Pareggio e rimpianti di fine anno: Milan-Roma termina 1-1
Dybala risponde a Reijnders con un gran gol. I giallorossi creano tanto ma non riescono a infrangere il tabù delle trasferte
Finisce tra gli applausi del settore ospiti il 2024 della Roma, che esce con soltanto un punto dalla sfida di San Siro al Milan. Già, soltanto, perché al triplice fischio di Fabbri - protagonista in campo più del dovuto - i rimpianti sono tutti a tinte giallorosse. Non riesce alla squadra di Ranieri, coraggiosa e vivace, l’impresa della vittoria in esterna, con un digiuno che sembra destinato a non interrompersi mai, visto che anche quando la prestazione c’è tra la Roma e il segno “2” sulla schedina ci si mettono altri fattori, come la buona sorte che ha aiutato in alcune circostanze Maignan a salvare la sua porta. Certo è però, che se dicembre doveva essere il mese delle risposte, il campo ha suggerito che la cura Sir Claudio funziona, il paziente ha reagito e come agli stimoli del tecnico romano e può guardare all’anno nuovo con la speranza che sia felice.
La partita è vivace e gradevole, lo si capisce fin dalle prime battute. Tanti spazi e conseguenti occasioni, favoriti anche dagli atteggiamenti tattici dei due allenatori. Da una parte il 4-2-3-1 di Fonseca, con Theo Hernandez costantemente proiettato in avanti, quasi a giocare da trequartista aggiunto. Dall’altra, nonostante le indiscrezioni della vigilia, il cambio tra Pisilli ed El Shaarawy non porta ad una modifica tattica da parte di Ranieri, che si presenta a Milano con un coraggioso 3-4-2-1. Atteggiamento poi modificato in corso di primo tempo, con la posizione del giovane Niccolò registrata a coprire i tanti inserimenti di Reijnders. Proprio l’olandese è l’uomo più pericoloso dei padroni di casa, tanto da trovare il vantaggio. Gol anticipato, in realtà, da una grande chance che dopo 10 giri di lancette capita sul piede mancino di Dovbyk. Bello scambio nello stretto tra Dybala, lo stesso Dovbyk e Saelemaekers, bravo a servire in area di rigore l’ucraino che, a botta sicura, conclude battendo Maignan, ma il suo tiro viene respinto dalla parte esterna del palo. Al 16’ la gara si sblocca con la rete di Reijnders. Mancini esce alto in pressione su Morata, che riesce a spizzare il pallone favorendo il contropiede tre contro due orchestrato poi da Fofana, con l’azione che si chiude su Reijnders lasciato da solo dagli incolpevoli Hummels e Ndicka, rimasti ultimi baluardi di fronte a Svilar. Il numero 14 batte a rete e buca il portiere romanista. Nei minuti successivi il Milan colleziona ripartenze, senza però riuscire a pungere ulteriormente. La Roma non sbanda e, al 23’, trova il gol del pareggio. Pisilli va in verticale su Dovbyk che, spalle alla porta, sveste i panni da bomber per indossare quelli da assist-man e, di tacco, lascia partire un morbido pallonetto che Dybala impatta, al volo, col destro per l’uno a uno. La rete dà ulteriore fiducia ai giallorossi, che con Koné prima e Pisilli poi vanno vicini al completare la rimonta. Sul finale di tempo il nervosismo diventa protagonista. Fabbri, che già aveva ammonito Koné e Hummels in campo ed espulso Benetti in panchina, riserva lo stesso trattamento ai rossoneri: rosso a Fonseca per proteste a seguito di un rigore, giustamente, non concesso e un giallo a parte per Hernandez e Morata. Così si va all’intervallo sull’1 a 1.
Ranieri intercetta il nervosismo crescente e corre ai ripari, togliendo dal campo i due ammoniti. Hummels lascia il posto a Celik, che si sistema da braccetto destro con Mancini leader difensivo, e Koné esce per favorire l’ingresso di capitan Pellegrini, ieri alla settima panchina dall’inizio nelle ultime otto uscite della Roma. Anche il Milan cambia, con Bennacer che sostituisce un impalpabile Terracciano. Dopo il primo squillo di Dovbyk, che col destro su assist di Pellegrini impegna Maignan, i padroni di casa prendono coraggio e spingono alla ricerca del nuovo vantaggio. Col passare dei minuti la Roma abbassa il suo baricentro e soffre parecchio soprattutto sulla sua corsia di sinistra, con Angeliño che va in difficoltà sulla velocità di Chukwueze. Il numero 21 rossonero sembra molto più ispirato rispetto ad una prima frazione di gioco che l’aveva visto piuttosto confusionario e dal suo lato nascono le migliori occasioni per il Milan. Prima con Bennacer, che da lontano testa i riflessi di Svilar, poi proprio con Chukwueze che, accentratosi, lascia partire un gran sinistro a giro, trovando però ancora pronto e reattivo il portiere romanista. Nel suo miglior momento, intorno all’ora di gioco, l’attaccante nigeriano viene fermato da un problema muscolare che lo costringe a chiedere il cambio. Al suo posto entra Abraham e l’inerzia dell’incontro gira di nuovo. Gli ultimi 20 minuti più recupero, infatti, si giocano ad una porta sola, con la Roma che ritrova fiducia, coraggio e gamba, con l’ingresso di El Shaarawy al posto di uno stanco Saelemaekers. La squadra di Ranieri colleziona opportunità. Prima con Dovbyk, che scappa alle spalle della linea difensiva e, solo davanti a Maignan, colpisce la figura del portiere francese, salvo poi scoprire che un suo eventuale gol sarebbe stato vanificato dall’iniziale posizione irregolare. Poi si mette in proprio Pisilli, con un’ottima percussione centrale su suggerimento di Dybala. Niccolò entra in area di rigore e, dal dischetto, invece di servire uno tra Saelemaekers o Dovbyk - entrambi liberi da marcature - cerca il gol da calcetto, con la punta del piede destro, ma la sua conclusione è larga alla sinistra di Maignan. E ancora Dybala, con un tiro dal limite ribattuto, El Shaarawy con una bella conclusione di prima intenzione e Shomurodov, che centra la traversa di testa - posizione di partenza poi giudicata irregolare. La chance più grossa però, arriva al minuto 89 sul piede destro di Pellegrini. Dybala lo pesca in area e il capitano, solo davanti a Maignan, calcia incredibilmente largo, dopo aver controllato bene col mancino. Complice la spinta da dietro di Jimenez, il numero 7 non trova lo specchio della porta, ma al di là dell’interferenza del milanista - comunque da evidenziare - Lorenzo ha avuto sul suo piede l’occasione per far svoltare l’incontro, la sua stagione e, chissà, il suo futuro.
E così torniamo all’inizio, alla Roma che lascia San Siro a testa alta e consapevole d’aver fatto una grande partita sì, ma con la delusione di non esser riuscita a centrare neanche in questa circostanza un successo lontano da casa. Torniamo però anche agli applausi e ai cori di un settore bellissimo e colorato, a differenza della Curva Sud del Milan totalmente in nero e senza “pezze”. All’amore di 3.500 romanisti che hanno sfidato il freddo milanese di fine dicembre per stare accanto alla propria squadra anche nell’ultima gara dell’anno. Oggi tornano a casa senza i tre punti, ma con l’orgoglio d’aver visto una squadra viva, lontana parente di quella che qualche mese fa girava stordita per i campi di tutta Italia, fino a scivolare nelle sabbie mobili della zona retrocessione. La cura Ranieri ha dato i suoi effetti e dicembre, fatta eccezione per lo scivolone di Como, le risposte attese, adesso c’è da iniziare il 2025 nel migliore dei modi, con l’impegno che non serve neanche ricordare di domenica sera. Si dice solitamente buona fine e buon principio, le sfide a Parma e Milan hanno concretizzato la prima, solo il 5 gennaio ci dirà se la Roma regalerà ai romanisti un buon principio.
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