Ora Dovbyk vuole rialzarsi: il confronto coi predecessori dà speranza
Alla sosta con delusione, ma i suoi numeri non sono da buttare. Più gol di Dzeko e Abraham nelle prime quindici partite. Meno, però, di Lukaku
Rabbia, frustrazione. Qualche istante prima un pizzico di gratitudine verso chi era sugli spalti. Ma sono stati i sentimenti negativi a caratterizzare prevalentemente l’ultima scena di Artem Dovbyk fuori dal tunnel dello Stadio Olimpico, dopo il triplice fischio della gara col Bologna. Al lancio della sua maglietta a un tifoso ha fatto seguito qualche pugno a un tabellone. Tanta, tanta delusione. La stessa dipinta sul volto dei sostenitori. Ma non c’è stato tempo per metabolizzare: la chiamata della nazionale ucraina ha costretto l’attaccante a volare subito verso la Turchia. Luogo in cui la squadra sta trascorrendo i primi giorni di allenamento in vista della gara di Nations League contro la Georgia.
Prime sensazioni
L’impressione è che neanche l’Ucraina possa riportare il sorriso sul volto di Artem. A maggior ragione dopo un inizio con alti e bassi che, inevitabilmente, ne hanno condizionato l’umore. Nelle prime tre gare stagionali non sono arrivati gol; dopodiché tre reti e un assist tra Genoa (1-1), Udinese (3-0) e Athletic Club (altro 1-1). Nelle successive nove gare ha messo a referto tre gol. Sei in totale in quindici presenze, contando anche un assist. Gol che, però, quasi mai sono valsi la vittoria. È accaduto due volte: contro i friulani e la Dinamo Kiev. Poi tre pareggi e un ko quando ha segnato. L’ultima volta in casa del Verona. Una partenza non fortunata. E a chiudere c’è la prestazione di domenica: una clamorosa occasione mancata, tanti (14!) palloni persi. Eppure i numeri non sono da buttare.
Upgrade e downgrade
Fare paragoni, in questi casi, è più che normale. E lecito. E a dir la verità, nonostante i buoni dati accumulati dall’ucraino, l’ex centravanti Romelu Lukaku ha avuto uno score più esaltante nelle sue prime quindici apparizioni in maglia giallorossa. Nove gol e un assist in totale. Tanti, otto per l’esattezza, hanno portato alla vittoria. Al contrario, netto è il distacco tra Dovbyk e Tammy Abraham, passato in estate al Milan. L’inglese ha sì dato un grande contributo nella conquista della Conference League, ma nella sua prima stagione alla Roma aveva messo a segno a malapena quattro reti (e servito due assistenze) dopo quindici gare. Avendo comunque a suo favore un clima favorevole e pieno di entusiasmo. Cosa che allo Stadio Olimpico manca da un po’. Il confronto con Abraham non può far altro che dare speranza. Proprio come quello con Edin Dzeko: cinque gol e un assist dopo quindici sfide nella Capitale. La lezione è servita: mai giudicare un libro dalla copertina.
© RIPRODUZIONE RISERVATA