AS Roma
Ranieri: "Roma è la mia vita, i Friedkin vogliono lottare per lo Scudetto"
Il tecnico giallorosso: "Dybala, Hummels e Paredes sono il presente della Roma, ho voluto puntare subito su di loro. Pisilli e Soulè il futuro"
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La Redazione
02 Gennaio 2025 - 10:07
Il tecnico della Roma Claudio Ranieri ha parlato in una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport. Queste alcune delle sue parole:
È appena finito il 2024 e ci si è tuffati nell’anno nuovo. Bilancio e aspettative?
“Il bilancio è positivo, salvare il Cagliari è stato bello, lì c’è un popolo che brama per restare in A. Poi pensavo di aver smesso, di viaggiare con la famiglia. E invece è arrivata la Roma. Quando subentri c’è sempre un po’ di sbandamento, il morale dei giocatori non è a mille. Ho cercato di ridargli entusiasmo e sorriso, non servono despoti… Pian piano ci stiamo compattando: abbiamo fatto bene ,ma non ancora come vorrei. La strada nel calcio sempre in salita”.
Come ci si divide in due ruoli tra di loro molto diversi?
“Ci si organizza: da allenatore vedo i giocatori anche per chi verrà. Tutto e subito non si può, alcuni campioni bisogna anche crearseli. Sono convinto che i nostri giovani siano buoni. Ora se diventeranno campioni lo può dire solo un indovino, ma hanno le qualità per essere giocatori importanti”.
Come giovani si riferisce a Pisilli?
“Lui è bravo, ma ci sono pure Baldanzi e Soulé, che sono convinto che presto sboccerà. I giovani vanno supportati, aiutati. E invece si sono trovati in mare aperto, da soli. E anche qui dobbiamo migliorare. Per questo ho puntato su gente esperta come Hummels, Paredes, Pellegrini, Cristante e Mancini, sono loro che devono tracciare la strada. Pensate ad Hummels, si è tenuto in vita solo con la sua grande professionalità, dava il 100% anche se l’allenatore (Juric, ndr) non lo vedeva. Se i giovani sono intelligenti, fanno tesoro di questo e imparano. Ecco, diciamo che io mi sento il martello della società per fare le cose in una certa maniera”.
Pisilli e Svilar, però, sono ancora entrambi in attesa del rinnovo di contratto.
“Da allenatore e da consigliere ho suggerito di mettersi d’accordo, di chiudere il prima possibile la questione. È bene che i ragazzi siano sereni e che sappiano che la società conta su di loro”.
Prima parlava di Hummels, Dybala e Paredes, che con lei sono rinati…
“Sono tre campioni del mondo. Nel calcio non esiste un sistema vincente, sono i giocatori ad essere vincenti. È stato logico ripartire da loro”.
Pellegrini invece fatica a ripartire.
“È la questione che mi sta più a cuore. Lorenzo è un ragazzo meraviglioso e un professionista esemplare. Ma è un romano atipico, non esterna le emozioni, in questo siamo simili. Resta però uno dei migliori centrocampisti italiani, lui e Lampard mi hanno segnato tanti gol. Ora deve rimettere il sorriso, ma serve anche l’aiuto dei tifosi. Invece sembra che oramai sia stato condannato, che il pollice per lui sia verso. Se si riprenderà? Non lo so, lo spero”.
Dopo la partita di Milano ha detto di volersi tenere stretto Dybala.
“In generale non voglio gente non felice. Paulo è un campione: se lui vuole restare, deve restare. Il contratto? Non spetta a me, ma alla presidenza decidere se rinnovare o spalmare. A me tocca la valutazione tecnica e capire se può essere un giocatore valido per il nuovo allenatore. E questo Dybala lo è”.
Il modello Atalanta può “vivere” a Roma?
“Difficile, le aspettative sono diverse. Nei primi 5 anni il presidente Percassi diceva sempre: ‘Dobbiamo salvarci’, facendo il lavaggio del cervello ai tifosi. All’inizio pure Gasperini ha faticato, poi la squadra è salita".
La Roma può fare una cosa del genere?
"No. La Roma deve fare cosa ha chiesto il presidente: tornare tra le prime per andare in Champions League e poi cercare di competere per lo scudetto. Tu a Roma puoi parlare di salvezza quest’anno che sei partito male, ma già dal prossimo devi lottare per andare in Europa”.
Ci racconta il suo rapporto con i Friedkin?
“Molto chiaro, come sempre con i miei presidenti: io lotto al massimo per l’idea che mi viene affidata, poi se cambia impazzisco. È successo e me ne sono andato, mi sono sentito tradito. Il nostro invece è un rapporto bellissimo, ci sentiamo spesso. E loro si informano, vogliono sapere”.
È vero che gli ha detto: “Siete sicuri di non voler riprendere De Rossi”?
“No, di Daniele non ho parlato, loro mi hanno detto che si sono lasciati in ottimi rapporti. È vero invece che su Dybala gli ho detto: “Se sta bene, deve giocare, non accetto intromissioni”. E non ci sono state”.
Dove deve crescere Dovbyk?
“Nella cattiveria e nella determinazione. Artem è un ragazzo molto sensibile. Era abituato a giocare in modo diverso, ma ora cominciamo a capirci. Forse non ha segnato tanti gol, ma le occasioni se le crea. Lasciamolo in pace, con i gol arriverà la fiducia”.
Oggi parte il mercato, dove avete bisogno?
“Dobbiamo valutare bene tutto. È un mercato difficilissimo, abbiamo delle idee, ma non tutti ti danno i giocatori. Con 2-3 innesti sarei felice”.
Se le dico Allegri e Gasperini?
“Non dico niente, sono usciti diversi di nomi. Una telefonata ad Ancelotti? Queste sono leggende metropolitane, la verità è che non ho chiamato ancora nessuno”.
E se alla fine i Friedkin decidessero di darle la squadra in mano per un altro anno?
“Non lo so, io vado di pancia e di cuore. Bisognerebbe vedere. Dentro di me ora ho questa missione, fare bene con la Roma ed aprire i miei orizzonti. Non ci penso ad un altro anno, ma non ci pensavo nemmeno quando ho lasciato Cagliari. Non avevo smesso perché mi sentissi scarico. Dentro di me il fuoco c’è sempre, ma volevo vedere il mondo”.
Domenica c’è il derby, come si sta preparando?
“Il derby è una gara che si prepara da sola. L’allenatore deve fare l’equilibratore, è una partita che sentono in tantissimi, dobbiamo stare sereni. Sarà una sfida difficile, la Lazio è in un momento splendido: gioca bene, crea tanto, sta dove si merita. Sa essere compatta, ha creato problemi a tutti”.
Sta pensando di riportare dentro Totti?
“Devo capire che cosa può e vuole fare Francesco, arriverà il giorno che glielo chiederò. Al Milan Maldini è stato preso in considerazione, ma ora c’è Ibra e non penso possano coesistere. Poi c’è Del Piero che può fare qualsiasi cosa. Noi attendiamo di capire da Francesco cosa vuole fare”.
Si può vincere una coppa?
“Ci proveremo, non lasciamo nulla di intentato. Sono stato un giocatore da battaglia, ce l’ho sempre messa tutta. Se tu lotti fino infondo, anche le avversità riesci ad aggirarle. Io non credo molto nella fortuna e nella sfortuna, credo nel lavoro”.
A fine stagione sarà contento se?
"Se i programmi saranno stati portati a termine".
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