Como riapre la crisi, tutti sotto accusa
La nona sconfitta stagionale ha acceso l’ira dei Friedkin, ma stavolta il cambio non sarà in panchina
Un copione già visto. Como come Milano nel gennaio scorso, Genova ad inizio settembre e Firenze a fine ottobre: un’altra trasferta apre l’ennesima crisi in casa Roma. Proprio quando la “cura Ranieri” sembrava portare i primi risultati, con le due vittorie consecutive su Lecce e Braga, il recupero del Sinigaglia rigetta l’ombra su Trigoria. Stavolta, però, a pagare non sarà l’allenatore. Dopo tre esoneri in un anno solare - Mourinho, De Rossi e Juric - i Friedkin sembrano essersi convinti che le responsabilità vadano ricercate anche all’interno di uno spogliatoio.
Una squadra che nelle idee della società era stata costruita con investimenti da Champions o «per vincere trofei», si ritrova alle soglie del Natale con soli 2 punti di sicurezza sulla zona retrocessione. Trend preoccupante su cui Sir Claudio, al netto dei due successi già citati, non è riuscito a invertire, con 3 sconfitte su 4 gare di Serie A dopo il suo ritorno in panchina.
A Ranieri però, proprio ieri sera, è stata confermata la fiducia totale e incrollabile di Dan e Ryan, raccontati come infuriati con la squadra per il ko subito in riva al lago. Al tecnico di San Saba non è stata soltanto affidata la panchina fino a fine stagione, ma anche la costruzione del futuro romanista, grazie al suo ruolo di dirigente. Un domani che Claudio è chiamato a immaginare già a partire da giovedì 2 gennaio, quando apriranno le porte della sessione invernale di mercato - la chiusura è fissata invece per domenica 2 febbraio.
Lo scioglimento del Senato
E allora tutti sul banco degli imputati, senza tener conto delle gerarchie interne allo spogliatoio. Alcuni dei “senatori” nei mesi precedenti avevano chiesto la cessione, ma ora lo scenario si è ribaltato e sono i proprietari a voler cambiare molto. Solitamente il mercato di gennaio porta a poche operazioni, ma nelle idee dei Friedkin l’inizio del 2025 dovrà rappresentare il momento della svolta, alla ricerca di un cambio di mentalità. Da Pellegrini a Cristante, passando per Mancini e Dybala: nessuno è sicuro del proprio posto.
Il rischio però è quello di svalorizzare i cartellini di alcuni giocatori che, per essere rimpiazzati, necessiteranno di investimenti importanti. I Friedkin sembrano averli garantiti a Ranieri, ma qui entra in gioco anche il ruolo di Ghisolfi. Dopo una sessione estiva vissuta in seconda battuta rispetto alla pleni-potenziaria Souloukou, Florent ora deve incidere. Anche la sua posizione è al vaglio dei texani - che di dirigenti, come di allenatori, ne hanno già cambiati tanti -, gennaio darà indicazioni anche sul suo futuro.
Tornando ai giocatori, in otto sono in scadenza contrattuale: Hummels, El Shaarawy, Ryan, Paredes, Zalewski, Marin, Saelemaekers - in prestito - e Dybala - con clausola per il rinnovo. Nessun prolungamento è in vista, fatta eccezione per il giovane e promettente portiere, con cui si sta parlando.
In entrata, Ranieri ha chiesto una punta che possa agire da titolare, alternandosi o giocando insieme a Dovbyk, che non è al 100% della condizione. Serviranno poi investimenti in difesa - dove Hermoso, unica riserva dei tre titolari, non convince - e sulle fasce. Alla ricerca di una mentalità diversa. I Friedkin, dopo tanti errori, cambiano ancora, stavolta non in panchina.
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