Contro il Parma la cinquina che dà il via alle feste della Roma
I giallorossi fanno ciò che vogliono: Dybala dà spettacolo, Dovbyk ancora in gol. Dopo 13’ risultato già al sicuro, nella ripresa la squadra dilaga. Ranieri non fa cambi
La Roma gioca d’anticipo e, tre giorni prima di ogni possibile tombola che riempirà le giornate e le tavole delle famiglie della Capitale, chiama la sua personalissima cinquina. A farne le spese è il Parma di Pecchia, sembrata soltanto una comparsa nella festa dell’Olimpico, tornato tutto esaurito con i 62.968 che hanno colorato e riempito un primo pomeriggio dal clima frizzante e natalizio. Fa effetto, dopo i tre fischi di Di Bello, pensare che le due formazioni prima del calcio d’inizio fossero separate soltanto da un punto in classifica - ora i giallorossi hanno allungato a +4 - e rende bene l’idea dei primi disastrosi mesi di questa stagione romanista. E a proposito di mesi, se da dicembre Ranieri si attendeva delle risposte, quelle che sta continuando a raccogliere possono riaccendere un minimo di speranza.
Con il 5 a 0 rifilato al Parma, infatti, la Roma centra la quarta vittoria consecutiva all’Olimpico - dopo i successi contro Lecce, Braga e Sampdoria - in quelle che, da qualche tempo a questa parte, sono tornate ad essere davvero delle mura amiche. Una minima continuità ritrovata, che rende ancor più incomprensibile lo scivolone in riva al lago contro il Como, di domenica scorsa. La Roma è viva, ma non guarita del tutto. Lo sa bene il suo tecnico, che anche dopo il pokerissimo di ieri pomeriggio invita tutti a mantenere i piedi per terra e rimanda il bilancio di fine 2024 alla complicata sfida di domenica prossima, a San Siro, contro il Milan di Fonseca.
Tornando al racconto della larga e meritata vittoria romanista, il mattatore di giornata è senza ombra di dubbio Dybala. La Joya, ancora una volta al centro di voci di mercato con la finestra di trattative invernale ormai alle porte, dà spettacolo e guida i compagni con la sua classe senza fine. Ad aprire le marcature ci pensa lui, dopo 8 giri di lancette. Paulo ha il merito di aprire la difesa del Parma, che già aveva rischiato qualche minuto prima con il sinistro a fil di palo di Dovbyk su suggerimento di Angeliño, e dopo aver duettato col centravanti ucraino viene agganciato in area di rigore dal maldestro intervento di Balogh. Dopo qualche secondo di esitazione, Di Bello indica il dischetto, decisione poi confermata dal collega Di Paolo al Var. Dagli undici metri si presenta proprio Dybala, che apre il suo mancino e fa 1-0. Quello siglato a tu per tu con Suzuki è soltanto il primo dei quattro gol in cui la Joya entra: due li fa, due li lascia ai suoi compagni.
Una volta stappata la partita, la Roma va in discesa, nonostante il Parma, ogni qualvolta riesca ad abbozzare un tentativo di contropiede sembra poter pungere. La difesa di Pecchia però fa acqua da tutte le parti, mentre quella romanista, grazie alle prestazioni di Ndicka e Hummels e alle parate di uno Svilar meno sollecitato del solito ma comunque reattivo, rimane solida. Ranieri sembra aver studiato bene i difetti dei suoi avversari, con il suo 3421 che in fase di possesso si trasforma in un 4-4-1-1, con Mancini terzino destro - con licenza di offendere -, Dybala intorno a Dovbyk e la coppia Saelemaekers-El Shaarawy a pungere sulle corsie esterne. Così, con continui cambi di gioco, la Roma trova sempre il lato debole e scoperto della difesa avversaria. Proprio da uno di questi cambi di campo, arriva il gol del raddoppio.Al 13’ una manovra avvolgente dei giallorossi - vestiti per l’occasione con la maglia blu, la terza divisa decisa dall’Adidas per questa stagione - fa arrivare il pallone ad Angeliño sulla sinistra. Dal fondo, l’esterno spagnolo lascia partire un morbido traversone che percorre tutta l’area di rigore pescando Saelemaekers sul secondo palo, lasciato libero dai difensori del Parma, nell’inutile tentativo di creare densità davanti alla porta di Suzuki. Il belga, che se non avesse incontrato il pomeriggio magico di Dybala avrebbe meritato di certo la palma del migliore in campo, calcia di prima intenzione, bucando l’estremo difensore giapponese sul primo palo. 2 a 0 e partita in ghiaccio.
