Ranieri-ter, chi si rivede? Cinque anni dopo, ecco chi ritroverebbe il tecnico
Sembrerebbe essere Sir Claudio l'allenatore scelto dai Friedkin: rispetto all'ultima volta l'ex Cagliari ritrova una rosa rivoluzionata, fatta eccezione per tre elementi
E pensare che lo aveva detto, Claudio Ranieri, agli sgoccioli della sua seconda esperienza alla Roma: "L'anno prossimo sarà difficile lottare da subito per tornare in Champions League". L'occasione di queste dichiarazioni, quasi profetiche, era la conferenza stampa del 18 maggio 2019, alla vigilia di Sassuolo-Roma: il tecnico di Testaccio, in scadenza di contratto, si trovava a fare da faro in un ambiente su cui era calato il buio, con l'addio doloroso e inaspettato di Daniele De Rossi. Incredibile come appaiano quindi uguali le circostanze che, 5 anni e mezzo più tardi, stanno portando al terzo mandato di Claudio Ranieri. Cinque anni e mezzo in cui, pur affermandosi fuori dall'Italia tramite le altre due competizioni per club, la Roma non è più riuscita poi a tornare nell'Europa che conta. La situazione oggi, addirittura racconta di una squadra che vede la zona retrocessione distante solo 4 punti: per evitare dunque di venire risucchiati in acque pericolose, i Friedkin sembrerebbero indirizzati ad affidare la barca giallorossa all'allenatore 73enne.
Se a lui dovesse toccare il compito di portarla in porto, per farlo Claudio potrà contare su una squadra profondamente rivoluzionata rispetto a quella allenata nel 2019, fatta eccezione per tre soli elementi (oltre a Eldor Shomurodov, allenato lo scorso anno a Cagliari). Allora giovani prospetti da crescere per costruire la Roma del futuro, Lorenzo Pellegrini, Bryan Cristante e Stephan El Shaarawy sono oggi tre leader della squadra che Ranieri andrebbe eventualmente ad allenare.
L'attuale capitano nel 2019 non aveva neanche 23 anni, e alla seconda stagione in giallorosso, sotto la guida di Ranieri trovò continuità, scendendo in campo per 8 gare su 9 dopo aver saltato le prime tre dal ritorno del tecnico per infortunio: un solo gol, quello arrivato grazie ad un'evidente deviazione, che portò la Roma in vantaggio contro il Parma nell'ultima partita di Daniele De Rossi.
Se il suo futuro appare adesso tutto da scrivere, con i fischi dell'Olimpico che accompagnano puntualmente il suo ingresso in campo, il passato racconta di un Bryan Cristante che, durante il Ranieri-bis, concludeva la sua prima stagione in giallorosso. Una stagione che aveva spiazzato i tifosi, che alla vigilia si aspettavano un rendimento in linea con quello che lo aveva visto realizzare 12 gol in una stagione all'Atalanta. Nonostante i numeri ben lontani da quelli sperati (non andò mai a segno giocando nel 4-4-2 di Ranieri), Cristante non fu mai tolto dal campo dal tecnico, impiegato per 11 delle 12 partite disputate (fu costretto a saltare Roma-Cagliari per squalifica): un rendimento che gli valse gli elogi di De Rossi, nella conferenza stampa d'addio tenuta qualche settimana più tardi.
Chi beneficiò più di tutti forse nella Roma di quell'anno, dall'arrivo di Ranieri, fu Stephan El Shaarawy: quella di quest'anno, contratto alla mano, è l'ultima stagione nella Capitale dell'italo-egiziano, e per un continuo gioco di corsi e ricorsi storici proprio dopo l'addio dell'allenatore Stephan lasciò per la prima volta la Roma, trasferendosi allo Shangai Shenhua che decise di pagarlo a peso d'oro, ingolosito dai numeri dell'allora 26enne. Undici gol in campionato quell'anno, di cui tre nelle dieci partite giocate sotto la guida dell'ex allenatore del Leicester (anche lui saltò solo due gare per infortunio): fu ElSha a segnare il primo gol della seconda esperienza alla Roma di Ranieri.
Dati alla mano, il tecnico giallorosso rinunciò dunque solo una volta (Pellegrini rimase in panchina contro il Sassuolo) per scelta in un match a questi tre: due assenze per El Shaarawy e tre per il numero 7, entrambi per problemi fisici; una sola gara saltata per squalifica invece da Cristante. A loro, e agli altri leader di una squadra mai così in difficoltà negli ultimi anni, Ranieri potrà eventualmente aggrapparsi se dovesse essere il prossimo allenatore della Roma.
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