La Roma all'attacco: la cura Ranieri funziona a suon di gol
Col Parma i giallorossi hanno dato continuità alle 4 reti rifilate alla Samp, segnandone altre 5. I numeri raccontano di un reparto offensivo rinato con il nuovo tecnico
“Dicembre ci dirà chi siamo”, così aveva parlato a inizio mese Ranieri. Arrivato a metà novembre, Sir Claudio si era trovato di fronte subito avversari di spessore come Napoli, Tottenham e Atalanta, raccogliendo tanti complimenti ma un solo punto. Il 5 dicembre era stata perciò questa la premessa con cui il tecnico aveva presentato la sfida al Lecce, la prima di un ciclo di partite contro avversarie più abbordabili, quasi tutte tra l’altro da giocare in casa. Il livello inferiore delle squadre da incontrare non poteva certo bastare ai tifosi giallorossi per stare più tranquilli, viste le tante figuracce raccolte in avvio di stagione (leggi Elfsborg, Fiorentina, Verona e Union SG): e infatti, subito dopo la gran vittoria contro i salentini, cui aveva fatto seguito quella in Europa League ai danni del Braga, è arrivata la figuraccia di Como a confermare che la Roma non è ancora pienamente guarita. Ma è viva, e lo dimostra nel modo più concreto possibile: ancora prima dei punti e delle vittorie, è il ritrovato feeling con il gol a confermare il percorso di lenta guarigione che la squadra sta attraversando.
Se infatti mesi fa, immaginando come sarebbe potuta essere la nuova Roma di Juric, c’era chi pensava a una squadra solida e compatta, anche a costo di segnare qualche gol in meno, i dati con Ranieri raccontano invece di una squadra che fa dell’attacco, ancor prima della difesa, il suo punto di forza. Reduce da sette gol in cinque partite nel mese di novembre (sei, se si conta Roma-Atalanta 0-2 del 2 dicembre), la Roma ha dapprima rifilato quattro gol al Lecce, poi tre al Braga, nuovamente quattro alla Sampdoria (per il passaggio del turno in Coppa Italia) e infine cinque al Parma. Considerando, in mezzo a queste belle partite, anche la sconfitta di Como in cui i giallorossi non hanno segnato, si parla di 16 gol nelle ultime cinque partite. Una media di 3,2 a match, che diventa di 4 precisi se non si conta la batosta del Sinigaglia. Oltre il doppio rispetto ai gol segnati nelle precedenti gare, uno in più rispetto ai 15 realizzati in tutte le 12 partite con Juric in panchina: di questi, solo tre non sono arrivati su azione.
E se fino a Roma-Braga nessuno degli attaccanti giallorossi aveva trovato la via del gol, tra Samp e Parma sono tre le reti messe a segno da Dovbyk e due quelle per Dybala, cui si aggiungono anche Shomurodov e Baldanzi con un centro ciascuno. Aggiungerci anche i primi gol che iniziano finalmente ad arrivare dagli esterni, con Saelemaekers che contro il Parma ha trovato il secondo gol in giallorosso (si era sbloccato contro i salentini) e la prima gioia romanista di Saud, ed il gioco (per ora) è fatto. Questi gol hanno fruttato al nuovo allenatore giallorosso tante vittorie (4) quante ne aveva ottenute il suo predecessore in tutto il suo mandato: certo, all’appello lì davanti mancherebbero ancora El Shaarawy e Soulé, con quest’ultimo che, va detto, non è stato proprio baciato dalla fortuna in qualche occasione (il palo contro la Sampdoria grida ancora vendetta). Ma ci sarà tempo e modo per rifarsi, perché se è vero che dicembre - come aveva detto Ranieri - avrebbe detto chi è la Roma, è altresì vero che manca ancora una sfida, la più difficile di tutte, in programma tra meno di una settimana, a San Siro, contro il Milan. E sappiamo tutti cosa viene dopo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA