White H(e)art Lane, quando a Londra batte il cuore giallorosso
Il racconto della notte europea vissuta da un tifoso romanista che vive nel Regno Unito: "Ma era solo un pareggio!! Ma quelli, della vita, non hanno capito proprio nulla"
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(GETTY IMAGES)
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“Daje la Roma ha beccato il Tottenham e si gioca a Londra”.
E’ il 30 Agosto, ogni Romanista che vive a Londra ha una speranza fissa ad ogni sorteggio europeo e da quel giorno, una data in calendario: il 28 Novembre, Thanksgiving, il Giorno del Ringraziamento, vorra’ dire qualcosa?! Egoisticamente, che i miei figli non vanno a scuola il giorno dopo.. non e’ che tanto tanto finiamo dalle parti di White Hart Lane? Non sognamo troppo che ci facciamo male oppure sognamo in grande che alle volte i sogni accadono?
Conobbi di persona Tonino Cagnucci 14 anni anni fa quando un Vulcano Islandese erutto’ e le sue ceneri bloccarono gli aerei di tutta Europa per una setimana. Ma Noi eravamo nel bel mezzo della striscia di Ranieri e la Domenica si sarebbe giocato il Derby. Quello che col senno di poi divenne famoso per il rigore di Floccari, o per le parate di Julio Sergio, o per aver avuto nel secondo tempo i Capitani in panchina, o per la doppietta di Vucinic, sicuramente il derby di Ranieri. Sotto 1-0 e rigore per loro, vincemmo 2-1 e primi in classifica.
Impiegai 36 ore da Londra a Roma per esserci, usando il motorino, un bus, un traghetto, vari taxi, vari treni e anche un autostop; passai da Londra a Dover, Calais, Metz, Parigi, Lussemburgo, Zurigo, Milano e Roma. Un’Odissea d’amore in 36 ore Tonino la chiamo’. E scrisse che grazie a quel derby trovai l’Amore, che sarebbe diventata mia Moglie e avremmo vissuto in una casa del Mulino Bianco con due bellissimi Lupacchiotti. E cosi e’ stato, e’ andato tutto per il verso giusto ma adesso dopo qualche comparsata all’Olimpico dovevo riuscire a portare i due lupacchiotti allo stadio per la prima trasferta... in casa, cioe’ dove viviamo. Un cortocircuito. Ma se quando giochiamo in casa, per noi e’ una trasferta, la prima trasferta deve essere in casa.
Non sono mai riuscito a prendere un biglietto per le trasferte dal sito nonostante abbia consumato il tasto F5 come ogni Romanista che si rispetti. E adesso ne avrei dovuti prendere 4. No chance.
Succede che il momento magico della Roma iniziato dall’annuncio di Mourinho e proseguito con De Rossi sia scemato parecchio e quando siamo all’11-12 Novembre arrivano voci da Roma che in pochi verranno su per la trasferta, forse abbiamo piu’ possibilita’. I biglietti escono nel momento peggiore della Roma. Non avevamo neanche l’allenatore in quel momento. Roba che se avessero nominato Ranieri la sera prima della prelazione, forse sarebbe cambiato qualcosa. Qualcuno piu’ saggio ha scritto che dai diamanti non nasce nulla ma dal letame crescono fiori, e magari dal letame della Roma di quel momento, adesso nasceranno fiori bellissimi colorati e profumati.
Quando arriva la mattina del 13 Novembre siamo tutti schierati con i nostri PNR per fare il blitz. In tanti siamo da anni abbonati all’Olimpico pur vivendo a Londra, e ora che la Roma gioca a Londra non abbiamo una prelazione speciale? No. Ouch. Chiunque ha un collega giovane in ufficio che e’ piu’ tecnologico, lo coinvolgo, gli creo due accounts, lui si presenta con due laptop in ufficio, siamo carichi.
Scrivo sul gruppo degli abbonati di Roma, “Anche se non venite, per favore provateci per me, e’ per una buona causa. “ Li trovero’ tutti collegati a mezzogiorno per agguantare un biglietto perche’ si realizzi il mio sogno. Tutti avevano impegni in ufficio e nella vita, ma tutti ci hanno provato: Epico e Commovente!!
