Quella notte è ancora nostra
Zaniolo e Rui Patricio, eroi di Tirana, all’Olimpico da avversari: il gol di Nicolò e le mani del numero uno sulla conference. Entrambi ai margini con la Dea
A volte ritornano. Stasera, in occasione di Roma-Atalanta, Nicolò Zaniolo e Rui Patricio faranno il loro ritorno all’Olimpico, per la prima volta da avversari. Con ogni probabilità, nessuno dei due sarà protagonista, almeno dal 1’, visto l’undici che Gasperini sembra pronto a schierare, ma anche dalla panchina il fantasista e il portiere vivranno una serata diversa dalle altre. Loro che, in totale, hanno vestito la maglia giallorossa in 259 occasioni, distribuite in maniera praticamente equa: 129 le gare giocate da Rui, contro le 128 apparizioni di Nicolò. Su tutte, ovviamente, la magica notte di Tirana, del 25 maggio 2022.
Tirana è per sempre
«Tirana è per sempre», ha ripetuto a più riprese un tifoso a José Mourinho, mentre il 16 gennaio scorso lasciava Trigoria per l’ultima volta. Un modo semplice, ma profondo e romanista, per dire grazie all’artefice principale del nostro primo trofeo europeo 61 anni dopo l’ultima volta e la prima coppa dopo 14 anni di digiuno. Lui, lo Special One, il deus ex machina dietro al successo in Albania, con la Roma a festeggiare la prima edizione di sempre della Conference League. Sul campo però, in quella calda serata di fine maggio, le luci dei riflettori li attirarono proprio Rui Patricio e Zaniolo, migliori in campo a pari merito. L’esterno collo del piede sinistro di Nicolò, dopo 32 minuti, fece esplodere i nostri cuori in una felicità a molti ancora sconosciuta, con il suo scavetto a battere Bijlow e ad abbattere i tifosi del Feyenoord alle spalle della sua porta. Il gol che è valso la coppa, certo, ma anche, se non soprattutto, grazie alla prestazione di Rui nel secondo tempo.
Le mani sulla coppa ce le ha messe lui, prima ancora di capitan Pellegrini a fine partita. Rui Patricio che, con i suoi guanti, ha respinto ogni oggetto provasse a varcare la linea della sua porta. Fregandosene, a volte, anche dello stile, puntando al concreto, al porto in cui approdare col vessillo, facendosi aiutare anche dal palo, suo complice in quella notte da sogno.
Il punto più alto finora raggiunto dal talento mai veramente sbocciato di Zaniolo e l’ultimo - forse - guizzo di un grande portiere, arrivato purtroppo a queste latitudini quando la carta d’identità ha cominciato a farsi sentire.
Il loro presente
Entrambi sono arrivati a Zingonia soltanto quest’estate, con aspettative, ovviamente, opposte. Zaniolo è la grande scommessa di Gasperini, che gli ha dato la numero 10 e lo ha riportato in Italia dopo le esperienze non esaltanti al Galatasaray e all’Aston Villa. Per il momento però, Nicolò non ha convinto, tanto da ricercare ancora la prima da titolare in Serie A. Rui, invece, dopo essere arrivato in scadenza con la Roma, ha firmato a parametro zero con l’Atalanta, dimostrando di voler ancora restare in un calcio competitivo, pur accettando il ruolo di vice a Carnesecchi. Da eroi di Tirana ad avversari all’Olimpico. A volte ritornano.
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