Da Dovbyk a Le Fée, passando per Hermoso e Saelemaekers: infermeria canaglia
Il mercato stoppato dagli infortuni. E poi Dybala sul quale c’è sempre un focus speciale. Ranieri fa i conti con prudenza e necessità
«Tante cose la gente non le sa», parola di Claudio Ranieri alla voce infermeria. Il tecnico romanista ha parlato delle condizioni di Artem Dovbyk al termine della partita con l’Atalanta. Per “difenderlo” e per raccontare un po’ di backstage. Al netto della naturale questione privacy sulla salute dei calciatori, il club non comunica molto sul tema ma poi a parlare è anche in questo caso il campo. Come nel caso dell’attaccante ucraino, pagato circa 40 milioni in estate, che da più di un mese Artem soffre per un ginocchio (lo stesso operato per una lesione del legamento crociato nella stagione 2018/19), soprattutto per l’usura della cartilagine che lo porta a stati infiammatori, specie se sotto sforzo continuo. Un problema fastidioso e da gestire, idealmente con il riposo, realisticamente con riposo e terapie. L’ucraino ci deve convivere, ma per lui la Roma, che non ha in Shomurodov un’alternativa alla stessa altezza, è un tour de force e anche Ranieri ha chiesto uno sforzo in più all’ex Girona, ma le prestazioni ne hanno risentito.
Non solo Dovbyk. C’è (stata) un’altra parte del mercato giallorosso risucchiata dall’infermeria: in principio fu Le Fée, con il ginocchio malandato dai tempi del Rennes (dose rincarata alla seconda giornata contro l’Empoli dalla ipertensione dell’arto) e che si è già fermato in stagione, un calvario, per quaranta giorni e ha collezionato una sola presenza per 90’ in stagione, con Juric nella vittoria contro il Torino. Ora Enzo è a disposizione ma per il momento Ranieri non l’ha ancora utilizzato.
E veniamo a Hermoso. L’ultima apparizione è stata a Firenze. Esattamente al minuto 65, quando l’arbitro Sozza ha estratto il secondo cartellino giallo mandandolo sotto la doccia sul provvisorio 4-1 dei padroni di casa nella tremenda notte del Franchi. Da allora lo spagnolo non si è più visto sul campo e nemmeno nella lista convocati di Juric, prima, e Ranieri, poi. Una noia muscolare arrivata tra la partita con i viola e la gara casalinga con il Torino, per la quale tuttavia era squalificato. Da allora le previsioni parlarono inizialmente di un paio di settimane prima di poterlo rivedere giocare, eppure siamo a oltre un mese e l’ex Atleti si è riaffacciato sul campo solamente in borghese (con l’Atalanta era con i compagni in panchina), mentre l’abbiamo visto il 25 novembre scorso all’evento “Amami e basta” in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne al Liceo “Enzo Rossi”: “Potrei tornare la prossima settimana”, aveva detto a margine della giornata.
Difficile decifrare cosa sia successo in questi ulteriori 20 giorni di assenza in assenza di bollettini medici ufficiali, certo è che in presenza di esami strumentali negativi il giocatore deve aver avvertito ancora dolore e quindi si è preferito non rischiare. Prudenza e rientro graduale, come avvenuto oggi con l’allenamento differenziato, che ha lasciato buone sensazioni al calciatore e allo staff medico e che dovrebbe quindi preludere a un rientro in gruppo abbastanza rapido. Anche perché a Ranieri servirebbe molto, specialmente se il tecnico di Testaccio dovesse continuare a scegliere la difesa a tre, essendo l’unico ricambio di ruolo del pacchetto arretrato. Una sola partita intera disputata in campionato e tre in Europa è un bilancio troppo in rosso per le aspettative che si avevano su un calciatore della sua esperienza.
Senza considerare l’uomo sul quale, anche quando dagli esami non risultano problemi, c’è sempre un’attenzione speciale a livello di infermeria: Paulo Dybala. E lo sfortunato Alexis Saelemaekers, reduce dalla frattura di Genova che, per fortuna, brillantemente alle spalle.
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