VIDEO - Abdulhamid: "Roma è fantastica. Mio padre sarebbe fiero di me"
Il laterale saudita ha rilasciato una lunga intervista ad un canale arabo, dove ha parlato della sua avventura in giallorosso ma non solo: ecco con chi ha legato di più
Saud Abdulhamid ha rilasciato una lunga intervista al canale arabo "Koora Break" all'interno della trasmissione "Extra Time". Il laterale giallorosso ha ripercorso la sua carriera, dagli inizi a scuola ("Devo ringraziare mio zio, che non c'è più, per avermi iscritto da piccolo") al sogno di giocare in Europa fino all'avventura con la maglia della Roma.
"Era impensabile arrivare qui e pensare di giocare subito. Ma sapevo che avrei potuto dare il mio contributo anche giocando pochi minuti ed è quello il focus sul quale lavoro ogni giorno. La differenza principale è che qui ci si allena al mattino, all'inizio non è stato facile adattarsi. Poi la maggior parte dei compagni parla italiano, ma 6-7 parlano inglese. Decisamente è una fase importante della mia vita. Mi manca mio padre, sarebbe stato orgoglioso di vedere quello che sono riuscito a conquistarmi.
Giochiamo molto a Fifa, spesso con Alexis (Saelemaekers) e Enzo (Le Fée). Con chi ho legato di più? Decisamente con Ndicka, Le Fée e Manu Koné".
Come ti trovi alle prese con il calcio italiano?
“L’arrivo in Serie A è stato un grande passo per me, è un campionato importante, una nuova esperienza, tifosi diversi. So che non giocherò dall’inizio le partite, ma l’occasione può capitare con il tempo. Posso giocare 10 o 20 minuti e dare il mio contributo per aiutare la squadra. Questo è ciò su cui mi sto focalizzando ogni giorno: lavorare duro durante negli allenamenti. Qualche volta, quando finisco la seduta di allenamento con la squadra, vado in palestra. Devo essere all’altezza della scelta che ho fatto, ma ovviamente non è un processo facile in un campionato europeo”.
La vita a Roma com'è rispetto a quella che facevi prima?
“Mi sveglio alle 7 di mattina, ma prima di questo mi alzo alle 5 per pregare. Poi l’autista mi porta a Trigoria verso le 8.30 e resto lì fino alle 14.30. Passo quasi tutto il giorno con la squadra. La differenza è che in Europa ci si allena la mattina ed è la prima volta per me”.
Hai avuto difficoltà con la lingua?
“Mi avevano messo in un gruppo WhatsApp in italiano e un altro grande problema è stato tradurre le chat in inglese o arabo. Qualche volta ho chiesto di scrivermi in inglese per rendermi più facile la traduzione. Imparerò l’italiano? Sicuramente, mi sono già organizzato con un insegnante per imparare la lingua. Devo farlo per integrarmi. Chatto con i miei compagni di squadra, ma loro non parlano inglese con scioltezza. In 6-7 parlano inglese. È un grande momento della mia vita, ma abituarmi agli allenamenti alla mattina ha richiesto tempo, devo andare a dormire tra le 9 e le 10 di sera. Sembra di essere tornati ai tempi della scuola, ma adesso sono felice di questo programma di vita, è salutare, essermi adattato mi ha fatto bene e sento la differenza negli allenamenti”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA