La strategia di Ranieri: gioco a tre uomini sulle fasce per liberare l’uomo
Il focus tattico, offerto da un allenatore Uefa B: dalla teoria alla pratica, ripensando a Napoli-Roma di domenica scorsa
Nello studio e nell’applicazione di schemi e movimenti preordinati della fase offensiva, quasi tutti gli allenatori ricercano e chiedono ai loro giocatori di trovare spazio sulla fascia, arrivare sulla linea di fondo e mettere palla indietro oppure in mezzo, oppure sul secondo palo dove accorrono i compagni di squadra per finalizzare. E’ l’azione che più spesso delle altre (escludendo i calci piazzati) porta a destabilizzare le difese avversarie procurando gol o occasioni nitide per far gol.
Ma portare l’uomo libero sulla linea di fondo in grado di mettere un ultimo passaggio vincente non è semplice. Difficile farlo in autonomia partendo in dribbling e velocità, superando uno-due, a volte anche tre uomini. A difesa avversaria schierata, dunque non in contropiede, tempo, spazio e avversari possono impedirlo facilmente anche al più dribblomane ed infervorato dei giocatori.
Ecco allora che l’evoluzione del gioco (per chi la vuole studiare e metterla in pratica), ha portato a soluzioni alternative che potremo definire di geometria variabile, in cui almeno tre giocatori ruotano la loro posizione sulla fascia, muovendosi, sovrapponendosi e toccando il pallone in diagonale per liberare uno dei tre giocatori sulla linea di fondo anche in caso di tre contro tre. Naturalmente ci vuole grande abilità tecnica, rapidità e soprattutto sincronismo dei movimenti. Ci si lavora nella preparazione estiva, in allenamento, ripetendo più e più volte.
Dalla teoria alla pratica, tornando ahimè, al Napoli-Roma di domenica scorsa. Nel primo tempo sul fronte sinistro difensivo della Roma si proponevano spesso Di Lorenzo, Politano e Anguissa, in grado di operare le rotazioni di cui sopra. La Roma purtroppo rispondeva con due soli giocatori: Pisilli, a disagio e fuori ruolo, e Angeliño. Il terzo che doveva essere Cristante, se ne stava spesso sulle sue, più centrale, al limite dell’area, forse preoccupato da McTominay. In quel caso però Ndicka restava un inutile uomo in più a centro area (come accaduto, ma con altra dinamica, in occasione del gol del Napoli dove le responsabilità sono da dividersi tra più giocatori). Risultato, uno tra Politano, Di Lorenzo e Anguissa, riusciva facilmente in quello che era diventato un 3 contro 2, a guadagnare la linea di fondo per poi mettere pericolosamente palla in area.
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