Falcao: "La Roma va sostenuta, in questo momento ha bisogno dei suoi tifosi"
L'ex calciatore della Roma a Sky Sport: "Ranieri è la persona giusta per uscire da questo brutto momento. La parte emozionale è la più importante"
Nel post partita di Como-Roma, Paulo Roberto Falcao ha parlato della situazione della Roma e del ko subito dai giallorossi ai microfoni di Sky Sport. Ecco le sue dichiarazioni.
"Ricordo che quando giocavo io c'era una scritta in Curva Sud: 'La Roma non si discute, si ama'. Questa è una frase che non mi è mai piaciuta troppo, perché se non si discute si accetta tutto. Ma in questo caso bisogna appoggiare la squadra. I ragazzi hanno bisogno della gente, della tifoseria. Questo è un momento non buono e la parte emozionale per me è la parte più importante per la squadra. Parlo della mentalità. Bisogna essere coscienti del fatto che è difficile, ma pensare anche che le cose cambieranno. La Roma ha un allenatore capace, dipenderà molto da lui ma anche dai giocatori".
Sul momento di Lorenzo Pellegrini?
"La fascia non pesa solo a Roma ed è la benedizione dei compagni. Il capitano è quello che si fa valere e che viene scelto dalla squadra. Lui è il giocatore adatto. I momenti difficili li hanno i grandi giocatori, i grandi allenatori".
Sulle parole di Ranieri?
"La colpa dovrebbe essere dell'allenatore? Ranieri ha detto che una squadra come la Roma non deve prendere gol così. Ha detto che le cose devono cambiare".
Il tuo soprannome era il Divino...
"È un'esagerazione! Sentivo questa considerazione e c'è ancora. Rispetto la tifoseria e la tifoseria mi rispetta. Siamo quasi riusciti a vincere nel mio primo anno. Ancora fa male a pensarci. Poi abbiamo vinto una Coppa Italia... Quando sono arrivato c'era tanta gente all'aeroporto, non credevo che fosse per me. Mi conoscevano poco. Nel '78 non ero andato al Mondiale per aver litigato con l'allenatore e l'unico modo per una squadra per potermi vedere era guardare il Mondiale. È stata bello. Vincere lo Scudetto a Roma non è semplice. Sono stato accolto molto bene da Liedholm e i giocatori, avevamo un presidente con un'intelligenza fuori dalla norma".
Sull'assist di tacco a Pruzzo?
"Era la cosa più facile da fare".
Chi ti ha cercato prima di andare alla Roma?
"Il Milan prima di venire alla Roma. Poi si è fatta viva la Roma, è venuta a Porto Alegre e abbiamo chiuso rapidamente. È stata la scelta migliore e non sarei andato in un'altra squadra in Serie A. Ci provò anche l'Inter".
Con chi eri amico nella nazionale brasiliana?
"In nazionale avevamo un bellissimo rapporto. C'erano Cerezo, Junior... La nostra squadra giocava massimo a due tocchi, non tratteneva mai il pallone, una squadra che si divertiva".
E alla Roma?
"Agostino Di Bartolomei, Bruno Conti... Mi adattavo a loro per far sì che si adattassero a me".
Uscivi? Ci riuscivi?
"Lavoravo sempre, mi allenavo! C'è differenza col Brasile. Qui non si accetta uscire il sabato se si gioca la domenica".
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