AS Roma

Londra anomala, giallorossa e unica dalla City al settore

Un viaggio di 1.864 chilometri con l'aspettativa al minimo ma con l’utopia nel cuore. La Sud “silenzia” White Hart Lane

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
29 Novembre 2024 - 12:31

“Grazie per aver viaggiato 1.846 chilometri per essere qui con noi”, è il messaggio che, con lo stemma della squadra giallorossa che giganteggia, accoglie i tifosi nel settore ospiti dello splendido Tottenham Hotspur Stadium. Se in 97 anni la Roma ha vinto in Inghilterra una sola volta un motivo ci sarà pure ma certamente non valido da scoraggiare questo essere così particolare, con la febbre a 90, che è il tifoso. Romanista. I numeri difficilmente mentono e lo sapevano anche i 3.000 che hanno percorso in qualunque modo e con qualunque logistica quei milleottocentoquarantasei chilometri per seguire la squadra fino a Londra, tappezzata di giallorosso dal Big Ben a White Hart Lane. Una meta popolare e facilmente raggiungibile, è vero, il posto giusto dove recarsi per un break di qualche giorno a unire l’utile (fare un po’ di vacanza) al dilettevole (seguire la Magica). Ma un viaggio per uomini, donne e bambini, studenti e professionisti, pensionati e lavoratori in permesso, tutti tornati alla stessa età nel vedere a un metro e mezzo di distanza il il fanciullino di Sir Claudio e compagni e nel sognare di poter avere un giorno uno stadio così: “Se lo fanno a Roma vinciamo dieci scudetti”. 

Pareggiarla al 91’, poi, ripaga della sensazione mista tra speranza e utopia che si era propagata negli animi dei blocchi 114-118 dell’impianto degli Spurs poco dopo il rigore del vantaggio del Tottenham che sembrava il preludio alla solita zuppa inglese. Invece no. Mai scoraggiati, neanche dopo il terribile uno-due del Var su El Shaarawy e il rigore in movimento di Johnson. E invece no. La traversa di Angeliño e il volo di Forster su Mancini. I pali loro, angelo Mile. Resistenza romanista, speranza e utopia, silenziando con i canti della Sud il grande teatro londinese. Perché quando vai in trasferta sai che l’importante è non perdere, specie se la tua squadra è ancora malata, nemmeno convalescente, e l’aspettativa è al minimo. E invece no, liberazione. Freedom. 

Ieri mattina a Londra ad accogliere chi ha viaggiato con la Roma nel cuore c’era un po’ di nebbia che annunciava il bellissimo sole che ha riscaldato la ghiacciata City. Forse era un segno che qualcosa, come ha scritto Hummels sui social, finalmente stava per andare per il verso giusto. Che si iniziava a vedere la luce del sole che ti ricorda che non può piovere per sempre

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