Finalmente la scintilla: la Roma è viva
Tutti i dati lo confermano: a Londra i migliori 90’ della stagione. Ranieri frena: «Una rondine non fa primavera»
«Non credo una rondine faccia primavera: dobbiamo lavorare duramente, solo così possiamo fare risultati». Svestiti i panni del tecnico, Claudio Ranieri ha indossato immediatamente quelli del pompiere, al termine di Tottenham-Roma 2-2. Troppo esperto e fine conoscitore dell’ambiente romanista, Sir Claudio, per non capire che ad una tifoseria in astinenza da belle serate - si può dire che quella al gol di Hummels sia stata la prima esultanza sfacciata e il primo urlo al cielo della stagione - possa bastare poco per accendersi. Vuole far tornare la gente al fianco della squadra, l’ha detto a più riprese, ma al tempo stesso cerca di riportare tutti alla realtà. Una realtà che vede la sua Roma ancora 12ª in campionato e 21ª in Europa League.
Il malato però - riprendendo la metafora usata da Ranieri per descrivere la sua squadra - ha cominciato a reagire alla terapia. Una terapia realista, priva di magie, ma evidentemente efficace. Se a Napoli si erano visti i primi segnali positivi, con la voglia di vincere i singoli duelli e la cattiveria usata soprattutto nel concedere poco o nulla alla squadra di Conte, giovedì sera a Londra la Roma ha aggiunto alle buone intenzioni il coraggio di chi crede nei propri mezzi. Dalla testa dei giocatori è nata la grande prova sul campo, con una Roma in grado di tenere testa ad un Tottenham che, soltanto pochi giorni prima, si era sbarazzato del City di Guardiola a Manchester per 4 a 0. A testa alta e senza paura di prenderne troppe, Mancini e compagni hanno sfidato gli Spurs per 90 minuti rispondendo colpo su colpo, in una gara finita con 4 gol, 4 legni colpiti, 3 gol annullati e una serie di ottime parate di Svilar da una parte e Forster dall’altra. Che Tottenham-Roma sia stata la nostra miglior partita stagionale non è solo una semplice considerazione, ma un dato di fatto supportato dai numeri.
Mai nelle 17 partite giocate prima - tra coppa e campionato - la Roma aveva tirato così tanto nello specchio della porta avversaria (7 tiri in porta) o creato un valore così alto di xG - i gol attesi in base alle occasioni costruite - con il valore di 2.36 che ha superato il 2.35 della vittoria sulla Dinamo Kiev, sempre in coppa. Anche le palle intercettate (16) rappresentano il miglior dato stagionale, con un Koné straordinario in mezzo al campo. Anche le statistiche difensive esaltano la prova di Svilar e compagni, con 1.9 xG in porta salvati e le 9 parate messe a referto da Mile.
Insomma, la gioia per la Roma ritrovata, viva e gagliarda, è una gioia fondata e non soltanto frutto della follia irrazionale intrinseca in ogni tifoso. La squadra c’è, con i sentimenti, e vuole provare, guidata dal normalizzatore Ranieri, ad uscire dalle sabbie mobili in cui si è cacciata. Un processo che dovrà proseguire con la complicata sfida all’Atalanta di Gasperini, che lunedì sera all’Olimpico chiude il primo trittico terribile del Ranieri-ter. Con le prime due uscite, però, Sir Claudio sa ora di poter contare su una rosa più profonda. Ha lanciato Hummels - per lui a Londra la prima da titolare in giallorosso -, ripescato Paredes e iniziato a testare oggetti misteriosi del mercato come Dahl e Abdulhamid. Il tecnico conta su tutti, la squadra lo sa e lotta per lui.
Presto per dire se quello di Londra sia stato o meno il primo passo di una lunga risalita, ma la cosa certa è che solo con quest’unione d’intenti - giocatori, tecnico e ambiente, in attesa che anche la dirigenza si formi e la proprietà ritorni - la Roma potrà fare la Roma. Una squadra non perfetta, per com’è stata costruita, ma certamente non la 12ª forza della Serie A. «Possiamo dire la nostra anche quest’anno», il pompiere Ranieri ha detto anche questo. Forza Roma.
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