Si parte!! Il tasto F5 chiede pieta’, ma a contrario del solito a 3 minuti dal momento fatidico i biglietti non sono ancora in vendita. Che nervoso, che tensione!! All’improvviso il mio collega esclama, “Mate, I’m in”. E mo che faccio? Click it. “Mate, I’m in, on the other one as well”. Ma come e’ possible che io continuo a refreshare e lui e’ dentro con due dispositivi? Alla fine col grande contributo di tutti siamo riuscti a prendere 11 biglietti or meglio 9 + 2. Tutto il gruppo del calcetto e della Roma, tutti Romani e Romanisti!! Tutti col biglietto, piu’ due per i piccoli Lupacchiotti!! Daje!
Lo comunico ai miei figli di 6 e 7.5 anni e mezzo. Ragazzi, gioca la Roma a Londra. Sara’ la sera tardi e fara’ freddo. Lo stadio e’ a un’ora e mezza da casa in treno e metro. Non posso promettervi che vinceremo, ma.. Non finisco la frase che, “Siii Andiamooooo Daje Papa’!!! Quanto manca?” 15 giorni. Il piccolo ogni mattina mi chiede: Papa’ e’ oggi? E il grande gli risponde, No, mancano.. e giu’ con il conto alla rovescia.
L'ultimo briefing e’ Martedi sera al pub dopo il calcetto. Siamo due gruppi, uno parte da South West London e uno dalla City dove molti lavorano, per andare a North East London. Non ci possiamo fermare ai pub in zona che non accettano tifosi avversari, “Vabbe’ ma le birre le prendiamo dentro”. ”Sicuro?” In Premier non vendono birre ai tifosi ospiti. Allora portiamo le lattine e facciamo un pit stop tra la stazione e lo Stadio. Edaje!!
E siamo al 28 mattina. Ci si sveglia col bel tempo, un bel cielo terso e un sole splendente.. che a Londra vuol dire Freddo Pino. Il termometro indica 3 gradi ma siamo carichi, siamo carichi a molla e prontissimi. Preparo 9 panini e la frutta, prendo i lupacchiotti a scuola e si va. Siamo 3, ma subito diventiamo 4, perche’ un amico pur essendo abbastanza vicino allo stadio, viaggia per 53 minuti di mezzi pubblici in direzione opposta per andare insieme, d’altronde, spesso, il senso del viaggio e’ viaggiare insieme, mica la meta. Poi siamo 5 alla stazione, dopo due fermate sale il nostro capitano, 6… fino a essere 12 all’appuntamento davanti allo stadio. E il dodicesimo chi e’ ? avevamo 11 biglietti ” Era da solo in treno con la sciarpa della Roma e si accollato a noi”. Giusto!! Non si lascia nessuno indietro.
Il percorso dalla stazione allo stadio e’ sempre un momento magico, avrei voluto fermare il tempo, guardando i miei figli sventolare la bandiera camminando tra i tifosi degli Spurs che or ci ignoravano or sorridevano, in totale sicurezza e tranquillita’, mentre noi cantavamo e pronosticavamo la partita.
Ho lasciato casa alle 16.55 ed entriamo allo stadio alle 19.25. Precisissimi, senza troppa attesa che sfinisce ma godendoci il prima. Il loro stadio e’ proprio bello e i tifosi ospiti sono sistemati in uno spicchio fantastico. La presentazione e’ uno show, preferisco la nostra, ma gran parte del loro inno ( che viene fisciato da noi e la cosa mi da sempre fastidio quando succede) viene cantato che la partita e’ iniziata. In pratica finisce il loro inno e la Var assegna il rigore, per fallo di Hummels, dopo due minuti. Ancora lui, povero. Gli spettri del passato si ripresentano. Sara’ un’altra partita da 6-7 a qualcosa? Una di quelle che abbiamo gia’ visto e che ci capitano troppo spesso? Anche i miei figli dovranno imparare quel tipo di sofferenza dell’essere romanisti? Dai pero’, stiamo giocando, anzi dai che li stiamo dominando, punizione per noi.” Daje che ora lo famo”. Dajeeee E’ quando ti senti abbracciato dai figli e trovolto dagli amici che capisci tante cose e ti dai tante risposte. “Ma sei un grande, lo avevi previsto!!” mi sussurrano da dietro, Credo che ogni Romanista in cuor suo, a ogni calcio d’angolo or punizione dica “Ora lo famo!!”, che poi esca al alta voce or rimanga dentro, sono dettagli. Non mi arrogo nessuno titolo di veggenza. Dopo poco andremmo anche in vantaggio, e li’ casca lo stadio, ma in fretta e furia la Var lo fa ricostruire. Anzi segnano loro e rischiamo anche il tracollo, ma stiamo giocando a calcio. Questo voleva il mister, questo noi facciamo e il mister la sa lunga, crediamoci.
