Elsha, Saelemaekers & Co: Milan-Roma è una sfida tra ex
Il Faraone, il belga e Cristante da una parte; Fonseca e Abraham dall'altra. La gara in programma a San Siro domenica offre incroci interessanti, tra passato e futuro
Duecentoquarantotto: tante sono le presenze totali con la maglia del Milan di Alexis Saelemaekers, Stephan El Shaarawy e Bryan Cristante, che oggi invece vestono il giallorosso. Mentre il belga e il Faraone sono attesi titolari, il centrocampista centrale difficilmente riuscirà a tornare a San Siro per la sfida contro il club nel quale è cresciuto calcisticamente, seppur con sole 5 gare in Prima squadra. Elsha, che nel Milan si è messo in luce fino a conquistarsi la Nazionale, è ormai romano d’adozione, a un passo dalle 300 partite in giallorosso (ne conta 296) e già nella top 20 dei calciatori con più presenze: dopo un avvio di stagione tormentato, condizionato da un problema al ginocchio che ne ha limitato l’utilizzo, il Faraone è tornato a giocare con continuità, fornendo la sua consueta dose di qualità e generosità. Ranieri lo ha riavvicinato alla porta schierandolo come trequartista alle spalle di Dovbyk, prima in tandem proprio con Saelemaekers, e poi – come col Parma – assieme a Dybala. In quella posizione, con la sua corsa e la sua abilità in dribbling, può fare male alle difese avversarie, a partire da quella milanista. Alla sua ex squadra (con cui ha giocato 102 gare), del resto, ha segnato tre volte nel corso degli anni, due delle quali proprio a San Siro. La speranza è che possa ripetersi.
Così come si spera che possa ripetere le ultime, ottime prestazioni anche Saelemaekers, ormai pedina inamovibile all’interno dello scacchiere romanista. Sia che giochi da trequartista, sia che faccia l’esterno destro a tutta fascia, il belga mette a disposizione della squadra freschezza, dribbling, cross e gol, ma anche preziosissimi ripiegamenti difensivi (come testimoniano i 9 recuperi effettuati contro il Parma). Su quella corsia, che è stata il punto debole della Roma negli ultimi anni, è arrivata una ventata di freschezza, mancata nella prima parte di stagione a causa del ko al malleolo patito a Marassi. Lui in rossonero ha disputato 141 partite, ed è ancora di proprietà del Milan: e, se alla sua ex squadra non ha mai segnato, ha già colpito Paulo Fonseca, che invece è un ex romanista. Il 26 ottobre 2020, nel pirotecnico 3-3 maturato a San Siro, Saelemaekers siglò il momentaneo 2-1 milanista.
Il tecnico portoghese ha fatto il percorso inverso rispetto ad Elsha e Saele e, nonostante un andamento altalenante, al momento sembra ben saldo sulla sua panchina: i traballamenti non sono mancati, ma quattro vittorie di fila in Champions e una sola sconfitta nelle ultime undici gare descrivono il quadro di una squadra in buona salute. Nonostante i recenti forfait in attacco (Morata, Loftus-Cheek, Pulisic, Leao, Jovic e Okafor) pesino sui numeri offensivi recenti dei rossoneri, Fonseca si sta aggrappando a un altro con un passato nella Capitale: Tammy Abraham, 120 gare e 37 gol in tre anni in giallorosso. L’inglese ha segnato 5 reti finora, evidenziando le lacune che i tifosi romanisti ben conoscono, ma guai a prenderlo sottogamba. Per lui e Saelemaekers, del resto, la partita ha un sapore particolare perché di fatto appartengono all’altra squadra, avendo cambiato casacca soltanto in prestito. Più avanti si rifletterà sul loro futuro, anche perché alla Roma non dispiacerebbe di liberarsi del pesante ingaggio di Abraham e di tenere il belga. Prima, però, c'è da pensare al campo.
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