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VIDEO - Napoli-Roma a Massa: con lui l'ultimo successo al Maradona

Il fischietto di Imperia dirigerà la sfida di domenica contro gli azzurri: nel 2018 arbitrò la partita vinta dai giallorossi di Di Francesco per 4-2

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Pietro Laporta
20 Novembre 2024 - 14:30

Sono state rese note oggi le designazioni arbitrali per la tredicesima giornata di Serie A. A dirigere Napoli-Roma, la prima gara di Claudio Ranieri per questo terzo mandato sulla panchina della Roma sarà Davide Massa, che torna ad arbitrare i giallorossi a poco più di un mese di distanza da Roma-Inter 0-1. Sono infatti abbastanza frequenti gli incroci con l'arbitro (questo sarà il 31°), e tra questi, in attesa della partita del Maradona, ne spunta uno in particolare. 

Massa arbitrò infatti quella che oggi rimane l'ultima vittoria della Roma in trasferta a Napoli, il successo ottenuto per 4-2 dagli uomini di Di Francesco. Il 3 marzo 2018, i giallorossi (per l'occasione con la maglia nera) scendevano in campo al San Paolo per l'anticipo della 27a giornata, un turno che il giorno dopo sarebbe stato sospeso per la tragica scomparsa del capitano della Fiorentina Davide Astori

Reduce dal crollo interno contro il Milan di Gattuso, l'ennesimo di una stagione che fu tra le peggiori per quanto riguarda il rendimento casalingo (soltanto in Serie A furono sei le sconfitte), la Roma lasciava una Capitale insolitamente imbiancata dalla neve per volare in una Napoli il cui clima rovente per il primo posto della squadra di Sarri aveva subito una doccia gelata a causa del gol a tempo scaduto di Paulo Dybala (tu guarda che incroci...) contro la Lazio, che aveva portato la Juventus a -1 dalla vetta. 

Pronti via, il divario tra le due squadre appare sin da subito evidente, con il piattone di Insigne che, complice una deviazione di Manolas, si infila alle spalle di Alisson. Quello che sembrava un copione già scritto viene però stravolto appena un minuto più tardi, con la rete del pareggio giallorosso firmata dall'uomo del momento: arrivato in estate come il prototipo del metodo Monchi, dopo sei mesi di apprendistato da febbraio in poi nella Capitale era esploso il talento di Cengiz Under, che con una media che in quel periodo sfiorò la quota di un gol a partita (il primo gol a Verona, la doppietta al Benevento, la sassata a Udine e la prima gioia europea a Kharkiv contro lo Shakhtar), si prese dunque il ruolo di ala destra, rimasto orfano dall'addio di Salah senza che né Defrel né Schick riuscissero ad imporsi. Servito in profondità da Nainggolan, l'esterno calcia aprendo il piattone sinistro e trovando la deviazione di Mario Rui, arrivato in estate proprio dalla Roma (dove lo si ricorda più per i continui e poco graditi ammiccamenti al suo mentore Sarri, piuttosto che per il rendimento in campo visto anche l'infortunio al crociato): la traiettoria che ne deriva è incredibile e lascia di sasso Pepe Reina.

Dopo la rete del pari, alla mezz'ora di gioco il vantaggio della Roma: Nainggolan va in verticale da Under, appoggio di prima sulla destra per Florenzi che crossa in area trovando il solito Edin Dzeko: il bosniaco, che con una doppietta aveva deciso anche il match della stagione precedente, sovrasta Raul Albiol e segna il gol del 2-1. Il quarto d'ora finale del primo tempo lasciò presagire una ripresa di sofferenza per la squadra di Di Francesco, ma forti delle prodezze del portierone brasiliano, sono i giallorossi ad emergere nella ripresa: in contropiede, Kolarov porta palla ed allarga per Dzeko che rientra, lascia per terra Mario Rui (la serata storta del portoghese non è finita qui) e con quello che, evidentemente mentendo, aveva sempre definito come il suo piede debole, fa partire una conclusione di mancino a giro che si infila nell'angolino opposto per il 3-1.

Il Napoli è al tappeto, il San Paolo (vista anche l'assenza costretta dei romanisti sugli spalti) è ammutolito, e la Roma fa quello che vuole in campo. L'apoteosi all'80° minuto, con Kolarov che crossa un pallone nell'area del Napoli, dove l'unico presente è ancora una volta Mario Rui: la ciliegina sulla torta di errori del portoghese che tanto in fretta aveva voluto lasciare Roma, è l'inspiegabile colpo di tacco che appoggia il pallone poco prima del dischetto da rigore per l'accorrente Diego Perotti, che ringrazia e cala il poker. La rete a tempo scaduto di Mertens per il definitivo 4-2 è l'ultimo episodio di una partita che, riguardando a posteriori la classifica, ha indirizzato pesantemente il campionato: la pesante battuta di arresto subita incrina in modo quasi definitivo l'ingranaggio perfetto della macchina di Sarri, che non riuscirà più a tenere a distanza la Juventus, poi campione d'Italia. I ragazzi di DiFra salgono invece dal 5° al 3° posto, dove rimarranno fino alla fine di una stagione, che verrà poi ricordata per l'incredibile cavalcata in Champions League.

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