Il resto dei primi 45 minuti scivolano via piuttosto rapidamente, con una timida reazione d’orgoglio del Parma che si esaurisce col bel tentativo dal limite di Sohm, deviato in angolo da Svilar con l’ausilio anche della traversa. Per il resto però, la partita è dall’inizio alla fine un monologo romanista e, prima che Di Bello mandi tutti a riscaldarsi negli spogliatoi - il clima all’Olimpico, col cielo che nel frattempo si era coperto, lo consigliava -, la Roma colleziona una serie di occasioni da gol non sfruttate. A sprecarne di più è El Shaarawy, forse l’unica nota stonata in un’orchestra, quella mandata in campo da Sir Claudio, che ha suonato alla perfezione ogni nota sul prato verde. Stephan viene pescato per due volte in area di rigore dai compagni, ma in entrambe le occasioni si fa ipnotizzare da un non insuperabile Suzuki. Prima di testa, su invenzione di Saelemaekers, poi con l’esterno del piede destro, dopo aver raccolto il bel filtrante di Paredes.
Il poco cinismo della Roma, permette al Parma di andare all’intervallo con solo due gol di svantaggio e un passivo tutto sommato colmabile nella ripresa. Lo pensa anche Pecchia, che decide immediatamente di operare dei cambi e manda in campo, al rientro dagli spogliatoi, Drissa Camara, al posto di uno spento Mohamed. Il promettente centrocampista classe 2002 della Costa d’Avorio si rivelerà anche uno dei pochi - se non l’unico - spunti positivi che il Parma riporta a casa dalla tremenda trasferta nella Capitale - tanta intensità in mezzo al campo e buona tecnica, sua l’unica occasione degna di nota per gli ospiti nel secondo tempo, col suo destro che va ad impattare la traversa della porta difesa da Svilar. Nonostante la mossa però, l’inerzia della gara non cambia e nel secondo tempo, se possibile, la partita è ancor di più a senso unico.
Lo si intuisce presto, già dopo 4 minuti, quando Koné riceve in area di rigore da El Shaarawy e si divora l’ennesima opportunità romanista per andare sul 3 a 0. A trovare finalmente il gol del tris ci pensa l’uomo copertina di Roma-Parma: Paulo Dybala. Al 6’ del secondo tempo, Saelemaekers sorprende un’altra volta la difesa di Pecchia con un cambio di campo alla ricerca di Angeliño. Lo spagnolo serve a rimorchio Dybala, ma la palla scorre fino a tornare sui piedi di Saelemaekers che a quel punto prova a mettersi in proprio. Il suo tiro però viene deviato e diventa un assist comodo per la Joya che, a pochi passi dalla linea di porta, deposita in rete la sua doppietta personale, dando poi sfogo alla sua esultanza con la Dybala-mask sotto la Curva Sud in festa. Qualche dubbio in presa diretta sulla posizione di partenza del mancino di Laguna Larga, perplessità aumentate dal lungo check silente del Var, fino alla convalida che fa esplodere per la seconda volta nel giro di pochi secondi l’Olimpico.
Pecchia prova a correre ai ripari, con altre due sostituzioni: Cancellieri e Valenti prendono il posto di Almqvist e Del Prato. Neanche cinque minuti più tardi, il tecnico di Formia è costretto al quarto cambio: Valeri alza bandiera bianca per un problema fisico e viene sostituito da Benedyczak. Col risultato ancor più al sicuro, il ritmo cala drasticamente e la Roma in campo va di gestione. Non lo fa però da bordocampo Ranieri, che decide di non effettuare nessun cambio fino alla fine, lasciando così sul terreno di gioco gli stessi 11 che avevano iniziato la gara. È vero che ora il calendario dà un po’ di respiro alla Roma, con una sola gara a settimana per qualche tempo, ma la scelta di Sir Claudio è destinata ad alimentare i dibattiti, quantomeno per la panchina di Pellegrini, semplice spettatore del pokerissimo natalizio.
Trovata la terza rete, Roma-Parma è quasi storia, ma i giallorossi, quasi d’inerzia, trovano comunque altri due gol. Al 29’ del secondo tempo, Saelemaekers viene atterrato e Di Bello concede il secondo penalty di giornata. Dybala lascia il pallone all’amico Paredes, che spiazza Suzuki. A 7’ dalla fine, Paulo ha ancora l’occasione di trovare la sua tripletta personale, ma preferisce con un colpo di classe mettere Dovbyk davanti alla porta. Artem deve soltanto spingerla in fondo alla rete, per poi ringraziare la Joya e festeggiare il suo terzo gol settimanale, dopo la doppietta rifilata alla Sampdoria in Coppa Italia.
La festa è completa, Di Bello decide giustamente che la gara può finire anche senza recupero, e fischia per tre volte allo scoccare del novantesimo. La Roma torna a fare festa sotto la Sud, in uno stadio che sembra tornato ad essere casa. Il 5 a 0 al Parma regala un Natale certamente un po’ più sereno, ora per il felice anno nuovo occorrerà attendere il 29 dicembre, con la sfida di San Siro al Milan.
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