AS Roma

San Siro un anno dopo: Svilar torna da pilastro

Mile di nuovo a San Siro, dove un anno fa circa trovò la titolarità in A nell’ultima di Mou. In panchina nelle prime 4 sotto la guida di DDR, è poi diventato un pilastro

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
29 Dicembre 2024 - 07:00

Andata e ritorno. Da un San Siro all’altro può passare un universo in meno di un anno. Così è stato per Mile Svilar, che in circa dodici mesei ha visto carriera e vita cambiare in un click. Col primo approdo proprio alla Scala del calcio. È lì che il 14 gennaio 2024 José Mourinho lo sceglie titolare, per la prima volta senza badare a logiche da turnover fra campionato e coppa. Lo Special One ignora che quella sia la sua ultima partita alla guida della Roma, neppure in panchina per la squalifica rimediata nel turno precedente. Probabilmente ha in mente una formazione differente per quella seconda parte di stagione dall’ossatura che lo ha accompagnato al raggiungimento delle due finali europee consecutive. Cominciando dalle fondamenta: la porta.

Le cose prendono una piega differente due giorni dopo, con l’esonero di Mou. Per tutti, tranne che per Svilar. L’investitura di José rappresenta soltanto la rampa di lancio verso una stagione che si rivelerà poi fondamentale nell’esplosione del serbo-belga, fino ad allora più vicino nella considerazione generale a un oggetto misterioso che a un talento sul quale puntare. Non sempre per responsabilità proprie. Eppure anche con l’arrivo di De Rossi sulla panchina romanista, Mile deve attendere per mettere in mostra le proprie straordinarie doti. In ossequio agli equilibri di spogliatoio, DDR non vuole stravolgere gerarchie consolidate, a partire dalla porta. Nelle tre partite iniziali della sua gestione (coincise con altrettante vittorie), il tecnico di Ostia si affida ancora a Rui Patricio, nonostante evidenti scricchiolii nel rendimento del portoghese. È l’altra milanese a decretare la successione: il ko casalingo con l’Inter matura anche per gli errori dell’allora titolare.

Ma dalla partita successiva tutto cambia. Svilar è stato designato da JM portiere di coppa nella fase a gironi. De Rossi lo schiera anche nel playoff contro il solito Feyenoord, decretando una scelta definitiva almeno in Europa. Ma tre giorni dopo nella trasferta di Frosinone punta ancora su di lui, pure in campionato, a poco più di un mese dall’apparizione al Meazza. E allo Stirpe Svilar si ritaglia subito un ruolo da protagonista, salvando più volte la squadra dallo svantaggio prima che la gara si metta in discesa. Da quel momento non ci sono dubbi: è lui il titolare. Nel ritorno col Feyenoord diventa anche uomo della provvidenza, sovvertendo la maledetta tradizione dei rigori e rinverdendo quella benedetta con gli olandesi. La qualificazione è sua, la porta anche. La parabola di Mile imbocca la curva ascendente: in breve diventa una certezza. Anche per gli allenatori successivi, compreso Ranieri che lo incensa a più riprese. Ora c’è in ballo il futuro, con un ingaggio ancora da giovane promessa (800mila euro) che andrà più che raddoppiato per ancorarlo a Roma. Il contratto scade nel 2027, ma le sue prestazioni super possono innescare sirene pericolose. Se ne parlerà a febbraio, a mercato chiuso. Prima però si torna a Milano, dove tutto è cominciato. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIATI