L'ora della riscossa: Pellegrini cerca un nuovo inizio con Ranieri
Il tecnico, che lo ha già allenato in passato, è stato esplicito in conferenza: «Lorenzo sta soffrendo la situazione, ma deve saper reagire»
Mai così male, mai così contestato. La prima parte di stagione è stata per Lorenzo Pellegrini quella che sta vivendo chiunque abbia la Roma nel cuore: un incubo. E non è casuale la coincidenza, essendo il numero 7 un tifoso di questa squadra prima ancora che il suo giocatore più rappresentativo, quello con la fascia al braccio. Gradi che pesano però quando si nasce e cresce in questa squadra: ci sono passati tutti i predecessori di Lollo, a prescindere dalla statura tecnica di ognuno. Sembra una sorta di fardello che va scontato per qualche arcano motivo, in cambio di vivere l’onore di simboleggiare la Roma. Fatto sta che quei fischi preventivi ad personam che hanno accompagnato quasi tutte le partite casalinghe, qualche segno lo hanno lasciato. La Sud si è schierata al fianco di Pelle, rinfrancandone senz’altro lo spirito senza però cancellare del tutto l’amarezza per un distacco del resto del pubblico mai così forte.
Accanto a lui si è schierato anche Ranieri, che lo ha già allenato nella precedente esperienza sulla panchina giallorossa: «Lorenzo sta vivendo un momento difficile ma deve saper voltare pagina - lo sprone del tecnico - Quando si cade, la cosa più bella è vedere come ci si rialza. Lui è introverso, si tiene tutto dentro ma deve reagire alle avversità e sono convinto che lo farà». Un’investitura in piena regola, non soltanto in vista della proibitiva sfida di Napoli. Sir Claudio crede nel proprio Capitano, esattamente come i predecessori. Ma Pellegrini deve tirarsi fuori dalle secche nelle quali si è arenato e tenere fede agli straordinari numeri della sua carriera romanista: 111 gol procurati direttamente (fra firme personali e assist) in 296 presenze. Rarità assoluta per un centrocampista. Eppure in questa stagione il suo contributo è senza precedenti: in nessuna era stato così scarno (un solo passaggio vincente e niente più). Motivo ulteriore per imprimere la svolta.
Fuori dal campo però Lorenzo è sempre irreprensibile: parole da Capitano vero nei momenti più duri e ieri un gesto di solidarietà che ne certifica - se ancora ce ne fosse bisogno - la sensibilità. Una visita ai detenuti di Rebibbia, in occasione del Twinning Project: «Ci tenevo molto ad incontrare chi ci dedica pensieri, passione e affetto e non può manifestarcelo direttamente. Da Capitano e da romanista, sono davvero felice di vedere come l’amore per la nostra squadra possa trasformarsi in un’occasione di riscatto nella vita». Per quello in campo, tocca al numero 7.
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