AS Roma

Tris al Braga: per la Roma ora è tutta un’altra musica

Annientati i portoghesi: vantaggio di un ritrovato Pellegrini, raddoppia Saud, poi Hermoso. Ma il 3-0 è stretto: dominio giallorosso per 90', almeno 14 le palle-gol

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
13 Dicembre 2024 - 06:00

Sarebbe potuta essere la partita record nel punteggio della storia della Roma: perché oltre alle tre reti segnate (a zero), la squadra giallorossa contro il Braga ha costruito altre 14 palle-gol, ha tirato 33 volte verso la porta del povero Magalhaes, 17 addirittura tra i pali (contro zero degli avversari), può vantare un valore di 3.09 di expected goal e ha dominato la partita dal 1’ al 94’, non rischiando mai niente (se non una ripartenza 5 contro 4 nel finale che ha fatto arrabbiare Ranieri quando i portoghesi erano già in 10 per via dell’espulsione del portiere Magalhaes per una parata fuori area su Abdulhamid). Così, con nove punti adesso dopo sei partite, anche la classifica della Fase Campionato dell’Europa League si presenta migliore rispetto a prima: ora la Roma è al 14° posto e se non si suicida nelle ultime due giornate (ad Alkmaar e in casa con un Eintracht Francoforte probabilmente già qualificato) l’obiettivo almeno del playoff sarà raggiunto. Il 3-0 di ieri sera segue il 4-1 al Lecce in campionato: ma quel che impressiona è la prova di forza della squadra giallorossa, aiutata di sicuro dall’atteggiamento tattico a vocazione masochistica dei portoghesi, con giocatori non irresistibili individualmente messi nelle condizioni peggiori per difendere, con la linea alta e le maglie troppo larghe per contenere i romanisti. Il Braga sembrava la Roma di certe sere con Juric, la Roma sembrava invece la squadra che in alcune settimane della scorsa stagione aveva fatto innamorare i tifosi durante la gestione De Rossi. Koné è stato il dominatore di centrocampo, Abdulhamid strepitoso interprete della fascia destra, Pellegrini è tornato al centro della Roma, Hummels ha comandato con splendida autorevolezza la difesa con Mancini e Ndicka, Pisilli ha sostituito Paredes senza contraccolpi e Zalewski è stato all’altezza della situazione. Insomma Ranieri ha azzeccato tutto, ed è un bell’andare con la Roma che è tornata a viaggiare col motore alto alla vigilia di altre sfide da non sbagliare, come quelle con il Como domenica, la Sampdoria il 18 in Coppa Italia, il Parma il 22 e poi il Milan a fine anno (il 29) a San Siro.

Non è stata mai in discussione la superiorità della Roma, palesata sin dai primi vagiti della sfida, col vantaggio conseguito molto presto e una selva di occasioni sfumate per un soffio, così che all’intervallo l’unica nota stonata era rappresentata dal vantaggio risicato. A rompere l’equilibrio era stato presto proprio Lorenzo Pellegrini, mandato in campo a sorpresa in una squadra diversa per cinque undicesimi rispetto alla Roma vittoriosa col Lecce, con la difesa confermata in blocco con Mancini, Hummels e Ndicka davanti a Svilar, con tre quarti di centrocampo nuovi (Abdulhamid e Zalewski in fascia e accanto a Koné Pisilli invece che Paredes, febbricitante), e stavolta Pellegrini e Soulé dietro a Dybala, mentre in campionato erano stati El Shaarawy e Saelemaekers. 3421 anche per Carvalhal, con Ferreira, Oliveira e Bambu davanti a Magalhaes, Fernandes, Gorby, Moutinho e Gharby in mediana, Ricardo Horta e Martinez alle spalle dell’inconcludente El Ouazzani. Al di là dei nomi, i portoghesi sono apparsi un po’ presuntuosi nel loro atteggiamento offensivo, con la linea sempre alta dei tre difensori, sempre poco assistiti dagli esterni, con una certa pochezza tecnica che consentiva ai giallorossi di interrompere spesso le linee di passaggio e ripartire nel burro del dispositivo difensivo. Così già al 10’, dopo qualche minuto di studio, Ndicka ha trovato in un lancio sulla sua verticale Zalewski alle spalle del dirimpettaio distratto (Fernandes), con Nicola bravo a controllare il pallone verso l’interno sul rientro dei centrali e a scaricarlo poi su Pellegrini che in zona centrale ha avuto persino il modo di mirare prima di scaraventare il pallone alla sinistra di Magalhaes, per la gioia quasi paterna di Ranieri e la felicità dei 59085 dell’Olimpico, altro pienone in un tardo pomeriggio di un giorno feriale. Ma questa è Roma del resto e questa è la Roma di Ranieri, molto romanista come testimoniato dall’abbraccio che il capitano ha riconosciuto al tecnico subito dopo il gol. Altri cinque minuti e il capitano avrebbe addirittura potuto pareggiare, sfruttando meglio magari un gran cross di Mancini, incornato in splendida solitudine sulla traversa. Al 25’ una bella verticale di Dybala ha consentito a Soulé di guadagnare il fondo e servire ancora Pellegrini sullo scarico, il tiro del capitano è carambolato sulla coscia di Ferreira e sulla parte bassa della traversa, prima che l’assistente segnalasse il fuorigioco iniziale di Soulé. Al 29’ ancora Dybala con un controllo sopraffino direttamente su rilancio di Svilar ha ingannato l’avversario e poi servito in profondità Soulé, ma ancora una volta Mati ha calciato male (e non sarà l’ultima), ma subito dopo Abdulhamid ha recuperato un pallone in pressione altissima, ha lucidamente servito Koné in area che a sua volta ha ceduto a Pellegrini l’onore della conclusione a botta sicura, ma il tallone di un avversario ha spostato la traiettoria di pochi centimetri e la palla è sfilata a lato di un niente: in mezz’ora Pellegrini nella sera del gran rientro avrebbe potuto segnare quattro gol... Al 34’ su punizione di Dybala, né Ndicka né Hummels hanno trovato il tempo della battuta facile in area, ma il tedesco pochi minuti dopo ha recuperato da solo una ripartenza avversaria mostrando ancora una volta la sua riconoscibile maestria nella materia: ma come ha fatto Juric a non accorgersene? Al 41’ ancora Pellegrini con un destro a giro ha obbligato Magalhaes all’ennesima prodezza, sul successivo corner Ndicka ha saltato più alto di tutti trovando ancora l’opposizione del portiere portoghese, infine un minuto dopo Mancini ha scaricato un destro da lontano deviato ancora dal numero 1 del Braga in corner (alla fine saranno 14). E così si è andati all’intervallo con il vantaggio di misura: incredibile per quello che si è visto.

In campo la Roma si è ripresentata senza Dybala (la staffetta era evidentemente ragionata, dentro Dovbyk escluso a sorpresa dall’11 di partenza) e il Braga con Marin al posto di Bambu. E dopo un paio di giri di lancette è arrivato subito il meritato gol del 2-0, con la firma d’autore del nuovo idolo dei tifosi, il pendolino Saud: il merito va essenzialmente a Koné, autore di uno slalom tra avversari che ha attirato come uno sciame verso il miele tutti gli avversari, fino a liberare proprio Abdulhamid che entrato come un treno sulla destra ha poi ignorato Dovbyk solo a centro area preferendo calciare forte in porta, sorprendendo Magalhaes e finendo sotterrato dall’abbraccio di tutti i compagni, nell’incredulità dei tifosi. Al 6’ ha segnato anche Mancini, ma in fuorigioco. Al 9’ un’apertura alla Dybala di Dovbyk ha mandato in porta Zalewski, ma invece di tirare il polacco è rientrato sul destro e poi ha cercato di favorire il gol di un suo compagno: in tre si sono presentati (Pellegrini, Soulé e lo stesso Dovbyk) e hanno finito quasi per ostacolarsi, così il tiro del capitano è stato respinto. Carvalhal, travolto, ha provato a cambiare qualcosa senza successo e in pochi minuti la Roma ha costruito altre cinque palle-gol, con Soulé solo messo in porta da una scucchiaiata alla Totti (...) di Saud a infrangersi sul portiere, con Hummels di testa su corner di Pellegrini (ancora bravo il numero uno avversario), con Pisilli (alto)  imbeccato stavolta da Soulé, e ancora con l’argentino servito da una strepitosa iniziativa di Koné box to box, col sinistro finale a giro alto sulla traversa. Poi Ndicka ha lanciato nel vuoto ancora Saud che ha calciato in porta sull’uscita del portiere portoghese che fuori area ha respinto col braccio largo, per l’inevitabile espulsione. Dentro il secondo Hornicek, fuori Gharbi, per la Roma El Shaarawy, Saelemaekers ed Hermoso per Soulé, Pellegrini e Hummels. Al 33’ Dovbyk di tacco ha inavvertitamente respinto un destro a botta sicura di El Shaarawy, poi Le Fée, entrato al posto di Pisilli nel finale, ha imbeccato Dovbyk che ha servito Saud che voleva far segnare il compagno invece di tentare la doppietta, ma la palla è sfilata via. Poi ci ha riprovato Artem stavolta col destro, ma Hornicek ha deviato in angolo e sul corner un sinistro di Ndicka è stato respinto basso e sul tap-in Hermoso ha chiuso i discorsi con il definitivo 3-0. Ed è partita Grazie Roma. E grazie Ranieri.

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