Cioè, sei Tu? Stavolta dimmi cos’è
Dammi tre punti e puoi chiedermi quello che ti pare, ma stavolta sta a te, Roma, dirci cosa sei
Ranieri ha detto che dicembre ci dirà chi siamo. È una vita che non solo ce lo chiediamo, ma persino lo cantiamo, senza risponderci. Magari ’sto fine 2024 ci rivelerà se non tutto, già il 2025. L’Almanacco del campionato dopo. A me romanista però serve l’oggi. E forse oggi non serve una risposta romantica: servono tre punti. Serve il pane quotidiano, serve quasi una preghiera senza dire grazie, il lavoro duro dei campi (di pallone in questo caso) più che canzonette di Sanremo.
Il Lecce è un ricordo che, pure chi non era nato ma è nato della Roma, sa cos’è, qui stavolta c’è una coincidenza con una sequenza infame: poi giochiamo a Como, come giocammo a Como dopo quella partita col Lecce (la più romantica trasferta mai fatta non dalla tifoseria romanista, ma da qualsiasi tifoseria al mondo).
Combattevamo contro la Juventus di Platini, quella con lo sponsor Ariston, che non era il teatro di Sanremo (ma che c’entra Sanremo co’ ’sto pezzo?). Forse perché ronza quel “dimmi cos’è” e quella Stella grande grande in fondo al cielo che chissà da quanto non vediamo. Forse perché della Roma quest’anno c’è stato solo l’amore che allo stadio cantiamo.
Ah, a proposito di sparizioni, è tornata in città la proprietà della Roma, dell’Everton e del Cannes che ha esonerato Mourinho e De Rossi, forse oggi sarà allo stadio. In settimana, dicono i cosiddetti ambienti ben informati, è previsto qualcosa di grosso. Aspettiamo (lo stadio? L’ad? Un organigramma? O, molto di più: du’ parole?). Aspettiamo anche se qui non è più il tempo dell’attesa. No. Stop.
A dicembre viene Natale o Pasqua. O si ricomincia o si finisce. Servono 3 punti, ne abbiamo 2 sul Como con cui giochiamo la prossima, abbiamo vinto 4 delle ultime 19 partite e le ha vinte tutte Juric. Non è cosa. Noi, io che t’aspetto da sempre, o almeno da quest’autunno (anzi, mi sa, era estate) stavolta non abbiamo più tempo. Dimmi cosa sei Roma. Sperando che la risposta sia in quei messaggi che ci hai mandato (un po’ striminziti, un po’ da sposarTi): qualcosa di Napoli, tanto di Londra, 70’ contro l’Atalanta di un ex di cui non ricordo il nome (perché un tifoso della Roma gli ex non li riconosce visto che non l’ha mai lasciata).
Dammi tre punti e puoi pure chiedermi quello che ti pare, ma prima parla tu, mettiti quella maglia, onorala, non promettere ma dà battaglia. In fondo forse anche oggi la risposta che ci devi dare è solo romantica, quindi roba tua, roba nostra, a quel dimmi cos’è che noi non sappiamo, ma che ci deve dire. Tipo un: “Cioè sei Tu?”. E stavolta dovrai tornare a rispondere Sì.
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