AS Roma

Tra difetti e carenze, urge riscrivere il futuro della Roma

I tifosi non sono mai mancati, la squadra continua a vacillare. I punti di vantaggio sulla "zona minata" sono solo due. Ora serve prevenire, non curare

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Mauro De Cesare
16 Dicembre 2024 - 14:38

Parlare, scrivere, leggere tutti i mali che affliggono la Roma attuale è giusto e normale. Doveroso. Fermarsi lì, però, diventa autolesionismo. Perché gennaio deve essere il momento della svolta: primi rinforzi, scelti “conoscendo” già (affinché i rinforzi siano adeguati in chiave futura) il nome dell’allenatore che arriverà a giugno. Giusto!

Forse non ci si accorge, però, che gennaio è già arrivato, che i “botti” della notte di Capodanno li abbiamo già fatti e sentiti. Mi spiego, sottolineando (sottolineo il sottolineando e mi si perdoni il gioco di parole) che Claudio Ranieri almeno a livello di facciata, continua a essere solo, come soli sono stati i suoi predecessori.

Sarebbe bello sapere a poche ore dal “redde rationemquali sono le figure che stanno lavorando sul mercato e sul futuro della nostra Roma. Perché, escludendo Claudio Ranieri, facce nuove all’entrata e nelle stanze di Trigoria non ne abbiamo viste. Via il Ceo da tempo, mai sostituito, quale è la figura centrale che sta lavorando a un domani più sereno. E più consono finalmente al nome di Roma e della Roma?

La figura di campo, l’allenatore, c’è. Oggi. Ma il resto? Non può essere certamente il solo Ghisolfi l’incaricato di fare il mercato e, quindi, di ricostruire la squadra. E non possono essere solo consulenti esterni o algoritmi a disegnare il futuro.

La società resta quella di sempre, i Friedkin, tranne una breve apparizione a Roma, stanno negli States e telefonicamente fanno sapere di essere furiosi per questa situazione. Ecco perché parlavo di autolesionismo. Ed elencare i difetti e le carenze della Roma, al momento è solo un esercizio di scrittura. Sono noti da molto tempo. Il laterale di destra, il centrale, il centravanti. Esatto. Si sottolineano da mesi le carenze nella “rosa”, poi arriverà il “coupe de theatre” che ci auguriamo tutti (leggi Mourinho), e avremo sbagliato noi che stiamo mettendo in guardia da un immobilismo preoccupante. Almeno di facciata. Speriamo fortemente di sbagliare.

Non è sfiducia né disfattismo. È il contrario. Prevenire, non curare. Non si vuole e non basta sfogliare la margherita elencando i nomi di una serie di possibili allenatori o rinforzi. Quelli, e siamo ottimisti, arriveranno. Ma chi è che si sta muovendo per il rinnovamento? Profondo.

Perché un dietro le quinte (societarie) quasi sicuramente ci sarà. Ma abbiamo solo due punti di vantaggio sulla “zona minata” e c’è forte la necessità di una classifica migliore e vedere facce nuove ai posti di comando: dirigenti. Sarà loro il compito di cambiare faccia alla società e alla squadra. Figure apicali. E dare certezze, sicurezze sul futuro, farebbe migliorare di almeno il cinquanta per cento il rendimento della squadra. Che va sostenuta, soprattutto dal suo interno, per tornare al più presto su livelli che le spettano. Evidenziare i difetti di gioco o di alcuni giocatori è uno strumento indispensabile per migliorare. Cominciamo a crescere dal vertice.

E in attesa di giorni decisamente più lieti, evitiamo di continuare a dire che i tifosi devono aiutare tutto e tutti. Loro, fortunatamente, non sono mai mancati e hanno fatto molto più del loro dovere. E continuano a farlo. In attesa dei doni di Babbo Natale e della Befana, chi va in campo raccolga idee e forza nelle gambe, è fondamentale.

Sempre Forza Roma.

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