Dal titolo sfumato nel 2010 all’ovazione in quel Roma-Leicester: c'è di nuovo Ranieri
Nel 2019 il ritorno dopo l'esonero di Di Francesco. A fine stagione l'addio insieme a De Rossi. E poi quel lungo applauso all'Olimpico nel 2022
«La Roma è nel mio DNA, tutta la mia vita è legata alla Roma». È l’8 marzo 2019 il giorno in cui, dopo l’esonero di Eusebio Di Francesco, Claudio Ranieri pronuncia queste parole e si accinge a dare il via a una nuova avventura sulla panchina giallorossa. Non la prima. Non l’ultima.
Con la Lupa sopra il petto
Tutto ha inizio il 20 ottobre 1951 a San Saba. Non a Testaccio. Dove però Ranieri è di casa. Qui inizia a vivere col pallone tra i piedi. Diventa parte del “Dodicesimo Giallorosso”, la sua prima squadra. Ed è lì in mezzo che la Roma, o meglio Helenio Herrera, lo nota e lo mette sotto contratto. Inizia una grande storia d’amore a distanza: è il 1971. Trascorre due anni nelle giovanili; viene promosso in prima squadra nel 1973-74, poi lascia la Capitale. La sua carriera da giocatore, di fatto, non sarà intrisa di giallo e di rosso romanisti. Va al Catanzaro, dopodiché al Catania e chiude la sua avventura al Palermo nel 1986.
Bentornato a casa
Dal Vigor Lamezia alla Juventus, passando per Cagliari, Chelsea, Valencia, Napoli e Atletico Madrid. Sono solo alcune delle tappe di Ranieri nell’arco di più di venti anni da tecnico. Nel 2009-10 si presenta l’occasione giusta: la Roma è vedova di Luciano Spalletti, che ha deciso di dimettersi dopo i due ko rimediati nelle prime due giornate contro Genoa e Juve. Niente paura. Totti, DDR e compagni rispondono, l’Inter è avvisata. Tant’è che ad aprile i nerazzurri vengono sorpassati in vetta alla classifica proprio dalla Roma. Iconico il 2-1 inflitto agli uomini di Mourinho all’Olimpico. Ma il sogno termina il 25 aprile 2010. Nella Capitale passa la Sampdoria: 1-2, contro-sorpasso, Scudetto sfumato. L’addio arriverà nella stagione successiva, dopo il 3-4 col Genoa che sancirà le sue dimissioni.
Dal bis all'applauso
Passano gli anni, il legame resta. Nel 2019 Roma chiama ancora. E Claudio risponde presente. Torna in giallorosso dopo aver fatto la storia col Leicester, prende la squadra dopo la separazione da Difra e rischia addirittura di portarla in Champions. Contestualmente saluta De Rossi e dice addio. Un’altra volta. Ma la sua gente non lo dimentica. Emblematica è quell’ovazione all’Olimpico in quel felice Roma-Leicester del 2022. Alla fine si torna sempre dove si è stati bene.
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