mentre Lukaku non ha mai segnato ai biancocelesti con la maglia della Roma addosso nelle tre presenze complessive.
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