Equilibratore e ottimizzatore di risorse: ecco come può giocare la Roma di Ranieri
Nella sua carriera non è mai rimasto legato al singolo modulo, ha preferito mettere al centro della tattica le caratteristiche e il valore dei suoi uomini
Difesa a tre o a quattro? Terzini bloccati o che spingono? Trequartista o suggeritori, alle spalle di una o più punte? Non cercate appigli tattici nella carriera di Claudio Ranieri, perché non li ritroverete. Perché il tecnico testaccino ha messo sempre al primo posto la materia umana, su quella, da abile sarto, ha saputo cucire su misura l'abito più giusto. Lo ha fatto nelle grandi piazze, lo ha fatto in Premier, lo ha fatto ovunque abbia allenato. Ma come potrebbe giocare la sua Roma è una domanda che ovviamente stuzzica i tifosi giallorossi.
Il 4-4-2 il modulo più utilizzato
Se volessimo sforzarci di individuare un sistema di gioco che Ranieri ha adottato maggiormente nella sua carriera, sicuramente troviamo il 4-4-2. Vero e proprio marchio di fabbrica nelle esperienze sulle panchina di Fiorentina, Valencia, Chelsea, Parma e Juventus. Modulo che il calcio moderno ha avuto però modo di mettere in archivio, per virare su un più propositivo 4-2-3-1, come visto nella sua trionfale esperienza al Leicester: diverse gare giocate col 4-4-2 ma in alcuni casi c'era Vardy come unico punto di riferimento offensivo. Ma come scenderebbe in campo la Roma in questo modo?
Col 4-4-2 potremmo trovare, davanti a Svilar, Celik e Angelino sulle fasce, con Mancini e Ndicka centrali (occhio all'esperienza internazionale di Hummels che con Ranieri potrebbe scalare le gerarchie in difesa). Larghi sugli esterni El Shaarawy e Saelemakers, con Koné e Le Fée (Pellegrini) in mediana. Davanti Dybala accanto a Dovbyk.
Con il 4-2-3-1 la difesa sarebbe la stessa, poi Koné e Le Fée vertici bassi, Pellegrini trequartista con Soulé e El Shaarawy (o Saelemaekers) esterni, alle spalle di Dovbyk. Le soluzioni sono tante, diversi i protagonisti pronti a ruotare o subentrare nelle gerarchie.
Difesa a tre e blocco basso
Modulo con il quale ha chiuso la sua esperienza sulla panchina cagliaritana è il 3-5-2: squadra ordinata, blocco basso e poca distanza tra i reparti. Mancini, Hummels e Ndicka (Hermoso) a comporre la difesa, con Celik e Angelino larghi, in mezzo Pellegrini (Pisilli) e Koné ai lati di Le Fée, davanti Dybala a supporto di Dovbyk.
Non è da escludere anche il tentativo di confermare il 3-4-2-1 ma con compiti tattici ben lontani da quelli richiesti da Juric.
Non cercate quindi dogmi di natura tattica, Ranieri non li ha mai avuti. Parlerà alla squadra, cercherà di trovare l'armonia giusta, l'equilibrio che permetta di ottimizzare al massimo il valore della rosa: con questa ricetta i Friedkin sperano di risollevare le sorti della stagione giallorossa.
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