Ranieri, il terzo mandato lo consegna alla storia giallorossa: i precedenti
A prendere il posto di Juric è il tecnico romano: solo altri due allenatori contano tre esperienze sulla panchina della Roma, ecco quali
In un calcio sempre più arido di amore e passione, sono pochi i gesti pregni di romanticismo: tra questi, il ritorno. Non si tratta sempre di favole a lieto fine, tra chi riesce a riscrivere nuove pagine di storie d'amore e chi invece rovina il ricordo di ciò che è stato: legarsi nuovamente ad una squadra è però senza dubbio uno di quei gesti capaci di legare indissolubilmente giocatori e allenatori ad una piazza.
Il legame tra Claudio Ranieri e la Roma era già ben saldo di suo: nato nella Capitale nel 1951, l'amore di Claudio per la maglia giallorossa non era venuto meno neanche quando, a 23 anni, aveva dovuto lasciare la squadra del suo cuore per proseguire la propria carriera in giro per il sud Italia, tra Catanzaro, Catania e Palermo. Un girovagare che si era spostato poi anche all'estero, in veste di allenatore, fino al ritorno nella sua amata Roma per la prima esperienza da tecnico giallorosso, tra il 2009 e il 2011.
Un amore rinnovato nel tempo, con lo scudetto sfiorato contro l'Inter di Mourinho, le dimissioni l'anno seguente e il ritorno nel 2019 per aiutare la squadra giallorossa, allora impantanata nelle difficoltà di quella che sarebbe stata la prima stagione dopo molti anni conclusa fuori dalla zona Champions. Cinque anni e mezzo più tardi, per Ranieri si aprono, per la terza volta, le porte di Trigoria: una rinnovata unione che consegnerà il tecnico campione d'Inghilterra col Leicester, ad una speciale categoria d'elite nella storia giallorossa. Fino ad ora infatti, sono soltanto due gli allenatori che hanno allenato la Roma per più di due esperienze (escludendo quindi Gunnar Nordahl, che venne sollevato dall'incarico e richiamato più volte nei due anni alla guida del club).
Il primo fu Guido Masetti, il "primo portiere" della canzone di Campo Testaccio che dopo una carriera in giallorosso, nel 1943 a guanti e scarpini affiancò fischietto e conetti diventando giocatore-allenatore del club. Dopo sei mesi a doppio servizio lasciò definitivamente il calcio giocato, rimanendo alla guida della squadra per due anni durante la guerra, fino alla vittoria del campionato romano nel 1945. In seguito alle esperienze con Viterbo, Gubbio e Rimini, nel 1951 tornò per cercare (invano) di salvare la Roma dallo spettro della retrocessione. Dopo il drammatico epilogo di quella stagione, altre esperienze in giro per l'Italia, infine il ritorno nel 1957 per aiutare, questa volta con successo, la squadra in una stagione tribolata, terminata al quattordicesimo posto.
L'altro a sedersi per più di due esperienze sulla panchina della Roma, non avrebbe neanche bisogno di presentazioni: campione d'Italia nel 1983 e primo allenatore per presenze nella storia del club, Nils Liedholm è considerato da molti, se non da tutti, l'allenatore della Roma per antonomasia. Il Barone arrivò nel 1973: legato fin dai tempi vissuti da calciatore al Milan, fece ritorno tra i rossoneri dopo quattro anni, rimanendo a Milano per due stagioni: nel 1979 il nuovo approdo nella Capitale, per l'inizio di un ciclo che lo consegnerà alla storia della Roma: due Coppe Italia consecutive tra il 1980 e il 1981, lo Scudetto nel 1983 e la finale di Coppa Campioni persa contro il Liverpool nella stagione successiva, conclusa comunque con la terza Coppa Italia. Un nuovo periodo, da allenatore de facto ma ufficialmente con la carica da direttore tecnico della società tra il 1987 e il 1989 (in quest'anno viene inoltre esonerato e poi richiamato qualche gara più tardi), quindi l'ultimo mandato, nel 1997. Nessun trofeo da vincere, c'era da salvare la Roma: ereditato il posto di Carlos Bianchi, il tecnico svedese riuscì nell'obiettivo, terminando il campionato al dodicesimo posto a 41 punti, 4 in più del Cagliari retrocesso, ponendo fine quindi alla propria carriera con un'ultima, imprevista esperienza con la lupa sopra il petto. Un finale che a questo punto sarà bellissimo da vivere anche per (e con) Claudio Ranieri.
© RIPRODUZIONE RISERVATA