Si dovrebbe aprire un altro capitolo sulla marcatura su Son, preso da Mancini ma con Celik che deve coprire il fondo e Paredes raddoppiare il centro. E’ palese che la partita sia stata studiata tatticamente e proprio per il processo di recupero di questa Roma, per accumulare sicurezza, un punto varrebbe di piu’, tanto tanto di piu’. Facciamo anche un altro paio di gol, ma la Var ha sempre paura della stabilita’ delle mura esterne e non convalida. Siamo intorno all’80simo e i tifosi locali iniziano a uscire, normalissimo, ma non per un bambino che ha solo esperienza nel Curvino dell’ Olimpico. “Papa’ ma quelli dove vanno?” Amore, alcuni escono prima per evitare il traffico. Ma allo stadio si sta fino alle fine, non sai mai cosa puo’ succedere. “Papa’ siamo all’88simo, ormai e’ finita”. Eh no, e’ finita quando l’arbitro fischia. Fino a quel momento devi crederci sempre!! Devi dare tutto te stesso, anche noi possiamo fare la differenza da qui. Canta piu’ forte. E proprio in quel momento dal settore.. “La Curva Sud te lo grida in coro e Forza Roma facci un gol!!” Credi a Papa’, questa volta lo faremo.” Davvero?” Ne sono sicuro!! Li’ credo di essermi giocato tutti i bonus che avevo con un’entita’ superiore, non potro’ mai piu’ chiedere e ottenere nulla, neanche il sole per un pranzo a Fregene,
5 minuti di recupero, ma ne basta uno. Non so neanche come abbiano esultato i giocatori, non li ho visti. Noi ci siamo mischiati gli uni con gli altri, siamo diventati un categoria ad Hoc di Youporn, i miei figli erano alzati e passati tra di noi come trofei, e loro erano felici. Mi guadavano e ridevano e mi hanno dato l’abbraccio piu’ bello e lungo del mondo, quello che un padre sogna. Era tardi e faceva freddo, ma erano carichi e accaldati. Era un momento magico. Si potrebbe anche mettere in strofa, Dimmi Cos’e’? ma forse qualcuno ci ha gia’ pensato. Quando l’arbitro fischia c’e’ stato un istante di rammarico per il terzo (perche’ restiamo Romanisti e sognatori) , subito spento dall’abbraccio collettivo.
Poi ti succedono quelle cose strane: che l’attesa di uscire dal settore ospite, notoriamente una gran rottura, si trasformi in un momento magico con due bambini che ci coinvolgono per fare un partitella con una bottiglietta di plastica. “Quanto vorrei tornare a quell’eta’ per vivere questi momenti”, mi sento dire, ma, noi quell’eta’ in questi momenti, ce l’abbiamo ancora. Che spensieratezza, che felicita’. Aprono i cancelli ed e’ quasi triste andarsene, anche i poliziotti inglesi oggi sembrano carini e gentili, dando il 5 ai miei figli Abbiamo davanti due ore di viaggio e loro sono distrutti, ma non c’e’ nulla che possa andare storto stasera, ho il sorriso stampato.
Minuti dopo la fine mentre camminiamo verso la metro mi sentiro’ chiedere da mio figlio, “Papa’, al primo gol, hai detto che segnavamo prima della punizione, poi mi hai detto che avremmo pareggiato e abbiamo segnato. Ma tu sai sempre quando la Roma segna?” Abbracciami Amore.. Magari domani ti sentirai dire: Ma era solo una partita di calcio!! ma era solo un pareggio!! E potrai solo pensare.. Ma quelli, della vita, non hanno capito proprio nulla".
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